Canzone sopra la vittoria seguita contra l'armata Turchesca
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DI M. GIOVANBATTISTA
AMALTHEO.
ALL’ILLVSTRISS.MO ET ECCELLENT.MO
Sig. Marcantonio Colonna general dell’
armata di Santa Chiesa,
SOPRA LA VITTORIA
seguita contra l’armata Turchesca.
TRASSE il mio cor à sospirar sovente
L’altrui sventure, e i dolorosi stridi
Il fiero stuol, che gia cotanto ardio:
Che veggendo servil Barbara gente
Tinger del nostro sangue i nostri lidi,
E qual Tigre, o Leon digiuno e rio
Cercar l’ovil di Dio,
E in Pafo, e in Cnido svelti i mirti, e i lauri,
E i suoi ricchi tesauri,
E le corone a Salamina colte,
E ’n vil giogo rivolte
E spenta la sua dolce libertate,
Arsi non men di duol, che di pietate.
Da l’Oriente più non venia il Sole
Né ’l pianeta d’amor, né i chiari giorni,
Ma di turbati venti atra procella
Et havea sgombre l’erbe, e le viole
Da i nostri dilettosi almi soggiorni.
E tenea fosco il Ciel, chiusa ogni Stella
Nebbia gravosa, e fella,
E s’alcuna talhor pur m’apparea,
Era importuna e rea,
Et hor di Sirio, hor d’Orione armato,
Et hor di Marte irato,
Ne mai piaggia fioria vicino, o fera,
E in verno era cangiata primavera.
Hor, che l’ira del Ciel, e ’l valor vostro
Invitto Heroe ha domi, vinti, e sparsi
Gli armati legni, e le nemiche schiere,
Scopre l’alba il crin d’or, le guancie d’ostro
E i bei lumi del Ciel, che pria celarsi
Mostran letizia nelle eterne sfere.
Con nove luci altere
L’Hesperia ne gioisce in ogni parte,
E ’l buon popol di Marte,
Che vi ripon tra gli altri semidei
Archi, palme, e trofei
V’erge, e consacra, e rinovella in voi
L’antica gloria dei gran duci suoi.
Sotto le vincitrici insegne sante
Che spiegaste ver l’Euro, e incontra ’l Drago
Che in Cipro, e in Creta havea già stese l’ali,
La militia del Ciel tutta sembiante,
C’hoggi in sua guardia ha ’l Tebro, e l’Adria, e ’l Tago
Folgorando aventava accesi strali,
Mentre, che gli empi, e frali
Navigi un’angiol arde, un’altro affonda,
E ’l vostro ardir seconda,
Et qual intorno al nido suo s’aggira
Augel, che spesso il mira
La celeste Falange ogn’hor v’appressa
Facendovi corona di se stessa.
Sallo Acheloo, che sgomentato, e mesto
Volse indrieto il suo corpo, e l’acque schive,
Quando foste al suo corno un nuovo Alcide,
Et sallo Ambratia, e tutto il lito infesto,
Che serba anchor delle orme fuggitive,
Poi che la fuga, e ’l sangue, e i tronchi vide
Delle sue genti infide,
E di lor vene far vermiglie l’onde,
E l’arenose sponde.
Foste allhor Marte, et fu con voi Quirino
Ardito, e pellegrino:
Pur sempre con la forza, e co ’l consiglio
Aparte de la gloria, e del periglio.
Poi che di spoglie Orientali adorno
Quasi lucido sol ne riportaste
Le allegrezze interrotte, e i dì sereni,
Al disusato studio anco io ritorno,
E canto con che ardir dianzi n’andaste,
A domar fieri mostri, e d’ira pieni,
E por lor duri freni,
E come poscia altier Giason novello,
N’haveste l’aureo vello,
Come fondaste in mar, come hor s’indonna
Luminosa Colonna
Vostro bel fregio, a termine prescritto
Perche non varchi l’ampio stuolo afflitto.
Ma ’l Ciel, che a maggior gloria vi destina
Altra Argo, altri guerrieri, et altre imprese
Altro mar v’apparecchia, et altri regni,
Tosto ch’avrà ripreso Salamina
Il suo scettro, il suo seggio, e il bel paese,
Che gia gradì a Ciprigna, hor par che sdegni
Torrete i pregi indegni
Al Tiranno dell’Asia, Argo, e Corinto,
E Rodi, e Delo, e Cinto,
E rivedran le Muse i sacri monti,
E i lor cigni, e i lor fonti
Gli antri, le piaggie, i fior, l’ombre, e gli allori
Cantando le lor gioie, e i Vostri honori.
Da l’altra parte un glorioso ardire
Vi porta a soggiogar l’Eufrate, e ’l Nilo
C’hor ne paventa, ov’è la fama corsa,
Tempo è, che di sue frodi homai sospire
Babilonia d’errori eterno Asilo,
E ’l Ciel vi chiami, e molta più s’inforsa,
Che v’è felice l’Orsa:
Si vedrem poi rifar un secol d’auro,
E ’l sol mai sempre in Tauro
Qual era alhor, che senza nebbia il Cielo
S’andava, e senza gelo,
Et havran rena d’or l’onde Thirene
Et Anco al vostro mar le sue Sirene.
Carca di spoglie, e d’armi
Vedrai l’alta Colonna, e ’l mio gran duce,
C’hora con la sua luce
Rischiara il Tebro, e Roma, e poi se stesso
Digli Canzon d’appresso
Per finir le sue imprese, e l’aspra guerra,
Che come ha vinto il mar, vinca la terra.