Canti dell'ora/VII. Strofe nuove/La primavera

VII. Strofe nuove - La primavera

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LA PRIMAVERA


Primavera, sei figlia de la morte.
Ella ti strinse ne le fide braccia,
3ti portò nel suo grembo e t’ha nudrita.

Poi, quando apparve e sospinse le porte
colei che schiara i sogni e l’ombre scaccia,
6ti affidò di sè memore a la vita.

Co ’l sospiro natio fai tremar spesso
l’erbe nel sol, l’anime in allegrezza;
e il tuo ricordo del materno amplesso
10abbrividisce in fondo a la carezza.

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Ben di te l’universo si gioconda,
come là dove in figurato velo
13il tuo bel regno la pittura accoglie.

La deïtà quivi aspira feconda,
danzan con piede che non curva stelo
16le belle, l’aureo pomo un giovin coglie.

Tu non sorridi. Sciogli ad essi ’l nembo
de’ fiori. E intanto co’ suoi giochi e l’arti
rempiendo ’l verde ne l’aprico lembo
20par studioso ognun di consolarti.