Canti dell'ora/I. Fantasie/Più che le stelle
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PIÙ CHE LE STELLE
Dal cuore i versi, dal cielo le stelle:
voci di sogno e cenni di speranza
di là dal tempo: fratelli e sorelle,
4come si pare a la lor somiglianza.
Vengon le stelle di lontan lontano,
non si sa come, non si sa di dove,
co ’l loro passo piccioletto; e a mano
8a mano una dolcezza giù ne piove,
dono de’ sguardi che a lenir tormenti
han la materna placida virtù.
L’occhio stanco sollevano i viventi
12pur sospirando: la pace è lassù!
Vengon le stelle da gli alti reami
a’ lor fidi convegni prediletti.
O protesi nel ciel giovini rami
16d’acacie ombrose e d’ailanti schietti,
a voi de i mondi l’armonia si svela
come nel Sogno di Scipione antico?
numero eterno, che ’l sonoro inciela
20turbine astrale in un amplesso amico.
Vengon le stelle. Ma la notte è scura;
ma fredda è l’aria. Non importa. Ben
sì di te, di te sola hanno paura,
24nube, astiosa del puro seren.
Forme che ’l sogno innova a gli universi
dove s’addorme tutto quel che visse,
vengono anch’essi i piccioletti versi
28per le vie del mistero ignote e fisse.
Scaturiscon da l’ombre e van. D’avanti
foscheggia de le vane ansie il destino;
e dietro a le corrusche orme sonanti
32l’illusion riprende il suo cammino.
Ma se il lor fuoco a le stelle s’agguaglia,
più che le stelle han lampi di bontà
da folgorar la bieca nuvolaglia
36che al dolce lume insidiando va.