Canti del cuore/Oh piccolo uccello dagli occhi neri
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IV.
Oh piccolo uccello dagli occhi neri; tu vai accarezzando colle ali le onde dell’Oceano, e canti lietamente la tua canzone nella solitudine. Entrambi siamo soli ed abbandonati in questo deserto; una profonda quiete domina sulla natura, ma questo silenzio non influisce sul mio cuore. Esso batte assai forte, o piccolo uccello dagli occhi neri.
Io vengo quivi a versare le mie lagrime, e a nascondere agli uomini il rossore della mia debolezza. — Amare senza essere amato, — desideri inesauditi — sogni vani e impotenti, e giovinezza senza speranze. Io canto i fiori recisi dalla mia primavera, e tu canti lietamente la tua canzone, o piccolo uccello dagli occhi neri.
Vorrei che una barca sul mare, e la mia fanciulla tra le braccia, e un ultimo addio alla mia terra natale. Forse, ed allora mi sembrerebbe meno desolata la vita.1 Ma ohimè! nessun conforto io posso attendermi dagli uomini, se i miei lamenti non valgono pure ad interrompere la tua canzone, o piccolo uccello dagli occhi neri.
Sì, canta lietamente, o piccolo uccello, uccello felice delle montagne. Io vorrei teco dividere il mio destino. Vorrei io pure avere le ali, per vivere lontano dalla terra, e la tua incostanza per non amare, e la brevità della tua vita per piangere di meno. Ma addio, tu mi hai fatto sentire la tua canzone sopra la riva del mare, e una grande tempesta hai suscitata nel mio cuore, o piccolo uccello dagli occhi neri.
Note
- ↑ Vado cercando un cuore che batta colla violenza del mio, ed una lacrima per le mie lacrime, e un'altra vita per la mia vita (Variante).