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La neve Sulla tomba di Alessandro Poerio
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ROMANZA




Tu noi sai, ma nell’ora quieta,
     Quando in cielo la notte è più pura,
     Solitario, vagante poeta
     Veglio il piè di tue candide mura;

Veglio e guardo a le stelle mancanti5
     Come ai primi delirii del cor;
     Come ai sogni di giovani, erranti
     Fra le prime tempeste d’amor.

Nel seren di tue splendide stanze
     Tu con l’arpa, o fanciulla, ragioni,10
     Ricantando ballate e romanze,
     Vecchi amori, ridenti canzoni.

Del veron pei cristalli lucenti
     Il tuo vago fantasma traspar,
     Come luna fra nubi cadenti,15
     Come stella riflessa nel mar.

In quell’ora le lagrime oblio
     Di che l’alma, gran tempo, ho nudrita,
     In quell’ora favello con Dio,
     Della vita delibo la vita:20

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L’onde, i venti, le stelle, la terra
     Tutto è canto in quell’ora per me;
     È menzogna lo sdegno e la guerra
     In quell’ora, beata da te!

Oh, se spesso la tomba invocai,25
     Svigorito da l’ire del mondo,
     Se un pugnal pel nemico affilai
     Nei consigli di un odio profondo,

In quell’ora, un incanto novello
     Mi fa cara la vita mortal,30
     Il nemico fa dirmi fratello,
     Da le mani mi strappa il pugnal!