Canti (Sole)/Il Cantico de' Cantici di Salomone/IV

poesie

Il Cantico de’ Cantici di Salomone
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Il Cantico de’ Cantici di Salomone
IV Capitolo
Il Cantico de' Cantici di Salomone - III Il Cantico de' Cantici di Salomone - V

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IV



sposo


Eccoti bella, o Amica, eccoti bella!
     Per entro al vel di tua chioma fluente
     La tua pupilla rassomiglia a quella
     D’amorosa colomba ed innocente!

La tua chioma somiglia a le caprette
     Del Galaadde; così liscia e bruna;
     Ed i tuoi denti a pecore che schiette
     Escon da l’acqua con due figli ognuna,

Serrate, ed alte d’un medesmo tratto,
     Nè priva del suo parto una v’appar.
     Son le tue labbra un filo di scarlatto,
     Ed è sparso di grazie il tuo parlar!

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     Spícchio di melagran tra per le care
     Chiome vaganti la tua guancia pare.

Dal tuo collo la Torre è rammentata,
     Cui Davidde munia di bastïoni,
     Da migliaja di scudi intornïata,
     Tutti arnesi da prodi e da campioni.

Simili a due gemelli cavrïuoli,
     Che pascono fra’ gigli, hai le mammelle! —
     Io fin che la dïurna aura consoli
     I campi, e l’ombre fuggano e le stelle,

Al monte de la mirra andrò soletto,
     Soletto al monte de gl’incensi andrò!...
     Sei tutta bella, o Amica! E in te difetto,
     Nessun difetto ritrovar si può!...
          Vieni con me dal Libano, o vezzosa,
          Dal Libano con me vientene, o Sposa!

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Da l’alto del Seniro e de l’Amana,
     Da l’alto de l’Ermon volgimi un guardo!...
     Da i monti, dove è del leon la tana,
     Da i monti dove s’incaverna il pardo.

Tu m’hai rapito il cor, sposa e sorella,
     Con un de gli occhi tuoi me l’hai rapito;
     E con un di que’ crini, onde in anella
     Vagamente il tuo collo è circuito!

Quanto gli amori tuoi, quanto son cari,
     Sposa e sorella mia!... Quanto del vin
     Ei son più dolci! E i balsami più rari
     Cedono a quelli, onde ti olezza il crin!
          Sposa! Da’ labbri tuoi mele diffondi,
          E latte e mel sotto la lingua ascondi!

Odor d’incenso è la fragranza effusa
     Da le tue vesti, o mia sorella e sposa!

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     Tu siepato giardin, tu ajuola chiusa,
     Tu sei fontana fra suggelli ascosa!

Le tue piante novelle, o chiuso loco,
     Son melagrani, ed altre frutta grate.
     V’han le piante di Cipro, e il nardo e il croco
     E il cinnamomo e le canne odorate.

Ogni albero del Libano in te nacque,
     D’aloe, di mirra e d’altri eletti unguenti!...
     O fonte d’orti! O pozzo di viv’acque!
     O ruscelli dal Libano correnti!...

Oh sorgete, Aquiloni! Austri, spirate
     Con crescente vigor nel mio giardin:
     Sì che diffondan le piante agitate
     Il balsamo più schietto e peregrin!