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La donna e l'amore Le due madri
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A PSICHE



     Tu pur, candida Psiche, avrai tu pure
     Amato indarno. Visïon gentile
     Di novissimo amor sarai per sempre
     Innanzi ai miei languenti occhi passata.
     Così fidente non guardarmi almeno,5
     Così vezzosa! Oh non sognar di Elisi,
     Che non saran per noi! Sa il ciel se teco
     Stato felice io non sarei su tutte
     Cose felici! E nondimen t’infrango,
     Lucente idol d’amore e di speranza!10

     Or l’angiol, che i tuoi lieti anni governa,
     Pria che ti colga l’infinito affanno
     D’un fulminato amor, pietosamente
     In fondo a la tua pura anima veli
     Le mie pallide forme, e in cor ti ponga,15
     Pria che il dolor, l’obblio: deh, ch’io ritorni
     Presso al cembalo tuo, nè la tua bruna
     Pupilla, intenta nel mio sguardo, esplori
     Onde il silenzio di quest’occhi, e il novo
     Gel, che tu sola sentirai, derivi!20

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Che ti dirò, poi che perir tu dei
     In questo petto insanguinato, in questo
     Sepolcro ardente, ove perir già tante
     Innamorate larve? Ultima forse,
     Povera Psiche, dormirai con esse,25
     E in eterno! Nè mai, fin che le sere
     In auree veglie indugerem, ti udrai
     Da me parola che d’amor ti dica,
     E come ardendo e delirando io sia
     Venuto a tal che disamarti è il solo,30
     Ch’io rendere ti deggia, infausto amore!

Dicembre 1857.