Canti (Aleardi)/L'obolo di San Pietro
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Allor che a Tebe un Faraon moriva,
Lo si traea su luttuosa barca
D’un picciol lago a la silente riva,
Donde a le tombe Libiche si varca.
Colà, secondo le opere commesse,
Da le sue genti condannato o assolto,
L’obolo ricevea perchè potesse
Oltre passare ed essere sepolto.
Quando rompea l’inesorabil Parca
Il fil di greche o di latine vite,
Le ignude ombre pagavano la barca
Che le menasse a la città di Dite;
E i parenti venian recando il mesto
Cenere e le perpetue lucerne,
E deponevan l’obolo richiesto
Dal battelliere de le ripe eterne.
Oggi vicino al Tevere fremente
Giace defunto un Grande incoronato,
Che da la nova, adulta itala gente
Fu con giusto giudizio condannato;
E stuol di servi tenebroso e reo
Pone ogni dì sul gotico ferètro,
Perch’egli paghi il nolo archeronteo
L’obolo parricida di san Pietro.