Canti (1835)/Dello stesso

XXXIX. Dallo stesso

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Dal greco di Simonide Note

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Umana cosa picciol tempo dura,
E certissimo detto
Disse il veglio di Chio,
Conforme ebber natura
5Le foglie e l’uman seme.
Ma questa voce in petto
Raccolgon pochi. All’inquieta speme,
Figlia di giovin core,
Tutti prestiam ricetto.
10Mentre è vermiglio il fiore
Di nostra etade acerba,
L’alma vota e superba
Cento dolci pensieri educa invano,
Nè morte aspetta nè vecchiezza; e nulla
15Cura di morbi ha l’uom gagliardo e sano.
Ma stolto è chi non vede
La giovanezza come ha ratte l’ale,
E siccome alla culla
Poco il rogo è lontano.
20Tu pria di porre il piede

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In sul varco fatale
Della plutonia sede,
Ai presenti diletti
La dubbia età commetti.