Campidojjo
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1830
CAMPIDOJJO.
Ècchesce ar Campidojjo, indóve Tito
Venné a mmercato tanta ggente abbrea.
Questa se chiama la Rupa Tarpea,
Dove Creopatra bbuttò ggiù er marito.
Marcurèlio sta llà ttutto vestito
Senza pavura un c.... de tropèa.1
E un giorno, disce er zor abbate Fèa,2
Ch’ha da èsse oro infinamente a un dito.
E si ttu gguardi er culo der cavallo
E la faccia dell’omo, quarche innizzio
Già vederai de scappà ffora er giallo.
Quanno è poi tutta d’oro, addio Donizzio:3
Se va a ffà fótte puro er piedistallo,
Chè amanca poco ar giorno der giudizzio.4
10 settembre 1830.
Note
- ↑ Temporale improvviso e passeggiero. [Ma oggi significa anche “sbornia.„]
- ↑ Archeologo e Commissario delle Antichità.
- ↑ [Donizzo, Dionisio.]
- ↑ Crede il popolo che questa statua equestre di Marco Aurelio contenga in massa dell’oro il quale sotto l’azione dell’atmosfera si vada a poco a poco scoprendo. Sono gli avanzi dell’antica doratura rimasti nelle parti più difese del colosso. Allorchè l’oro sarà tutto in luce, accadrà il giudizio universale.