Caccia e Rime (Boccaccio)/Rime/V

V. Non credo il suon tanto soave fosse

../IV ../VI IncludiIntestazione 23 giugno 2023 100% Da definire

Rime - IV Rime - VI
[p. 54 modifica]

V.


Non credo il suon tanto soave fosse
     Che gli occhi d’Argo tutti fe’ dormire1,
     Né d’Amphion la cythara a udire
     Quando li monti a chiuder Thebe mosse2,
     Né le syrene anchor quando si scosse5
     In vanoFonte/commento: editio maior Ulixe provido al fuggire,
     Né altro3, se alcun se ne può dire
     Forse più dolce o di più alte posse;
Quant’una voce ch’io d’un’angioletta
     Udì, che lieta i suoi biondi capelli10
     Cantand’ ornava di frond’ et di fiori.
     Quindi nel pecto entrommi una fiammetta4,
     La qual, mirando li sua occhi belli,
     M’accese il cor in più di mill’ardori.


Note

  1. Il suono del flauto di Mercurio; cfr. Purg., XXXII, 64-66.
  2. Il Boccacci nell’Ameto: ‘Amfione col suono della chiara cetera le dure pietre mosse a chiuder Tebe’. Cfr. qui oltre, VIII, 3-4.
  3. Suono.
  4. Allusione al senhal della donna amata.