Caccia e Rime (Boccaccio)/Appendice/29
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29. Rotto è il martello, rott’è quella ’ncugge
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Rotto è il martello, rott’è quella ’ncugge1
Che solean fabricar le dolce rime,
E rotti i folli2, rotte son le lime,
E la fucina tutta si distrugge;
Il foco più nel suo carbon non rugge,5
Che riscaldava le materie prime,
Di che formando l’opre non sublime3,
Cantai del falso amor cui ragion fugge.
E però cessa la mia vaga4 penna
Di recar fole con parole vane,10
E da così fatta arte si rimane.
Ma della fior soprana di soprane5,
Che vince l’altre come l’auro brenna6,
Pur tratterò io laude alta e perenna7.
Note
- ↑ «Incudine.»
- ↑ «Mantici.»
- ↑ Le opere giovanili composte in servigio d’Amore.
- ↑ «Vagante, errante.»
- ↑ La Vergine, soprana fiore delle donne sovrane (quest’aggettivo è nel suo significato etimologico).
- ↑ «Cosa senza valore;» fu detto anche di persona, e particolarmente, più tardi, di cavallo di poco prezzo.
- ↑ I sonetti CXVII-CXIX, tra i certi, cantano appunto le lodi di Maria.