Biografie dei consiglieri comunali di Roma/Pietro Balestra

Pietro Balestra

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Pietro Venturi Alessandro Bencivenga Barbaro

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BALESTRA DOTT. PIETRO


Consigliere Provinciale






RR
acchiudendo nel breve quadro di una biografica memoria qualunque cittadino, che cinga una pubblica veste sia negli uffici della Provincia, o del Comune, o nelle cariche dello Stato, noi crediamo fare opera non solo degna della civiltà dei tempi, ma utilissima e pregevole, perocché lascia un’orma onorata in mezzo alla patria, in mezzo alla famiglia. La scritta pagina fà rivivere un uomo anche nei tempi lontani, chò i nepoti apprenderanno chi s’ebbe dai propri concittadini considerazione, e varrà a suscitare anche in loro desiderio di bell’oprare, affinchè una lodata menzione, sebbene modesta, rimanga di se medesimi. — E di vero se gli storici volumi andiamo iscrutando e tutti gli scrittori di cronache dell’età più antiche consultiamo, noi v’apprendiamo come anche nei più oscuri tempi eran fatti degni di pubblica nota tutti coloro, che a pubblici uffici ascendevano per trattare gli affari della Provincia o gl’interessi della patria. E tanto più noi stimiamo di siffatto ricordo esser meritevoli coloro, che al consiglio della Romana Provincia siederono, in quanto che sono essi, che sostengono pur l’ardua missione di curare gl’interessi del popolo, il bene delle città e la provinciale amministrazione. — Nè per ciò soltanto crediamo esser degni di biografica memoria, ma sì anco per la luce, che dimana dall’eterna Roma maestra un tempo di sapienza civile e politica, sul di cui suolo lasciarono traccie gloriose e i Bruti, e i Cesari, e i Camilli, e i Tulli, e i Marcelli, e un Catone, e i Gracchi, e gli Scipioni, ed altri, il di cui splendore pur si riverbera sui nepoti incitandoli al bene operare e a far tutto quanto giova a [p. 268 modifica]stampare sulla patria diletta una spendida orma e a meritare una pagina di ricordo. — E per fermo dice il Bianchi essere il premio più bello per i benemeriti cittadini, per gli uomini virtuosi, per tutti coloro, che s’interessano in prò del proprio paese e per la fortuna del popolo, quello di esser notati su tavola istorica, che anzi afferma farsi per tal premio più diligenti e virtuosi i cittadini, e suscitarsi nei medesimi utilissima gara per superarsi nell’opera del pubblico bene. — Nè il progredire del nostro secolo permette che soltanto a coloro, i quali s’ebbero il dono d’altissimo genio e il volo spiccarono sublime sopra il volgo degli uomini, sia dovuto dallo scrittore l’onore di una biografia, e piuttostochè in vita appresso alla morte dirne la lode, ma vuole altresì che nella presenza di liberi e civili tempi suoni gentile e grande la memoria di quei cittadini, secondo chò o per grandezza d’ingegno, od anche per modesti pregi si distinsero. — E noi con compiacente animo in questa nostra pubblicazione presentiamo oggi in brevi tratti la vita di quell’illustre cittadino, che è il D.re Pietro Balestra.

Sortiva egli i natali in Roma da onorata e civile famiglia. — Suo padre Carlo fu uomo onestissimo e virtuosissimo, ed operoso tanto che seppe da modesta condizione innalzarsi a cospicua fortuna, ed ebbe la consolazione di lasciare in agiatezza la propria famiglia, e nello scorso giugno all’età di 96 anni scendeva nei riposi del sepolcro, benedicendo ai diletti figliuoli, che gli facevan corona. —

Pietro Balestra insino dalla fanciullezza dimostrò bello e robusto l’ingegno, nobile e gentile il cuore. — Amante degli studi, nei medesimi fece progresso rapidissimo, e sentendosi inclinato alla Scienza Medico-Chirurgica vi attese per guisa, che emerse tra i giovani più distinti e nella Romana Universrtà ne colse la laurea. — Poscia viaggiò in Italia e all’estero, e fra le altre città dimorò lungo tempo a Parigi e a Londra, ove si perfezionò in questi studi. Tornato in Roma per sofferenze di salute non si potè abbandonare all’esercizio della medicina, quanto egli avrebbe desiderato, ma si diò a coltivarla in scientifici lavori. — Però era già salito in splendida fama e al Congresso internazionale medico tenuto in Firenze nell’anno 1868 tanta luce di se sparse, che andò dai più celebri scienziati lodato. — E fu allora che vide la luce quel suo lavoro intitolato: «Ricerche ed esperimenti sulla natura e genesi del miasma palustre.» Tutti i giornali italiani ed esteri, tanto scientifici quanto politici, ne menarono lode distinta, e fra gli altri nel giornale il Debats v’ha un lungo resoconto dell’Accademia delle scienze di Parigi, in cui è tributato elogio bellissimo al Balestra per il merito di quella sua onorata fatica, che arricchiva la scienza di una nuova ed [p. 269 modifica]tante scoperta. — E per vero compiendo quel suo lavoro, non poche fatiche e sofferenze ebbe a patire, che molto influirono anche sulla cagionevolezza di sua salute, perocchè nelle ricerche e negli esperimenti tutte le sue forze fisiche e morali occupò, e nel percorrere i luoghi paludosi infesti dalla malaria per raccogliervi buona messe di osservazioni, e nel fare le indagini sulle acque fetenti palustri, che avea sempre tra le mani, fu preso dalle febbri periodiche. Nè questo male rattennè il Balestra a continuare in simili ricerche, alle quali è tutta raccolta la sua mente; i suoi studi, i suoi sperimenti tutti tendono a salvare l’umanità dalla malaria e dalle febbri, e a procacciare il risanamento dell’Agro Romano. E su questi soggetti scrisse già altri pregiati lavori, fra i quali ricorderò i seguenti: «Le febbre remittente miasmatica. Della iniezione sottecutanea dei preparati di Chinina. Poche parole sul risanamento dell’aria nell’Agro Romano» Anche ad altro lavoro di piò forte lena sta ora attendendo, che riguarda appunto l’igiene, che noi confidiamo vedrà in breve la luce. — Il Dott. Balestra è anche letterato, ed i suoi lavori summentovati sono svolti con stile chiaro e forbito, raro pregio degli scritti scientifici. — Dopo ciò se da un lato il Balestra al prattico esercizio della medicina non può abbandonarsi per ragioni accennate, d’altra parte il frutto del suo ingegno, dei suoi studi, delle sue ricerche, dei suoi esperimenti, delle sue vaste e svariate cognizioni vengono a produrre più largo bene umanitario trattando una materia che supremamente interessa Roma e l’Agro Romano, dove la malaria purtroppo in tutti gli anni miete vittime. —

Egli è valentissimo anche nella Chimica, nella Microscopia e nella Clinica, e articoli avuti in pregio distinto scrisse e furono in giornali scientifici pubblicati. —

Pietro Balestra è nei più alti rapporti con Medici stranieri, il che dimostra in quanta bella reputazione nella repubblica scientifica egli sia salito, e per verità noi sappiamo essere egli visitato sovente da scienziati illustri, da Medici di grande celebrità. — Desso fa parte delle Società Mediche di Berlino, è Membro del Consiglio Sanitario Provinciale di Roma, del Consiglio municipale di Sanità, fa anche parte del Consiglio Comunale di Statistica, e nel primo censimento, ch’ebbe luogo in Roma, fu Presidente della sezione del Rione Campo Marzio, e fu decorato della medaglia d’argento; è membro di molte associazioni mediche e società scientifiche, e fa pur parte di molte e varie Commissioni, e dappertutto lascia di se orme onorate e distinte. — Giovane ancora degli anni, siccome è, potrà certamente essere semprepiù di utilità con le sue opere alla umanità non solo, ma più specialmente alla propria città. — E qui giova notare come egli per spirito soltanto di filantropia ed [p. 270 modifica]umanitario, e senza trarne interesse alcuno, sia largo di sua visita e di suo soccorso a qualche amico infermo, e ad altri, che si trovano nella distretta dell’indigenza, ed in queste cure ebbe numerosi e splendidi risultati, che gli accrebbero il nome non solo di scienziato ma di valente clinico. —

Della sua fede politica parlando, diremo essere egli un cittadino di liberi sensi, che ama sinceramente il proprio paese, e che desiderò sempre e concorse per quanto potè ad affrettare la unità, libertà e indipendenza d’Italia, onde fu che, allorquando egli trova vasi per i suoi studi nell’Ospedale di S. Spirito, subi persecuzioni dalla polizia pontificia, ed in un tempo essendosi per suo diletto recato a Napoli, al ritorno fu dal governo papale rigorosamente perquisito; ma su di lui non poterono attaccare gli artigli, chè seppe sempre certi prudenza operare. Di sensi altamente liberali sono anco tutti gli altri suoi fratelli, e noi noteremo di particolare menzione quell’insigne cittadino, che è l’avvocato Giacomo Balestra, che fu non ha guari eletto Assessore Municipale, ed è zelantissimo della buona amministrazione comunale e del decoro di Roma.

Succeduto l’avvenimento più solenne, di esser fatta Roma Capitale d’Italia, Pietro Balestra fu eletto Consigliere Provinciale del Mandamento di Roma, e in quell’ufficio intese sempre a comporre con gli altri consiglieri quel bell’edificio della provinciale amministrazione, che per verità onora il paese e gli nomini, che fanno parte del Provinciale Consiglio.

Più potremmo dire del D.re Pietro Balestra, ma tutto riassumendosi nell’essere un uomo scienziato, onesto, di carattere serio e nobilissimo, che di bellissima luce risplende nella repubblica dei dotti; un cittadino amante della patria, amante della sua Roma, cui anela sopratutto con i lavori anche del suo ingegno essere utile, stimiamo debito dello scrittore consegnarlo alla perpetuità del ricordo, e allo splendor dell’esempio, chè a uomini di belle virtù ornati debbe informarsi la gioventù crescente, per trarne semprepiù grandi e utili cittadini. —






Roma — Gennaro 1873