Ben dell'Egitto, e della Libia i monti
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti di Gabriello Chiabrera
XLV
PER LO MEDESIMO SOGGETTO.
Ben dell’Egitto, e della Libia i monti
Scemar potresti, e le più salde e dure
Selci di Paro ornar d’alte sculture
4Con esso i ferri, ad intagliar più pronti:
E perchè i pregi tuoi varcasser conti
Per qualche spazio alle stagion future,
Far tra gran fiamma entro spelonche oscure
8In su’ bronzi anelar Steropi e Bronti:
Ma perchè ad opre eterne intento aspiri,
Solo apprezzi i trofei che scolpir suole
11Con lungo studio l’immortal Permesso:
Ed io, se a me benigno il guardo giri,
Carlo, di Pindo in cima alzerò mole,
14Ove fia il nome tuo mai sempre impresso.