Ben Hur/Libro Primo/Capitolo XIV

Capitolo XIV

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CAPITOLO XIV.


Cominciava la terza veglia, ed a Betlemme albeggiava sopra i monti, ad oriente, ma così debolmente, che nella valle era ancora notte. Il guardiano, sul tetto del vecchio Khan, tremando dal freddo, stava ascoltando i primi suoni coi quali la vita, svegliandosi, accoglie il giorno, allorchè una luce si mosse dalla collina verso la casa. Egli la credette una torcia in mano a qualcheduno; dopo un momento la prese per una meteora: lo splendore crebbe, pertanto, finchè divenne una stella. Atterrito egli gridò e condusse tutti quelli ch’erano entro le mura, sul tetto. Il fenomeno, con movimento curioso, continuava ad avvicinarsi; le rupi, gli alberi, e le vie al disotto di esso, splendevano come se rischiarate dalla luce del lampo; subito il suo splendore divenne acciecante.

I più timidi fra gli ammiratori, caddero in ginocchio e pregarono, coi loro visi nascosti; i più arditi, coprendosi gli occhi, s’appiattarono, ed ogni tanto gettavano paurosamente delle occhiate furtive. Dopo un po’, il Khan, tutto all’intorno, era rischiarato da una luce insopportabile pel suo vivo bagliore.

Quelli che si azzardarono a guardare, videro la stella ancora ferma sopra la casa, di fronte alla caverna dove era nato il Bambino.

Nel bel mezzo di questa scena, vennero i tre Re Magi, ed alla porta smontarono dei loro cammelli, e chiesero di entrare. Appena il guardiano ebbe potuto frenare il suo terrore per badare a loro, levò la stanga ed aprì la porta. I cammelli sembravano spettri, alla luce soprannaturale, e, oltre all’aspetto fantastico, v’erano nei visi e nei modi dei tre visitatori una veemenza ed una esaltazione che eccitarono ancor più i timori del guardiano; egli per un po’ non potè rispondere alla domanda che gli venne fatta:

— «Non è questa Betlemme della Giudea?» —

Ma nel frattempo altri vennero, e diedero in vece sua la risposta.

— «No, questo non è che il Khan; la città si trova più in là.» —

— «Non v’è qui un bambino appena nato?» —

[p. 75 modifica]Gli astanti si guardarono reciprocamente meravigliandosi, mentre alcuni di essi risposero: — «Sì, sì.» —

— «Mostratecelo!» — disse il Greco impazientemente.

— «Mostratecelo!» — gridò Balthasar, interrompendo la sua gravità; — «poichè noi abbiamo veduto la sua stella, quella che voi ammirate laggiù sopra alla casa, e siamo venuti per adorarlo.» —

L’Indiano giunse le mani, esclamando: — «Iddio realmente esiste! Fate presto, fate presto! Il Salvatore è trovato. Benedetti, benedetti siamo noi sopra tutti gli uomini!» —

La gente venne giù dal tetto, e seguì i forestieri, mentre essi furono condotti, attraverso la corte, nel recinto; alla vista della stella ancora sopra la caverna, benchè meno incandescente di prima, alcuni si volsero spaventati; la maggior parte però li seguì. Mentre i forestieri si avvicinavano alla casa, la stella si alzò; quando furono alla porta, essa andava dileguandosi in alto; quando entrarono era sparita. E nei testimoni di ciò che allora accadde, entrò la convinzione che una divina relazione passasse fra la stella e gli stranieri.

Quando la porta si aprì tutti affollarono la caverna.

La stanza era illuminata da una lanterna, abbastanza luminosa per porre in grado i forestieri di trovare la madre, ed il bambino, sveglio sulle sue ginocchia.

— «E’ tuo il bambino?» — domandò Balthasar a Maria.

Essa rispose:

— «Egli è mio figlio!» —

Ed essi caddero in ginocchio e l’adorarono.

Era un bambino come gli altri bambini: sulla sua testa non v’era nè un’aureola nè una corona; le sue labbra si aprivano, ma non per parlare; se udiva le loro espressioni di gioia, le loro invocazioni, le loro preghiere, non faceva segni di sorta. Il bambino guardava più alla fiamma della lanterna che a loro.

Dopo un po’ essi si alzarono, e, ritornando ai cammelli, tolsero dalle selle regali di oro, d’incenso e di mirra, che posero davanti al bambino, riverenti.

Essi lo adoravano senza esitare.

Perchè?

La loro fede si basava sui segni mandati da Colui, che, d’allora in poi, si rivelò come nostro Padre; e, per essi, la sua promessa bastava.

Pochi v’erano che videro i segni e li compresero — a [p. 76 modifica]Madre e Giuseppe, i pastori ed i Re; pure tutti credettero ugualmente, che cioè, Iddio per ora era tutto, ed il Bambino nulla. Ma verrà un tempo che tutto dipenderà dal Figlio.

Felici coloro che crederanno in Lui!...



Fine del libro primo.