Bella, leggiadra e, qual credeami, onesta
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Marcantonio Lavaiana
I
Bella, leggiadra e, qual credeami, onesta
Donzella io vidi per deserta valle,
Sola e tacita errar, cui da la testa
Scendean le chiome libere a le spalle.
5Mille in un tratto uscìan da la sua vesta
Colori e fogge or verdi, or perse, or gialle:
E leggera nel piede, or quella, or questa
Strada premea sempre cangiando calle.
Di voglia acceso di fermar costei
10(Che la Speranza ravvisar mi parve),
Mossi velocemente i passi miei.
Folle! che de le sue mentite larve
Solo m’accorsi allor, che presso a lei,
Mentr’io stendea la man, da me disparve.