Avea, su per lo mar, del biondo crine
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Rotte giá l'onde da l'ardenti rote | Oggi, lá dove il destro fianco ad Ischia | ► |
Questo testo fa parte della raccolta Poesie varie (Marino)/I sonetti amorosi
xxxix
le chiome sparse sulle onde
Avea, su per lo mar, del biondo crine
la pescatrice mia sciolto il tesoro,
quasi nova Fortuna; e Noto e Coro
preziose ne fean dolci rapine.
Ondeggiavan per l’onde in onde d’oro
sparse le fila rilucenti e fine,
ed invide scorgean l’onde marine
piú bella Dea d’amor sorger fra loro.
Corsero agli ami in quei bei lacci tesi,
guizzando, pesci amorosetti e lieti,
d’un dolce foco in mezzo l’acque accesi.
E disser prigionieri a Dori, a Teti,
con la lingua d’amor ch’io solo intesi:
— Dolce è morir fra sí pompose reti! —