Aumento del capitale sociale della ferrovia da Torino a Susa
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Aumento del capitale sociale della ferrovia
da Torino a Susa.
Signori! — La legge del 26 giugno 1832 stabili che alla spesa di costruzione della strada ferrata da Torino a Susa si sarebbe sopperito mediante l’emissione, per un valore corrispondente al suo costo, di azioni alle quali veniva abbandonato la metà del prodotto lordo da ricavarsi dall’esercizio della strada, ed assicurato in ogni evento l’interesse dei 4 e mezzo per cento, interesse che doveva essere loro corrisposto dall’erario pubblico, anche prima dell’apertura della strada.
Invece poi di disporre, come suole praticarsi in quasi tutte le imprese industriali e segnatamente in quelle che hanno per iscopo la costruzione di ferrovie, che gli interessi dalle finanze anticipati facessero parte del conto capitale, volle che di questi le finanze venissero compensate sui prodotti assegnati agli azionisti, quando tali prodotti superassero il tasso minimum del 4 e mezzo per cento ad essi guarentito.
Una tale disposizione, che si riconosce in ora contraria del pari agli interessi dello Stato ed a quelli della società, fu adottata perchè all’epoca dell’emanazione della sopra citata legge si considerava come pochissimo probabile il ricavo dall’esercizio della strada di un prodotto netto maggiore del 4 e mezzo per cento, e si voleva quindi limitare al possibile l’emissione delle azioni, onde renderne men difficile lo smercio, sia ai costruttori delta strada, sia allo Stato fra i quali esse dovevano venir divise per giusta metà.
Il movimento però che si è sviluppato sulla ferrovia di Susa, tosto che fu aperta al pubblico, superò di gran lunga la generale aspettativa, e, dopo pochi mesi d’esercizio, riuscì evidente che i prodotti della strada sarebbero stati tali da far godere agli azionisti un interesse maggiore di quello ad essi assicurato, quando le finanze non avessero avuto il dritto di prelevarne una parte per ricupero delle fatte anticipazioni.
Infatti gli introiti d’ogni natura sulla ferrovia di Susa dall’epoca della sua apertura furono i seguenti:
Nel mese di giugno | L. | 48,483 83 |
»luglio | » | 80,912 13 |
»agosto | » | 32,226 73 |
»settembre | » | 33,726 73 |
»ottobre | » | 86,197 88 |
Totale | L. | 263,347 32 |
Gli introiti del mese di novembre ora spirante, che già possono con certezza valutarsi, aumenteranno anziché diminuire tale media.
Calcolando su questa base, l’annuo prodotto della strada sarebbe di lire 632,400, e la metà da attribuirsi agli azionisti lire 316,200.
Ora gli interessi del 4 e mezzo assicurati agli azionisti sul costo reale della strada di lire 6,270,000, non sommando che a lire 282,130, ne consegue che, ove la società non avesse verun debito verso le finanze, essa potrebbe ripartire un dividendo di lire 34,050.
Si potrà forse da taluno avvertire essere i mesi dai quali l’annuo prodotto venne dedotto quelli che sono i più proficui; doversi calcolare sopra una diminuzione d’introiti nella stagione iemale, e che perciò si deve fare assegno sopra una rendita minore di quella sopra stabilita.
Quest’obbiezione sarebbe valevole quando si trattasse di una strada da molti anni aperta al pubblico, sulla quale già si fosse sviluppato il movimento al quale dà ovunque origine lo stabilimento di celeri ed economiche comunicazioni. Ma se si osserva che i prodotti sui quali si poggiano i nostri calcoli si verificarono nei primi mesi d’esercizio della strada, durante una parte dei quali non era ancora ordinato il servizio delle mercanzie, e che questo si ottenne in condizioni economiche ed igieniche del paese sfavorevolissime, non si potrà più riputare esagerata l’ipotesi da noi adottata.
È certo che, se la strada di Susa avesse trasportate sin da giugno le merci tutte come le trasportò in ottobre; se il concorso dei viaggiatori non fosse stato in agosto e nei mesi successivi scemato dall’invasione del còlera, si sarebbe ottenuto una rendita molto maggiore, e la media mensile da noi stabilita in lire 52,700 sarebbe stata di oltre alle lire 60,000.
D’altronde è fatto incontrastabile che su tutte le strade ferrate si verifica nei primi anni di esercizio un regolare progressivo aumento di prodotti, che si può senza esagerazione valutare in condizioni normali a! 10 per cento per un periodo non minore di tre anni.
Ciò essendo, crediamo poter asserire essere probabile che i prodotti della strada ferrata di Susa nel prossimo esercizio, anziché rimanere al disotto, supereranno di molto la cifra da noi indicata.
Dato quindi per fatto positivo che la parte dei prodotti della strada attribuita agli azionisti sia maggiore del minimum d’interesse loro assicurato, è evidente che l'obbligo di lasciare l’intero di più alle finanze per compensarle degli interessi da esse anticipati, debba tornar loro in modo singolare grave ed esercitare una funesta influenza sul corso delle azioni.
Si sa che i valori industriali, massime nei tempi difficili e d’incerto avvenire, si valutano non tanto in vista dei lontani benefizi che da essi si possono sperare, ma bensì dall’utile immediate che se ne ricava.
Ond’è che, ove si avveri che per due o tre anni le azioni di Susa non frutteranno ai loro possessori che il 4 e mezzo, verranno considerati come fondi pubblici a quel tasso, epperciò il corso di esse scapiterà del iO, del 1S per cento e fors’anche di più, ciò che tornerebbe di gravissimo danno non solo ai costruttori della strada ed a coloro che da essi acquistarono azioni, ma più ancora alle finanze dello Stato le quali ne ritengono l’intera metà1.
Per ovviare a questi inconvenienti, la gran maggioranza degli azionisti della strada di Susa raccolti in adunanza deliberarono di chiedere che venisse autorizzata per legge l’emissione di nna nuova serie d’azioni allo scopo principale di rimborsare immediatamente le finanze delie loro anticipazioni, ed altresì per costituire un piccolo fondo di riserva onde provvedere alle spege ordinarie, come anche alie spese eventuali lasciate a carico della società.
L’avere delle finanze per interessi anticipati sino a! 25 maggio scorso, giorno in cui venne aperto l’esercizio della strada, sale a lire 193,328 08 i[2; epperccò per rimborsarle si richiedono, non tenuto conto delle frazioni, 386 azioni, le quali, aggiunte alle 12,540 create colla legge 26 giugnol852, porterebbero il numero delle azioni a 12,926 ed il capitale sociale a lire 6,463,000.
Gli azionisti chieggono che il capitale sia portato a lire 6,500,000, onde poter disporre di lire 37,000 rappresentate da 74 azioni come fondo di riserva da destinarsi a pagare il premio d’assicurazione contro gl’incendi delie stazioni, ed a eseguire i ripari di quelle opere la cui manutenzione è lasciata a carico delia società.
Onde rendere più facile l’accettazione di queste proposte, i costruttori della strada, cioè la società Brassey, Jackson ed Henfrey, si dichiarano ad un tempo disposti a ricevere in pagamento di quanto è ancora loro dovuto in contante la metà delle nuove azioni da rilasciarsi alle finanze.
Con questo temperamento il ministro delle finanze non esitò a riconoscere opportune le modificazioni da introdursi nel capitolato delia strada ferrata di Susa, sia nell’interesse dello Stato, sia in quello degli azionisti, epperò egli viene ora a proporvi di approvarle con apposita legge.
A prima giunta potrà a taluno parere che le anzidette modificazioni accrescano gii oneri che le finanze si sono assunti, senza procurare loro verun benefizio, e quindi non doversi accettare dal Parlamento senza imporre alla società un qualche maggiore corrispettivo.
Non dureremo molta fatica a dimostrare l’erroneità di questa obbiezione.
A che cosa si riducono infatti le concessioni chieste dagli azionisti? Ad accrescere il capitale guarentito della somma di lire 230,000, ed a poter pagare immediatamente gli interessi anticipati con azioni al pari.
Rispetto alla prima domanda, essa mira, è vero, ad un favore; ma questo favore è più apparente che reale; accogliendola, il Governo assicura agli azionisti gli interessi al 4 e mezzo sopra lire 6,800,000, ossia l’annua somma di lire 292,800 ; ma, perchè questa guarentigia cagionasse un sacrificio alio Stato, bisognerebbe che il prodotto lordo della strada di Susa fosse inferiore a lire 585,000, ossia non raggiungesse la media mensile di lire 48,780. Ora abbiamo ampiamente dimostrato che è non solo probabile, ma quasi certo che questa media sarà di gran lunga maggiore deila sopra notata cifra negli anni venturi.
Ciò essendo, pare non potersi disconoscere che la concessione della prima domanda nulla costa alio Stato.
La seconda domanda delia società pare in sulle prime dover riuscire onerosa alle finanze.
Perchè, si dirà, accettare in pagamento azioni industriali, mentre esse scapitano non poco alla Borsa?
Ovvia è la risposta per due motivi. II primo, perchè la metà delle azioni trovano un immediato impiego alle stesse condizioni alle quali le finanze le ricevono; il secondo, perchè l’erario incassa subito una somma che non sarebbe rientrata nelle sue casse se non entro il giro di parecchi anni.
Le finanze possono bensì richiedere i! pagamento in numerario delle lire 195,000 anticipate; ma debbono contentarsi di percepire ad ogni semestre quella sola parte dei prodotti della strada abbandonati alla società, che supera l’ammontare degli interessi assicurati. Su queste basi è probabile che l’erario non sarebbe rimborsato se non entro un periodo di tre anni2. Ne consegue che il credito delle finanze verso gli azionisti di Susa deve considerarsi come non esigibile se non dopo 18 mesi. Per accertare il suo lavoro attuale, vuoisi adunque dedurre dai capitale 18 mesi d’interessi, valutando questi al 6 per cento, tasso al quale si negoziano i Buoni del Tesoro a lunga mora, conviene detrarre dalla somma di lire 193,000, dovuta alle finanze, il 9 per cento, ossia lire 17,280.
Stabilito l’utile che procura all’erario l’immediato rimborso delle sue anticipazioni, vediamo qual sia l’importanza del sacrifizio a cui soggiacerà, accettando azioni al pari inrecedi numerario. Il suo credito èssendo di lire 193,000, riceverà 386 azioni; ma, potendo disporne della metà pure al pari nei pagamenti ancora da farsi ai signori Brassey, Jackson ed Henfrey, la perdita che gli può toccare si riduce alio scapito delle 193 che egli dovrà vendere al corso della Borsa.
Io porto fiducia che la legge sottoposta alle vostre deliberazioni debba migliorare d’assai ii corso di queste azioni e farle risalire al pari. Ma, dato pure che ciò non sia, queste azioni si venderanno con 50, con 60, con 75 lira di perdita al più. Ora, nell’ultima peggiore ipotesi, le finanze perderebbero lire 14,475, cioè lire 3000 circa di meno dell’utile ricavato dall’immediato pagamento del loro credito.
Ma se, come abbiamo dimostrato, le finanze non soffrono danno diretto dalle modificazioni proposte al capitolato della strada di Susa, come principali azionisti possono da esse ripromettersi un notevole benefizio. Se, come è indubitato, it progetto attuale deve migliorare di moito il corso delle azioni, nessuno più dello Stato ha interesse alia accettazione di dette modificazioni.
Le finanze infatti, possedendo 6270 azioni che vogliono e debbono alienare in epoca non remota, an aumento di prezzo di 20 o 30 lire per azione loro procurerebbe un benefìcio dieci volte maggiore della perdita che loro può toceare sulle poche nuove azioni che esse saranno nel caso di vendere alia Borsa.
Quest’uitima considerazione ha per sé sola tanto peso, che non dubitiamo che essa basti a persuadervi della massima opportunità del progetto di legge sottoposto alle vostre deliberazioni ed a disporvi perciò a darvi la vostra approvazione.
PROGETTO DI LEGGE.
Art. 1. Il capitale sociale della ferrovia da Torino a Snsa, stabilito colla legge del 14 giugno 1882 in lire 6,270,000, sarà accresciuto di lire 230,000 e portato così a lire 6 milioni e SOO mila.
Art. 2. L’aumento suddetto avrà luogo mediante una emissione di azioni 460 di tire SOO cadaua con decorrenza dal t° gennaio 1885, in aggiunta alle 12,840 azioni di cui nella succitata legge.
Art. 3. A conto di rimborso degli interessi in ragione del 4 e mezzo per cento, ascendenti a lire 193,328 OS 1 [2, che lo Stato ha dovuto pagare durante ia costruzione della strada sulle azioni emesse, il medesimo riceverà trecento ottantasei azioni costituenti la somma di lire 193,000, con che la società per la costruzione della strada si obblighi di ricevere al valore nominale la metà delle azioni stesse, ossiano azioni 198, in pagamento di corrispondente somma che potrà spettargli in numerario a mente dell’articolo 22 del capitolato annesso alla legge predetta.
Art. 4. Le rimanenti 74 azioni saranno depositate nella cassa dei depositi e dei prestiti, ed i relativi frutti saranno impiegati nel pagamento delle spese sì ordinarie che eventuali in servizio della strada, cadenti a carico della società a tenore del capitolato annesso alla ridetta legge.
Queste spese saranno fatte sulla proposta del comitato di sorveglianza da istituirsi dagli azionisti a tenore dell’articolo 39 del capitolato di concessione e col consenso del ministro delle finanze.
Signori! — Colla legge 26 giugno {852 fu decretata ed affidata ad una società d’industriali la costruzione di una strada ferrata da Torino a Susa per la somma fissa di lire 6,270,000, mediante l’emissione di 12,840 azioni da lire 800 caduna, guarentite di un interesse minimo del 4 1/2 per cento, da rilasciarsi la metà di dette azioni alla società costruttrice in corrispettivo dell’opera, e ritenersi l’altra metà dalle regie finanze.
In proporzione dell’avanzamento dei lavori e dei pagamenti in mora, furono sinora ripartitamente di tempo in tempo emesse 11,911 di dette azioni. Il Governo ne ritenne la parte alle finanze assegnata, pagandone il corrispondente ammontare in lire 2,978,800, ed anticipò inoltre, a termini dell’articolo 28 del capitolato annesso alta citata legge, gli interessi decorsi sino al giorno deU'attivazione della strada alte azioni antecedentemente emesse, nella somma di lire 193,325 08 1/2.
La strada fu posta in esercizio il giorno 25 maggio scorso, e da quell’epoca diede una rendita media di lire 52,700 per cadun mese, di cui la metà è dal capitolato riservata alia regia amministrazione in compenso dell’esercizio della strada da essa assunto, e l’altra metà deve abbandonarsi ai ritentori delle azioni.
Questa rendita supera l’interesse eome avanti guarentito in favore delle azioni ; ma siccome, giusta il disposto del ei tato articolo 28 del capitolato, le finanze sono in diritto di compensarsi degli interessi da esse anticipati, durante il tempo della costruzione, sulla rendita dei primi annidi esercizio, ne segue che, sino al totale rimborso dovuto alie finanze, le azioni non percevono nè potranno percevere fuorché il provento minimo loro assicurato del 4 1/2 per 100.
Un sì scarso interesse, a fronte di quello di cui godono gli altri titoli delle strade ferrate dello Stato e gli stessi fondi pubblici, ritiene necessariamente le azioni della ferrovia di Susa ad un corso meno elevato.
Questa condizione di cose è perniciosa ai ritentori delle azioni, ma più particolarmente alle finanze, che ne posseggono l’intiera metà, e cbe non possono alienarle per non incontrare una considerevole perdita, quantunque il prodotto dell’alienazione ne sia stato compreso sul bilancio attive del corrente esercizio 1854.
Opportunamente i portatori delle azioni distribuite a! pubblico, convocati in generale adunanza il 9 novembre scorso, chiesero, con appesita deliberazione, che venisse autorizzata per legge l’emissione di una nuova serie di 460 azioni, da applicarsi per il numero di 386 all’immediato rimborso alle finanze degli anticipati interessi, e per le altre 74 a costituire un fondo di riserva con cui provvedere alle spese ordinarie cd eventuali della società, portando in tal modo il numero totale delle azioni a 13,000 ed il capitale sociale a L. 6,800,000.
Aggiungere cosi al capitale speso in una data intrapresa gii interessi del capitale medesimo sinché non si rende fruttifero, è conforme a quanto ordinariamente si pratica non solo dalle società industriali ma altresi dai privati.
Onde agevolare l’accoglimento delle proposte modificazioni e l’accettazione al valer nominale, per parte delie finanze, delie nuove azioni ad emettersi in compenso degli interessi da esse esposti, la società Brassey, Jackson ed Henfrey, costruttrice della strada, si dichiarò pronta dal suo canto a ricevere egualmente al pari la metà delle nuove azioni che saranno rilasciate alle finanze in pagamento di ciò che le è ancora dovuto in contanti.
Il Governo ha giudicate tali complessive proposte utili alle finanze, sia perchè queste vengono pertalomodo a riscuotere senza ritardo il rimborso degli anticipati interessi, che non potrebbero altrimenti conseguire fuorché ripartitamente in vari anni senza alcun provento, sia è principalmente perchè, potendosi quindi ripartire tutto ii prodotto della strada a beneficio delle azioni, ii corso di queste deve necessariamente rialzarsi e rendere possibile ia vendita delle azioni ritenute dalle finanze, con nessuno od assai lieve pregiudizio. Indi il progetto di legge che vi è sottoposto.
Sulla convenienza det quale progetto andarono, per gli addotti motivi, unanimi gli uffici della Camera, se non che uno di essi incaricò il proprio commissario di indagare colla Commissione se, aumentandosi il capitale sociale, ed estendendosi la guarentigia ad un maggior numero di azioni, non venga ad aggravarsi i’onere dallo Slato assuntosi, ad accrescersi cioè il pericolo che, rendendosi il prodotto della strada incapace a coprire l’interesse del 4 i/2 per cento da corrispondersi alle azioni, vi debba, tosto o tardi, per più o meno lungo tempo, sopperire lo Stato; mala Commissione, calcolando colle cifre dal Ministero prodotte nella relazione anteposta al progetto di legge, non ebbe difficoltà a riconoscere che ia rendita media delia strada, secondo l’esperienza dei trascorsi mesi, supera sin d’ora l’interesse non solo delle azioni create colla legge di concessione, ma di quelle altresì ad emettersi in dipendenza di questa legge, nè è a credersi che ia rendita sin qui verificatasi abbia raggiunto il suo culmine, e non sia piuttosto per aumentare col progresso dei tempo, siccome avviene di ogni strada ferrata di recente avviata; il che vuol tanto più essere detto d’una strada che per la ferrovia di Savoia in costruzione, e per le importanti fonti da cui verrà ad essere da quella parte alimentata, può considerarsi come una linea di grande comunicazione, e presenta la speranza di un prospero avvenire. Sarà perciò sempre maggiormente ipotetico il caso in cui lo Stato abbia a soggiacere a qualche sacrificio per la promessa guarentigia.
Sono egualmente evidenti e persuasive le dimostrazioni in cui si estende la relazione ministeriale per provare cbe il danno che potessero per avventura risentire le finanze dalTaccettare ai pari in pagamento degli anticipati interessi le indicate 386 azioni, mentre scapitano del loro valore nominale, e dal ritenerne momentaneamente la metà per loro conto, è abbondantemente compensato dall’anticipata riscossione delle lire 193,328 05 1/9, ma più ancora dal maggior prezzo che si potrà ricavare dalia vendita delle altre azioni a mani del Governo, e dal vantaggio di poter adoperare il capitale da esse rappresentato per le esigenze dei pubblico servizio, dacché si fece assegnamento sopra di esso nel bilancio, e si richiederebbero ben maggiori sacrifizi per provvedere altrimenti il capitate medesimo. La vostra Commissione non esita perciò a proporvi l’adozione pura e semplice del progetto del Ministero, di cui gli articoli 1 e 2 stabiliscono l’aumento del capitale sociale e del numero delle azioni, ed il 3 ed il 4 il modo d’impiego delle nuove azioni ad emettersi sotto le cautele richieste dall’interesse dello Stato.
Signori! — Ho l’onore di sottoporre alle deliberazioni del Senato un progetto di legge adottato dalla Camera dei deputati nella seduta del 8 gennaio volgente, per cui il capitale sociale della ferrovia da Torino a Susa, stabilito colla legge del 14 giugno 1882 in lire 6,270,000 viene accresciuto di lire 230,000 e portato cosi a lire 6,800,000 mediante una emissione di azioni 460 di lire 800 caduna, con decorrenza dal i° gennaio 1835 in aggiunta alle 12,540 azioni di cui nella legge succitata.
Cosiffatto aumento fu richiesto dalla maggioranza degli azionisti della ferrovia suddetta allo scopo principalmente di ^ rimborsare le finanze delle loro anticipazioni per gli interessi del 4 1/2 per 100 che dovettero corrispondere sulle azioni emesse quando la strada non era ancora in esercizio, ed altresì per costituire un piccolo fondo di riserva onde provvedere alle spese ordinarie, come anche alle spese eventuali lasciate a carico della società e far luogo così ad un dividendo sui prodotti delia strada oltre l’interesse dei 4 1/2 a norma di quanto stabilisce la legge summentovata.
I motivi che consigliarono il Governo ad assecondare tali instanze essendo ampiamente sviluppati nella relazione che accompagnò la proposta legge alia Camera dei deputati nella seduta del 30 novembre ultimo scorso, io non posso che riferirmi ai motivi stessi per appoggiarne l’adozione presso il Senato.
Signori! — Lo statuto della società della strada ferrata da Torino a Susa veste un carattere dissimile da quello delie altre società istituite in pari tempo pella costruzione di altre strade ferrate del regno.
In esso l’intervento del Governo era biforme: dall’un canto questi s’associava all’impresa assumendo a suo carico la metà delle azioni ; dall’altro s’erigeva in garante della società assicurando agli azionisti il 4 1/2 per cento.
Questo 4 1/2 percento è stato poi pagato dal Governo finché la via fu in costruzione; e dopo la sua apertura bastarono gli utili di essa per far fronte al servizio dell’interesse fissato. Ne risultò quindi a favore del Governo un credito di lire 193,328 05 1/2.
Ma la legge per altra parte stabiliva che, venendo il caso di un sufficiente dividendo, fosse bonificato al Governo lo avanzo fatto, applicando a suo profitto quelle somme annuali che sopravanzassero al servizio del 4 e 1/2 per cento dovuto agli azionisti.
Ora ne risultò dall’esperienza che questa vincolazione, la quale fissa invariabilmente il profitto delle azioni al solo 4 e 1;2 finché sia soddisfatto il debito verso lo Stato, produsse un risultato sfavorevole nel valore commerciale delle stesse azioni le quali non godettero alla Borsa di quei vantaggio, che avrebbe pur dovuto loro procurare la bella riuscita dell’impresa.
La maggioranza quindi degii azionisti venne in pensiero di proporre al Governo Timmediato rimborso della sopra accennata dovuta somma coll’emissione di 460 nuove azioni, l’importo delle quali peila concorrenza di 386, calcolate a) pari, servirebbe a soddisfare la somma avanzata dalle finanze, mentrechè le restanti 74 si terrebbero come fondo di riserva da destinarsi a far fronte a varie spese correnti.
Lo Stato entrerebbe dunque in quest’operazione nella doppia sua qualità d'azionista e di creditore.
Non occorre parlare della convenienza come azionista. La proposta stessa fatta dalia maggioranza dei proprietari delle azioni è una prova sicura del vantaggio che la società si lusinga di rilrarne.
Circa poi il secondo punto, quello del venire io Stato soddisfatto del suo credito con azioni calcolate al pari, mentre esse scapitano alla Borsa, gioveranno le seguenti osservazioni :
1° Essere già stabilito di comune accordo che delle 386 azioni di cui s’incarica i! Governo, la metà, cioè 193, saranno rimesse pure al pari alia società costruttrice della strada per residuo credito: nuovo argomento in conferma sulla convenienza dell’operazione; 2“ Essere chiaro che lo Stato ritrarrà un benefizio positivo' co! ricevere immediatamente il rimborso d’una somma, cbe non avrebbe avuto dritto d’esigere che a rate semestrali senza interesse;
3° Essere opinione plausibile degl’interessati che la possibilità di riscuotere un dividendo maggiore del 4 e ij2 per cento farà salire il corso delle azioni alla Borsa, il quale aumento cadrà a benefìzio dello Stato non solo per le !93 nuove azioni di cui ora s’incarica, ma eziandio per le BOOO e più che esso tiene tuttora in portafoglio. Per le quali sopra indicate ragioni il vostro uffizio centrale è d’avviso che convenga accettare la proposta tal quale è consegnata nel progetto di legge.
Note
- ↑
Azioni emesse al giorno d’oggi 11,911 Id.ritenute dalle finanze 5,957 Id.nelle mani del pubblico 5,954 rappresentate all’adunanza del 9 novembre 1854 3,891 Proporzione fra le azioni nelle mani del pubblico e le rappresentate 65 0[0 - ↑ Supponendo che i prodotti della strada sieno tali da far conseguire agli azionisti il 5 ½, si richiederanno 3 anni per rimborsare le finanze.