Atti del parlamento italiano (1861)/6
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TORNATA DEL 14 MARZO 1861
PRESIDENZA DEL COMMENDATORE RATTAZZI.
La seduta è aperta a mezzogiorno.
cavallini, segretario, dà lettura del processo verbale della tornata precedente, che è approvato.
gigliucci, segretario, espone il seguente sunto di petizioni.
6848. 128 cittadini di Monteleone, Calabria Ulteriore seconda, domandano che quel municipio venga ripristinato nel diritto di pesca nella tonnara di Bivona, concesso dal ex-re di Napoli alla famiglia dei duchi Pignatelli.
6849. Campana Nobile Giovanni Battista, di Genova, propone alcune modificazioni da introdursi nell’alfabeto e nella pronuncia della lingua italiana. (Ilarità)
6850. Pagani Pasquale, di Ferago, mandamento di Gallarate, provincia di Milano, chiede di essere reintegrato nella pensione statagli assegnata dal Governo austriaco per prestati servizi militari.
atti diversi.
presidente. Comunicherò prima di tutto alla Camera il risultato della votazione per la nomina della Commissione della biblioteca.
Votanti 187, maggioranza 94; nessuno ottenne la maggioranza; ebbero il maggior numero di voti i seguenti deputati:
Cavour Gustavo, 90 — Vegezzi Ruscalla, 74 — Giorgini, 44 — Ranieri, 42 — Ferrari, 33 — Bon-Compagni, 33 — Guerrieri, 26 — Canestrini, 20 — Macchi, 18 — Baldacchini, 16 — Bonghi, 15 — Tari, 14.
Quindi si dovrà procedere ad una nuova votazione; il che avrà luogo sul finire della seduta o nella prossima.
Il signor Oreste Marcoaldi fa omaggio di 450 esemplari di un opuscolo: Considerazioni intorno alla soppressione del circondario di Fabriano nel nuovo riparto territoriale delle Marche.
Il dottore Giambattista Garibaldi fa omaggio d’una copiadel Manuale pratico di chirurgia giudiziaria, in relazione alle leggi pel nuovo regno italiano.
Il deputato marchese Gioachino Pepoli fa omaggio d’una raccolta degli atti ufficiali del Governo dell’Umbria.
D. Luigi Tosti, monaco cassinese, fa omaggio di 250 copie di un opuscolo intitolato: San Benedetto al Parlamento Nazionale.
Il deputato Ranco scrive che, essendo incaricato dal Governo di recarsi nelle provincie meridionali, avrebbe d’uopo di un congedo di 40 o 45 giorni.
Se non vi sono osservazioni, s’intenderà accordato.
(È accordato.)
Il deputato Grillenzoni da Ferrara scrive:
«Trattenuto a casa mia per ragione di malattia, mi vedo con dolore impedito di prender parte alla solenne votazione colla quale il Parlamento nostro autorizzerà Vittorio Emanuele II ad assumere il titolo di Re d’Italia. Non potendo altro, io prego la S. V. illustrissima a voler significare alla Camera come io, pur lontano, col profondo convincimento di compiere un sacro dovere verso la patria, e col cuore altamente commosso, dichiaro di associarmi al voto di tutti gli altri miei colleghi, i quali, nel chiamare Vittorio Emanuele Re d’Italia, sanciscono nella forma più solenne il diritto della nostra unità nazionale.
«Così Dio ci conceda di poter isperdere in breve ogni vestigio che resta del dominio e della prepotenza straniera!
«Ho l’onore,» ecc.
Pervennero all’ufficio di Presidenza due altre ozioni: il deputato Barracco, eletto dai collegi di Cotrone e Spezzano Grande, otta per Cotrone.
Il deputato Turrisi, eletto dai collegi di Palermo 2° e Cefalù, otta per Palermo 2°.
Essendo presenti alcuni deputati i quali non hanno ancora prestato il giuramento, ne leggerò la formola, invitandoli a prestarlo.
(Prestano il giuramento i deputali Torrearsa, Costa e Correnti.)