Astronomia/Capitolo quinto/2

Splendore e grandezza delle stelle

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Joseph Norman Lockyer - Astronomia (1904)
Traduzione dall'inglese di Giovanni Celoria (1904)
Splendore e grandezza delle stelle
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§ II.

Splendore e grandezza delle stelle.

209. Osservando di notte il cielo stellato, una delle prime cose che attraggono la nostra attenzione è la diversità degli splendori apparenti delle stelle.

Questa diversità proviene dalle due cause seguenti: le stelle non hanno tutte eguali dimensioni, e la superficie dell’una è più lucente che quella dell’altra; le stelle non sono egualmente lontane, ma sono variamente disseminate in tutta la profondità dello spazio.

Vi hanno infatti stelle delle quali fondatamente si può dire che sono dieci o cento volte più distanti che altre stelle, e ciò sebbene al nostro sguardo le stelle paiano incastonate tutte in una stessa vôlta azzurra, di forma rotondeggiante. Da lungo tempo però è noto che tale vôlta non esiste, che essa è una semplice illusione, di cui non tutte le cause sono ancora ben conosciute.

210. Le stelle visibili ad occhio nudo soglionsi classificare in sei ordini di grandezza: le stelle di prima grandezza sono circa 20, e sono anche le più brillanti del cielo; le stelle di sesta grandezza sono quelle che ancora si possono discernere ad occhio nudo, da chi ha buona vista, in una notte ben serena e senza Luna; le stelle di seconda, [p. 196 modifica]terza, quarta e quinta grandezza segnano in proporzione uniforme gradi intermedi di splendore.

Le stelle visibili ad occhio nudo, in tutto il cielo, sono forse 60001; ma moltitudini sempre maggiori di stelle si vedono con cannocchiali di potenza crescente, e coi cannocchiali della massima forza, sinora costruiti, si calcola che diventino visibili almeno venti milioni di stelle.

Per le stelle telescopiche si continua la scala degli ordini di grandezza stabilita per le stelle visibili ad occhio nudo, e si addotta fra le successive grandezze la stessa progressione adottata per le stelle più luminose. Le prime stelle invisibili all’occhio nudo si dicono della settima grandezza, e giù giù si discende, passando per le grandezze ottava, nona e via, fino alle stelle della sedicesima grandezza, che sono le ultime e più fioche stelle manifestate dagli apparati ottici della maggior potenza.

L’esperienza ha fatto vedere che le stelle di una data grandezza hanno in generale circa due volte e mezzo più splendore apparente di quelle della grandezza consecutiva, che cioè una stella ad es. della sesta grandezza è circa due volte e mezzo più luminosa (in apparenza) che una stella della settima grandezza, e così via2.

Note

  1. 5719 secondo alcuni, 5850 secondo altri.
  2. Le grandezze fotometriche delle stelle formano una progressione geometrica nella quale il rapporto costante della intensità luminosa di una stella dell’ordine a a quella di una stella dell’ordine a + 1 è espresso dal numero 2,5119; con altre parole questo numero rappresenta quanto una stella di una grandezza determinata splende meno di una stella di maggior splendore e di grandezza diversa di una unità.