Arpie del mar, che da l'estreme sponde
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Questo testo fa parte della raccolta Poesie varie (Marino)/Versi di occasione
ix
ai corsari
che infestavano le spiagge di Taranto.
(1594)
Arpie del mar, che da l’estreme sponde
venite a depredar le nostre arene,
e fosco intorno il ciel lasciate, e piene
di spavento e d’orror le piagge e l’onde;
lunge da queste rive alme e feconde,
e da queste innocenti aure serene,
l’ali spiegate, e ne le proprie vene
ite a sfogar l’avare voglie immonde.
Schiera d’ingordi e spaventosi mostri
Proteo contro v’irríti, e ’l re de’ venti
l’acque e i nembi congiuri a’ danni vostri.
Venga chi degli artigli aspri e pungenti
l’arme rintuzzi, ed a le penne e ai rostri
sien le stelle nemiche e gli elementi.