Aridosia/Atto terzo/Scena quarta

Atto terzo
Scena quarta

../Scena terza ../Scena quinta IncludiIntestazione 27 aprile 2008 75% Teatro

Atto terzo - Scena terza Atto terzo - Scena quinta

Ser Iacomo e Aridosio

Iacomo
Venite sicuramente, che sono iti affatto.
Aridosio
Affatto, affatto?
Iacomo
Come v’ho io a dire?
Aridosio
Ringraziato sia Iddio; a ogni modo, e’ dovevano essere un monte di poltroni a starsi tutto il dì nel letto a voltolare, e gli avevano ancora mezza la tavola apparecchiata; ma che farò io di quel letto, di quella tavola e di quelle masserizie che v’hanno portate? Dio me ne guardi ch’io adoperassi cose di diavoli.
Iacomo
Mandatemele a me, che son ciurmato.
Aridosio
E voi tocchereste mai queste cose? egli è meglio che io le faccia vendere.
Iacomo
Avea trovato l’uomo.
Aridosio
Mi pagheranno tutti i danni che m’hanno fatti in casa, e non avrò d’andar dietro a lor promesse.
Iacomo
E che danni v’hanno ei fatto?
Aridosio
Rotta una pentola, arsa una granata e della legna credo, ch’io non mi ricordo a punto quanti pezzi egli erano.
Iacomo
Voi siete valente a tenere a mente i pezzi della legna.
Aridosio
Chi è povero bisogna che faccia così.
Iacomo
E a me non si vien niente della mia fatica?
Aridosio
Oh! Lucido m’aveva detto che non volevate nulla.
Iacomo
Egli è il vero ch’io dissi, che non voleva altro se non quello che piaceva a voi.
Aridosio
O così fanno gli uomini da bene; venitene stasera a cena meco per questo amore.
Iacomo
Cotesto non l’arò io; che non vo’ morir di fame.
Aridosio
Che dite voi?
Iacomo
Dico che vi verrò molto volentieri, che ho una gran fante.
Aridosio
Oh ser Iacomo, ogni troppo sta per nuocere; ei vi sarà un colombo, che ieri tolsi di bocca alla faina, e del finocchio: non vi basta?
Iacomo
Sì, sì, o gli è roba d’avanzo.
Aridosio
Oh voi non sapete il ben ch’io vi voglio? Vi giuro per questa croce, che s’io non avessi dato quel rubino agli spiriti, ch’io ve lo donerei, ed alla fè, me ne sa peggio per amor mio che per vostro.
Iacomo
Io l’ho per ricevuto.
Aridosio
Lo fo perchè voi veggiate ch’io non son misero come son tenuto; ma andatevi con Dio, non istate più a disagio; a rivederci stasera.
Iacomo
A Dio dunque.
Aridosio
Mi raccomando. — Oh che fa sapere usare quattro parole a tempo! Ma che indugio più a cavar la mia borsa e riporla per poter trovar Tiberio? acciocchè io gli faccia patir la pena di quanti peccati egli fece mai a’ suoi dì? ma ecco appunto uno che vien di qua, che mi guasta il mio disegno: aspetterò che sia passato.