Aridosia/Atto terzo/Scena quarta
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Lorenzino de' Medici - Aridosia (1536)
Atto terzo
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Ser Iacomo e Aridosio
- Iacomo
- Venite sicuramente, che sono iti affatto.
- Aridosio
- Affatto, affatto?
- Iacomo
- Come v’ho io a dire?
- Aridosio
- Ringraziato sia Iddio; a ogni modo, e’ dovevano essere un monte di poltroni a starsi tutto il dì nel letto a voltolare, e gli avevano ancora mezza la tavola apparecchiata; ma che farò io di quel letto, di quella tavola e di quelle masserizie che v’hanno portate? Dio me ne guardi ch’io adoperassi cose di diavoli.
- Iacomo
- Mandatemele a me, che son ciurmato.
- Aridosio
- E voi tocchereste mai queste cose? egli è meglio che io le faccia vendere.
- Iacomo
- Avea trovato l’uomo.
- Aridosio
- Mi pagheranno tutti i danni che m’hanno fatti in casa, e non avrò d’andar dietro a lor promesse.
- Iacomo
- E che danni v’hanno ei fatto?
- Aridosio
- Rotta una pentola, arsa una granata e della legna credo, ch’io non mi ricordo a punto quanti pezzi egli erano.
- Iacomo
- Voi siete valente a tenere a mente i pezzi della legna.
- Aridosio
- Chi è povero bisogna che faccia così.
- Iacomo
- E a me non si vien niente della mia fatica?
- Aridosio
- Oh! Lucido m’aveva detto che non volevate nulla.
- Iacomo
- Egli è il vero ch’io dissi, che non voleva altro se non quello che piaceva a voi.
- Aridosio
- O così fanno gli uomini da bene; venitene stasera a cena meco per questo amore.
- Iacomo
- Cotesto non l’arò io; che non vo’ morir di fame.
- Aridosio
- Che dite voi?
- Iacomo
- Dico che vi verrò molto volentieri, che ho una gran fante.
- Aridosio
- Oh ser Iacomo, ogni troppo sta per nuocere; ei vi sarà un colombo, che ieri tolsi di bocca alla faina, e del finocchio: non vi basta?
- Iacomo
- Sì, sì, o gli è roba d’avanzo.
- Aridosio
- Oh voi non sapete il ben ch’io vi voglio? Vi giuro per questa croce, che s’io non avessi dato quel rubino agli spiriti, ch’io ve lo donerei, ed alla fè, me ne sa peggio per amor mio che per vostro.
- Iacomo
- Io l’ho per ricevuto.
- Aridosio
- Lo fo perchè voi veggiate ch’io non son misero come son tenuto; ma andatevi con Dio, non istate più a disagio; a rivederci stasera.
- Iacomo
- A Dio dunque.
- Aridosio
- Mi raccomando. — Oh che fa sapere usare quattro parole a tempo! Ma che indugio più a cavar la mia borsa e riporla per poter trovar Tiberio? acciocchè io gli faccia patir la pena di quanti peccati egli fece mai a’ suoi dì? ma ecco appunto uno che vien di qua, che mi guasta il mio disegno: aspetterò che sia passato.