Aridosia/Atto secondo/Scena sesta
< Aridosia | Atto secondo
Questo testo è completo. |
Lorenzino de' Medici - Aridosia (1536)
Atto secondo
Scena sesta
Scena sesta
◄ | Atto secondo - Scena quinta | Atto terzo | ► |
Monaca alla ruota, Erminio, suor Marietta
- Monaca
- Ave Maria.
- Erminio
- Io vorrei che voi mi chiamaste la Fiammetta.
- Monaca
- Ell’è malata grave, e non vuole che nessun la visiti: non so se io mi gli potrò fare l’ambasciata.
- Erminio
- Fategline in ogni modo, e se non può venire, dite che mandi la maestra.
- Monaca
- Orsù, io vo.
- Erminio
- Egli è ben vero quel che si dice, che chi un paio di guanti logora intorno a queste grate, ce ne logora anche sei dozzine; quante volte ho io annoverati questi ferri, e considerati quali si dimenino, quali sieno impiombati, e quai no, e so in qual vano si può metter la mano a chius’occhi.
- Marietta
- Chi m’ha fatto chiamare? o Erminio, che c’è?
- Erminio
- Male, suor Marietta mia, poi che la Fiammetta ha male.
- Marietta
- Ell’ha avuto sì gran dispiacere di non ti poter venire a parlare, che non lo poteva aver maggiore, e non è venuta, perchè le monache non le vedano il corpo grosso; non già che le doglie la stringan tanto, ch’ella non fosse potuta venire.
- Erminio
- Che, ha doglie, eh?
- Marietta
- Oh ella potrebbe ad ogni ora fare il bambino.
- Erminio
- Meschino a me.
- Marietta
- La poverina si affligge tanto, che io non penso mai, ch’ella lo conduca a bene, e hammi detto che io ti dica da sua parte, che tu vada a trovare madonna Costanza sua zia, e che le faccia scrivere una lettera alla priora, per la quale la ricerchi, che dia licenza alla Fiammetta di farsi portar a medicare a casa sua.
- Erminio
- Oh! la priora non lo farà.
- Marietta
- Eh, sopra la fede d’una donna dabbene sua zia, e in un caso com’è questo, sì bene, perchè pel monasterio si crede, ch’ella stia per morire: s’ella fosse monaca non direi io così, ma alle non velate qualche volta si è concesso.
- Erminio
- Il tentar non nuoce.
- Marietta
- Fallo, in ogni modo: fallo, figliuol mio: e levaci così fatta pena dal cuore.
- Erminio
- Io la vorrei poter levar col proprio sangue, perchè io la leverei a voi e a me ad un tratto.
- Marietta
- Quanto più presto fai quest’opera, Erminio mio, tanto è meglio.
- Erminio
- Io andrò adesso, se vi pare.
- Marietta
- Va, che la paura mia è ch’ella non partorisca stasera.
- Erminio
- Dio ci aiuti.
- Marietta
- Oh, tu l’hai detto. Chi ha fede in lui non può far male.
- Erminio
- Io vo a far questa faccenda.
- Marietta
- Sì; ma non dir alla sua zia ch’ella sia gravida.
- Erminio
- Oh, voi dite le gran cose! s’ell’ha a andare a casa sua, non s’ha ella a vedere?
- Marietta
- Oh tu di’ il vero, io non aveva pensato a cotesto; ma come farem noi?
- Erminio
- Bisogna dirgliene.
- Marietta
- Fa tu, digliene in modo onesto.
- Erminio
- Lassate fare a me; volete altro?
- Marietta
- Ascolta; chi manderai tu che la porti?
- Erminio
- Oh voi pensate troppo in là: bisogna prima aver la licenza.
- Marietta
- Ella s’avrà.
- Erminio
- Dio il voglia. Raccomandatemi alla Fiammetta, e ditele che non pianga, e non s’affligga, poichè il piangere e lo affliggersi altro non fa che farle male, e tenetela confortata, che noi troveremo ben qualche modo, che si consoli.
- Marietta
- Così farò; ella mi disse bene che io te la raccomandassi tanto tanto.
- Erminio
- E sarebbe come raccomandare me a me medesimo suor Marietta mia.
- Marietta
- Ascolta, mandaci un poco di trebbiano da sciacquarle la bocca.
- Erminio
- Così farò; se vi manca altro fatemelo sapere.
- Marietta
- Vorremmo risposta di questa cosa presto.
- Erminio
- Io vo là adesso.
- Marietta
- Va sano, che Dio ti benedica.
- Erminio
- Io son certo che questa novella non ha a fare nessun buon effetto, perchè io credo, che la priora darebbe licenza prima a tutte le altre monache, che a lei; pur proverò per satisfare loro. Questa è la più corta.