Archivio storico italiano, serie 5, volume 7 (1891)/Pubblicazioni Periodiche

Archivio storico italiano 1891|Pubblicazioni Periodiche

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Archivio storico italiano, serie 5, volume 7 Archivio storico italiano, serie 5, volume 7


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PUBBLICAZIONI PERIODICHE





L’Ami des Monuments, N.° 9, pp. 247-260 (1889). - Müntz Eugène. Les artistes français du XIV siècle et la propagande du style gothique en Italie. Con due incisioni. - Osserva l’Aut. che, mentre vengono spesso rammentati gli artisti italiani che lavorarono in Francia, nessuno si prese mai cura di far parola dei francesi che esercitarono la loro arte in Italia: eppure non furono pochi coloro i quali nel secolo XIV dai principi e dai governi vi furono adoperati in vari lavori. Gli Angioini che sedevano sul trono di Napoli, i papi d’Avignone, i signori e le repubbliche italiane, in relazione continua colla Francia, favorirono al loro tempo gli artisti ultramontani, e furono cagione ch’essi si spargessero per la penisola. Da Napoli quindi a Milano s’incontrano nomi di architetti, scultori, orafi e pittori francesi, che vi avevano vari incarichi.

Furono architetti a Napoli Giovanni de Ynardo, provenzale, al servizio di Carlo II; Giovanni di Reims, Ugolino di Fiandra col fratello Giovanni e altri, ai quali furono commessi il tetto della badia di Montecassino e le pitture, che, come a S. Gio. Laterano, dovevano decorarlo; a Roma, il fratello di Pietro Poisson, Verano di Briande o Brioude, Guglielmo Colombier, mandati o condotti dai papi a restaurare la basilica di S. Pietro ed i palazzi apostolici; a Milano, dove numerosi concorrevano i forestieri per la costruzione del Duomo, che vi era stata iniziata nel 1386, i maestri Nicoletto di Bonaventura, Porino Loezar (forse Pietro Loisart), Giovanni Campomosi e Giovanni Mignot. Alla medesima costruzione del Duomo di Milano lavorarono gli scultori Pietro di Francia, Rolando Raniglia, Guglielmo de Veri di Francia, Anex Marchestem.

A Napoli ancora esercitarono l’oreficeria Stephanus Bonus d’Auxerre, Guglielmo di Verdelay, Richelectus de Ausuris. Roma vide i ricamatori Guglielmo e Bernardo de Frezenchis; Genova, il pittore Giannino di Francia Pisa, Artuinus che dipinse nell’Opera del Duomo.

A Siena fu maestro del pubblico orologio e fece le inferriate del Duomo Bertino di Piero di Rouen.

Questi artisti francesi, per quanto numerosi, non erano però i soli stranieri che venissero in Italia a lavorare alla costruzione dei nostri templi e dei nostri palazzi, alla decorazione dei medesimi, ad altri diversi lavori. Altri vi vennero, specialmente tedeschi, ed erano pei Francesi emuli temibili: tali erano Firimburg, Enrico di Gamodia (E. di Gmünd), Enrico di Ensingen di Füssingen d’Ulm, Ulrico di Frissingen, Fritz [p. 212 modifica]di Norimberga; Pietro di Giovanni di Friburgo, che lavorò al Duomo di Firenze dal 1386 al 1399; Pietro e Gualtiero di Monaco, Lasse d’Ungheria, architetti e scultori; Giovanni di Fiandra, maestro di specchi; Federico tedesco, Simone di Alemagna, Iacopo Conca di Brugia, pittori; Fiero d’Arrigo tedesco, Ottorolus de la Maguia, Baldolus de Alamania, Giovanni teutonico, orafi; e due tedeschi che a Siena facevano le carte da giuoco. — Ai nomi dei quali lo stesso Müntz aggiunse testè (Archivio storico dell’Arte, III, 1890, pp. 401-402) quelli di molti altri tedeschi e fiammiughi, che nel sec. XV esercitavano a Milano, a Lucca, a Palermo, all’Aquila, a Venezia, insomma in tutta Italia, ogni genere d’arte: la scultura, la pittura e l’architettura; e copiavano perfino e correggevano i manoscritti, e stampavano libri.

Questi vari artisti contribuirono colle loro opere a arricchire l’Italia di nuovi monumenti; i quali, uniti a quelli lavorati in Francia da Italiani sotto l’influenza dello stile di quella nazione, e mandati poi in Italia; aggiuntivi tutti i prodotti francesi importati nella penisola; furono una delle prime cause del diffondersi fra noi dello stile gotico. Il quale facilmente attecchì in tutte le città, dove non era sorta una scuola nazionale rigogliosa, come quella che fioriva a Firenze e a Siena, e lasciò traccie frequenti della sua influenza in molti monumenti.

E. C.




B. Pecci pubblica nell’Archivio della R. Società romana di storia patria, XIII, fasc. 3-4 (1890) una memoria col titolo: -Contributo per la storia degli Umanisti nel Lazio, dove discorre di Antonio Volsco, Giovanni Sulpizio, Novidio Fracco, Martino Filetico. E vi premette queste parole: «Queste poche notizie, racimolate qua e là nelle pubbliche biblioteche da manoscritti e da vecchie edizioni dimenticate, e semplice accenno a più completo lavoro, vorrei io dirette a provare quanto sia ingiusta e mal fondata una tal qual noncuranza in cui è tenuta una nobilissima parte d’Italia, quella che volgarmente chiamasi Ciociaria».

— In vari fascicoli dell’Archivio Storico napoletano (an. XIII, XIV, XV) il dott. Niccola Barone ha pubblicato, in forma di regesto, una copiosa e importante serie di Notizie storiche raccolte dai Registri Curiae della Cancelleria Aragonese. Di tali registri, che contengono lettere regie concernenti affari esterni e interni, ne rimangono solamente sette, che vanno saltuariamente dal 1482 al 1501: il B., come prefazione al regesto, ne dà una breve descrizione. - Queste Notizie sono ora riunite in un libro (Napoli, Giannini, 1890. In 8.o, di pp. 140).

— Negli Atti della R. Accademia delle Scienze di Torino il prof. Carlo Vassallo pubblica Un nuovo documento intorno al poeta astigiano Giangiorgio Allione, del 7 aprile 1503; e, per occasione di questo, dà nuove notizie biografiche e letterarie intorno a quel poeta.

[p. 213 modifica] — Col principio dell’anno corrente la Cultura, diretta dall’on. Ruggero Bonghi, da mensile che era, e composta di sole recensioni e notizie letterarie, si è trasformata in Rassegna settimanale di politica, scienze, lettere e arti. Si stampa in Milano dall’editore Vallardi; ma la direzione è sempre in Roma. Auguriamo al periodico rinnovato prospera vita.

— Nel Giornale storico della letteratura italiana, 1890, XVI. fasc. 3, è un articolo del prof. Carlo Errera, Ancora sull’autore del «Pecorone». In un fasc. preced. il dott. Emilio Gorra aveva creduto di potere identificare l’incognito ser Giovanni autore di quel libro in un mess. Giovanni di ser Fruosino, giudice fiorentino. L’E. combatte questa conclusione, mostrando l’insufficienza e in parte l’inesattezza degli argomenti addotti dal sig. G.; e v’aggiunge nuove indagini sull’epoca della composizione del «Pecorone», che egli conferma essere incominciato nel 1378, ma non compiuto prima del 1406.

— Ivi, 1891, XVII, fasc. 1, è una memoria in francese del sig. Camille Couderc, col titolo: Les poesies d’un florentin a la Cour de France au XVI siècle. Tratta di Bartolommeo Del Bene, che fu poeta della corte di Francia a tempo di Enrico III e di Caterina dei Medici; ne dà notizie biografiche accurate; restituisce a lui un codice della Biblioteca del Mans, che finora è stato creduto una raccolta di poesie italiane di vari autori; descrive questo codice e ne dà dei saggi; e pubblica infine poesie e lettere di esso Del Bene. — Nello stesso fascicolo il sig. Ludovico Frati discorre delle Tradizioni storiche del Purgatorio di S. Patrizio.

Nuova Antologia. - l.° gennaio 1891, - F. Gregorovius. Le grandi monarchie ossia gl’imperi universali nella storia. — 15 gennaio. - A. Venturi. La letteratura artistica nel 1890. (Rassegna di pubblicazioni italiane e straniere sulla storia dell’arte in Italia.) - D. Gnoli. Un giudizio di lesa romanità sotto Leone X. (Tratta di Cristoforo Longueil (Longolio), belga, e delle contese letterarie suscitate in Roma, per avere egli espresso in una orazione giovenile un’opinione contraria alla maggior gloria dei Romani rispetto ai Galli. Continuazione e fine nei fase, de’ 16 febbraio e 1° marzo.) = 1.° febbraio. P. Villari. La storia è una scienza? (Espone preliminarmente le varie teorie di dotti inglesi e tedeschi sul problema, se la storia sia arte o scienza; poi, venendo a studiarlo per conto proprio con metodo storico e analitico, discorre del concetto falso e artificioso che avevasi della storia dai filosofi del sec. XVIII; dei più recenti risvegli del metodo scientifico; dei difetti e delle esagerazioni di questo; e stabilisce nettamente e lucidamente gli elementi di cui la storia si compone: il fatto; la rappresentazione di esso; la ricerca della connessione logica dei fatti e delle leggi che li governano. In questa ultima ricerca consiste veramente la scienza storica.) - E. Masi. Due diplomatici italiani e gli ultimai giorni del Voltaire (Nuovo e geniale studio sul V., desunto in parte dai carteggi diplomatici degli ambasciatori di Modena e di Toscana alla corte di Francia.) = 16 febbraio. A. Franchetti. Un romantico nella vita politica (Studio su Cesare Correnti.) = 1.° marzo. G. Boglietti. Il nuovo impero tedesco e il suo primo storico. (Rassegna del libro di H. von Sybel, Die Begründung [p. 214 modifica]des deutschen Reichs durch Wìlhem I.) 13 marzo. C. Ricci. Dante allo Studio di Bologna. - P. Fambri. Dal Po alla Cernaia (Fa la storia della spedizione di Crimea del 1855, prendendo occasione da un libro interessantissimo del generale Genova di Revel, commissario militare del re in quella spedizione.)

— E uscito in Milano, nel gennaio, il primo fascicolo del Pensiero italiano, repertorio mensile di studi applicati alla prosperità e cultura sociale, diretto dal sig. Pirro Aporti. Il Pensiero italiano si propone di «riprendere il cammino» già «trionfalmente e solennemente» percorso dal Politecnico di Carlo Cattaneo: avrà memorie originali, rassegne bibliografiche, indici ed estratti delle riviste italiane generali e speciali. Nel primo fascicolo notiamo un articolo del compianto A. Saffi Sul Canto XIX dell’Inferno di Dante: nel secondo Alcuni appunti sulla possibilità di una scienza della storia di A. Ghisleri, e uno studio su Michele Cervantes di A. Lo Forte Randi.

— Nel Propugnatore, III, i, fasc. 13-14 (1890), il D.r Flaminio Pellegrini pubblica un documento bolognese del 1270, risguardante il poeta Guido Guinizelli podestà a Castelfranco, e lo illustra con notizie e congetture biografiche assai interessanti. — E nel fase. 16-17, III, ii (1890) pubblica e commenta alcune Rime inedite dei secoli XIII e XIV, tratte dai libri dell’Archivio notarile di Bologna. Notiamo un sonetto del 1314, che è un lamento del tardo e scarso soccorso dato dai Fiorentini ai Lucchesi assaliti e malmenati da Uguccione della Faggiuola.

— Col fasc. xi-xii dell’ann. II, uscito alla luce nello scorso febbraio, ha cessato le sue pubblicazioni la Rassegna Emiliana di storia, letteratura ed arte. Ne’ due volumi stampati parecchie son le monografie che hanno per soggetto la storia. Nell’ann. I V. Santi tratta di Paolo ed Alessandro Brusantini nella storia e nella «Secchia rapita»; A. Campani illustra La nomina di Fulvio Testi al governo della Garfagnana; E. Costa offre de’ documenti inediti riguardatiti Le nozze di Enrico IV re di Francia con Maria de’ Medici; F. Tarducci discorre degli Usi nuziali di Piobbico, piccolo paese tra gli Appennini, nella provincia di Pesaro; A. Solerti si occupa delle Feste in Ferrara per la venuta di Barbara Sanseverini Contessa di Sala; T. Sandonnini, del Soggiorno di Calvino a Ferrara; N. Campanini, col titolo: Lazzaro Spallanzani, Voltaire e Federico II il grande, prende a studiare la corrispondenza che tenne l’illustre scienziato con que’ due uomini famosi; G. Silingardi reca nuova luce alla storia del patrio risorgimento col suo lavoro: Giuseppe Mazzini ed i moti delle Romagne nell’anno 1843 Lettere inedite) ed E. Costa predetto porge un «contributo alla storia generale del secolo XVI» collo scritto: La restituzione di Parma al Ottavio Farnese nel 1550, note e documenti. - Nell’ann. II abbiamo: Il «Pater noster» di una satira popolare contro i soldati di Gastone di Foix:, di N. Campanini; I Signori di Correggio alle feste veneziane per Enrico III di Valois, di A. Solerti; che prende pure a illustrare Il terremoto di Ferrara nel 1570.

[p. 215 modifica]— Nei Rendiconti della R. Accademia dei Lincei, 21 dic. 1890, pp. 364-372, G. Zannoni pubblica e illustra sei lettere e alcuni distici di Lorenzo Valla.

— Nella Rivista storica italiana, 1890, fasc. III, il sig. Ireneo Sanesi, studiando criticamente Giovanni di Procida e il Vespro Siciliano, secondo l’Amari e i suoi contradittori, e secondo i documenti, viene a conchiudere, che sta bene togliere a Giovanni, come l’ha tolta l’Amari, l’aureola di eroe e di liberatore; ma non merita egli beni l’accusa di tradimento. Il Vespro siciliano fu opera spontanea, fu gloria del popolo; ma non potrebbe negarsi in modo assoluto una precedente congiura di Giovanni da Procida e dei nobili; la quale se non ebbe alcuna azione immediata sulla rivolta del Vespro (che scoppiò in modo subitaneo e imprevisto) pure può avere influito indirettamente a preparare ed eccitare gli animi.

— Nslla Vita Nuova, an. II (1890), n. 50, il D.r G. Volpi, sotto il titolo di: Affetti di famiglia nel Quattrocento, Spigolature, ha pubblicato alcune lettere della Clarice Orsini, moglie di Lorenzo il Magnifico, e della figliuoletta di lei Lucrezia, che sono documenti dell’«affetto di famiglia nell’idillio domestico delle Ville medicee»; e recano nuovo contributo allo studio della vita intima delle famiglie nel Quattrocento, tanto meno conosciuta, quanto più è sopraffatta dagli splendori dell’umanesimo e dalle corruzioni cortigiane, — Dal principio del corrente anno la Vita Nuova si pubblica a fascicoli mensuali, e n’è editrice la Libreria R. Paggi di Firenze.

— Il fasc. 11-12 dei Johns Hopkins University Studies in historical and politicai Science (nov. dic. 1890), contiene Seminary Notes on recent historical literature, raccolte dagli studenti di essa Università e pubblicate da H. B. Adams. Queste note bibliografico-critiche riguardano esclusivamente l’America, e sono divise nei seguenti titoli: Storia generale d’America. Storia della colonizzazione. Storia della rivoluzione. Storia americana dal 1789 al 1860. La guerra civile. Storia della costituzione americana. Problemi politici americani. Storia locale (Nuova Inghilterra. Stati centrali. Il Sud. L’Ovest. Il Canada).

— Nel Neues Archiv, XVI, pp. 193-202 (an. 1890) S. Löwenfeld discorre del Dictatus Papae di Gregorio VII e d’una ricompilazione del medesimo nel sec. XII, ricavata dal ms. n. 146 della Biblioteca di Avranches.

— La Revue des Questions historiques, 1.° genn. 1891, contiene una memoria biografica del p. Hippolyte De-Lahaye su Pietro da Pavia, cardinale di S. Crisogono e vescovo di Tuscolo, che, come legato di pp. Alessandro III in Francia (1174), contribuì efficacemente alla pace tra i re di Francia e d’Inghilterra; e poi fu spedito in Tolosa a capo d’una commissione inquisitoriale contro gli Albigesi.