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- (di Simone Aliprandi)
La psicologia ci insegna che siamo portati (più o meno consciamente) a ripetere esperienze che ci hanno messo a nostro agio e che in generale ci hanno dato sensazioni positive. L’uscita di questo libro è la prova che anch’io sono soggetto a questa spinta istintiva.
Nella primavera del 2005, dopo più di un anno di gestazione e rielaborazione, usciva infatti il mio primo libro “Copyleft & Opencontent”, derivato dalla tesi della mia laurea in giurisprudenza. Oggi, dopo un ancor più lungo periodo di gestazione, esce questo libro che deriva a sua volta dalla mia laurea in Scienze della pubblica amministrazione. In realtà, dalla stessa tesi sono stati derivati in questi due anni e mezzo i tre articoli da me presentati per le varie edizione della Conferenza Nazionale Software Libero; questo libro dunque ri-assembla i tre articoli, rielaborandoli e fondendoli in unica opera organica.
Non nego che, in base alle mie aspettative, i tempi sarebbero dovuti essere più ristretti, ma l’argomento si è rivelato particolarmente complesso e lontano dalla mia forma mentis, da richiedere una maggiore ricerca e sedimentazione delle informazioni. A ciò si aggiunga la concomitanza con altri fatti della vita che non mi hanno permesso di dedicarmi alla stesura del libro con la calma e la concentrazione cui ero abituato in precedenza. Infine si consideri l’aspetto più ostico con cui mi sono trovato a dover fare i conti: il fatto che si tratti di una materia particolarmente sfuggente, in continuo fermento, di cui è difficile tenere il polso se non con un costante monitoraggio delle notizie e degli eventi.
Ad ogni modo il libro è finalmente arrivato al suo compimento e prima di lasciarvi alla lettura tenevo a fare una considerazione di stile: cospicue parti di questo libro sono state tratte da altre fonti, il cui riutilizzo è concesso da apposite licenze; mi riferisco principalmente a Wikipedia, che su certi argomenti (come ad esempio quelli informatici) è arrivata ad un livello di completezza e affidabilità tali da rendere spesso superflua una riscrittura. Cercando informazioni in rete per alcuni paragrafi del libro e leggendo le relative voci dell’ormai insostituibile enciclopedia libera, mi sono spesso reso conto che i paragrafi che mi accingevo a scrivere - in un certo senso esistevano già, ed erano anche piuttosto completi, affidabili e ben scritti. A questo punto mi si ponevano due alternative: prendere ampiamente spunto da quei testi cambiando un po’ le parole e spacciando per mio ciò che in realtà apparteneva alla creatività collettiva della rete; oppure inglobare nel testo del libro le voci (o loro parti) nel modo più fluido possibile, mettendo in evidenza la loro reale provenienza e rispettando le indicazioni della licenza. Io ho optato per la seconda soluzione, ritenendola più trasparente, onesta intellettualmente... e - inutile negarlo - anche più “economica”.
Spero che questo nuovo libro possa proseguire lungo il solco fin qui tracciato dagli altri miei lavori e che possa circolare il più possibile (grazie anche alla sua distribuzione in copyleft), raccogliendo presto feedback e nuovi spunti per ulteriori riflessioni.