Antropologia/IX
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Quand’anche non fossimo indotti a giudicare dall’analogia cogli animali, si dovrebbe nondimeno ammettere che nell’uomo abbia agito la elezione sessuale, per ragioni che saranno tra poco sommariamente esposte.
Ma innanzi tutto è necessario constatare un fatto, che cioè nella specie umana esistono notevoli differenze fra il maschio e la femmina anche in organi che non sono parte essenziale del sistema riproduttivo. Il maschio è più grande di statura, ha le spalle più larghe ed è più muscoloso. Quest’ultimo carattere si manifesta anche nello scheletro, dove le rugosità e le sporgenze, cui si inseriscono i muscoli, sono più pronunciate. L’uomo ha mammelle rudimentali e capelli corti, la donna ha quelle bene sviluppate e questi lunghi. Il bacino dell’uomo è più stretto, quello della donna più largo, e l’arcata delle ossa pubiche forma in questa un angolo assai maggiore che nell’uomo. La voce del maschio è più forte e più bassa che quella della femmina, essendo in quello l’apparato vocale più ampiamente sviluppato. In molte razze il maschio è fornito di barba che manca nella femmina; in quasi tutte quello è più peloso di questa. La capacità del cranio è maggiore nel maschio, e quindi è più voluminoso il cervello. Il cranio presenta ancora altre differenze, le quali, in parte, possono riassumersi col dire che il cranio femminile si avvicina all’infantile. L’uomo, infine, è più intelligente, più coraggioso e più intraprendente della donna; la quale invece è di indole più tenera e di minore egoismo.
Alcune altre differenze sono state indicate dal Bartels sulle orme del dottor Busch, e sono le seguenti in parte notorie. Le forme della donna sono più rotondate, quelle dell’uomo più angolose; quella ha la faccia più breve, le cui singole parti passano dolcemente l’una nell’altra, laonde l’espressione del volto femminile è meno marcata che quella del maschile. La fronte è meno alta nella donna che nell’uomo, il naso e la bocca sono più piccoli, il mento è meno pontuto e contribuisco ad accorciare e rotondare la faccia. Il collo è più lungo nella donna e meno staccato dal capo e dal tronco; la laringe meno prominente sotto forma di pomo d’Adamo. Il torace è più stretto, l’addome più sviluppato, l’ombelico dista più dalla regione del pube nella donna che nell’uomo. Le braccia sono più corte, più rotonde e più grasse nella donna che nell’uomo, le dita più sottili. Le estremità inferiori sono, in proporzione al tronco, più piccole in quella che in questo, in maniera che la regione del pube non divide nella donna il corpo in due parti eguali come nell’uomo, ma la linea divisoria passa al disopra del pube. Il piede è più piccolo e più stretto. Le coscie sono più muscolose. Stante la brevità degli arti inferiori e la larghezza del bacino, l’andatura della donna è più oscillante, ma facile e aggraziata; alla corsa invece la donna è poco adatta.1
Qui sorge la domanda intorno alle cause che possono avere prodotto tali differenze. Alla quale alcuni rispondono, che i due sessi furono creati con questi caratteri loro proprii; ma tale opinione non risolve il problema con metodo scientifico. La teoria evoluzionista, la quale non ammette la diretta ingerenza nella natura di un principio sopranaturale, ricorre ad un’ipotesi per spiegare il fatto succitato, la quale ipotesi si compendia nel termine di «elezione sessuale».
Quando potesse dimostrarsi che l’uomo combatte con altri, suoi rivali, pel possesso della femmina, non sarebbe ragionevole asserire che tale lotta, continuata per molti secoli, sia rimasta senza effetto. Essendo vincitori i più forti ed i più coraggiosi, questi di preferenza saranno giunti a riprodursi, ed avranno trasmesso al proprio sesso la robustezza ed il coraggio, conforme al principio della ereditarietà dei caratteri. Di più le femmine avranno, nei tempi primitivi, preferito gli uomini robusti, perchè erano più atti a difenderle ed a provvedere ai loro bisogni.
Questa lotta fra i maschi pel possesso della femmina avviene anche oggi fra i selvaggi, e quindi è assai probabile che si combattesse anche fra gli uomini primitivi. Presso gli Australiani le donne diventano generalmente proprietà degli adulti e dei potenti, alcuni dei quali posseggono da quattro a sette mogli; mentre queste sono negate ai giovani, a meno che non abbiano sorelle da dare in cambio, e siano forti e coraggiosi abbastanza per impedire che vengano loro rapite le sorelle senza cambio. Fra i Dogrib o altre tribù dell’America del Nord le donne sono proprietà del più forte; e colà è opinione generale che ognuno ha un diritto legale e morale ad un tempo di prendere la moglie di un uomo più debole di lui. Ed un viaggiatore asserisce che «gli uomini si battono pel possesso delle donne, precisamente come i cervi e i maschi di altre specie di animali selvatici». Fra gli Indiani della baia di Hudson una usanza antichissima vuole che gli uomini combattano al pugilato pel possesso della donna che desiderano, e, ben’inteso, il più forte vince sempre il premio. Un uomo debole, a meno che sia ottimo cacciatore e amatissimo nella propria tribù, conserva raramente una donna che un uomo più forte vuole prendergli. E questa usanza è causa di un grande spirito di emulazione fra i giovani, i quali in tutte le occasioni e fino dalla prima fanciullezza si esercitano a farsi forti e destri nella lotta. Anche fra gli Indiani-Kame le donne sono una specie di proprietà che il più forte può togliere al più debole. Ogni uomo può sfidare un altro alla lotta, e se riesce vincitore, può prendere in premio la moglie del proprio avversario. E le donne non si curano di protestare contro queste usanze, che loro sembrano affatto naturali.
Tutte le differenze sessuali secondarie, che si riferiscono alla forza ed agilità, possono essere spiegate col mezzo dell’elezione sessuale, appoggiandosi al fatto di questa lotta fra i maschi pel possesso della femmina. Ma è assai probabile che una parte a tale effetto abbia avuto eziandio la elezione naturale, perchè gli uomini più forti, più robusti e più agili avranno meglio resistito dei deboli agli attacchi dei loro nemici, alle intemperie, alle fatiche, e nei momenti di carestia saranno riesciti più facilmente dei deboli e pigri a procurarsi il necessario alimento.
Più difficile è la spiegazione delle differenze che si riferiscono ai peli, ai capelli ed alla barba. Se si deve giudicare dall’analogia cogli animali sottostanti, sembra probabile che in origine ambedue i sessi fossero coperti di pelo uniforme o quasi uniforme, di mediocre sviluppo in tutte le parti del corpo. A questa conclusione conduce anche l’embriologia, la quale c’insegna che il feto umano è tutto coperto di una particolare peluria. In seguito avvenne nei due sessi uno sviluppo in direzioni opposte. L’uomo cioè acquistò la barba, allungandosi i peli della faccia; nella donna crebbero lunghissimi i capelli ed il resto del corpo si rese quasi nudo.
L’allungamento dei capelli e la nudità nel restante del corpo della donna possono attribuirsi all’elezione, perchè gli uomini hanno, durante molti secoli, preferito le donne a lunghi crini e corpo nudo. Infatti San Paolo dice: «Se una donna ha lunghi capelli, è questa una gloria per lei.» E noi tutti sappiamo, quanto questo carattere sia atto ad eccitare la voluttà. Ma altrettanto può dirsi della nudità della faccia, del tronco e degli arti, poichè l’uomo non ama vedere nella donna queste parti coperte di pelo. La ragione di tale avversione è forse questa, che un corpo peloso non permette, durante il connubio, un contatto così perfetto ed intimo, come lo consente un corpo interamente nudo.
Quanto alla barba, essa sarebbe stata prodotta, secondo l’opinione di alcuni autori, dalla predilezione che hanno le donne di certe razze per gli uomini barbuti; mentre colà dove le donne hanno un gusto diverso, la barba manca anche negli uomini. Questa spiegazione può essere accettata soltanto da quelli, i quali ammettono che anche la donna abbia avuto una certa facoltà di scegliersi lo sposo; ed infatti furono raccolte molto prove per avvalorare tale premessa. Presso i Charruas dell’America del sud il divorzio è perfettamente libero, così che quando una donna è stanca di un uomo, l’abbandona, e si dà in braccio ad un altro. Presso gli Abiponi, quando un uomo sceglie una moglie, ne patteggia il prezzo coi genitori. Ma frequentemente accade che la fanciulla non acconsenta al contratto fatto fra i genitori e lo sposo, respingendo con ostinazione qualunque trattativa di quell’unione. Spesso fugge, si nasconde e così si sottrae all’aborrito amplesso. Nelle isole Fiji l’uomo s’impadronisce della donna che vuol sposare con finta o vera violenza; ma essa, giunta alla casa del suo rapitore, se non approva l’unione, fugge presso alcuno che possa proteggerla; se però è soddisfatta, la faccenda si aggiusta subito. Nella Terra del Fuoco un giovane comincia ad ottenere il consenso dei genitori facendo loro qualche servizio, e poi cerca di rapire la fanciulla; ma se questa non vuole, si nasconde nei boschi, finchè il suo ammiratore sia al tutto stanco di cercarla, e smetta l’idea di inseguirla. Presso i Calmucchi v’ha una vera corsa fra la sposa e lo sposo, la prima avendo un po’ di vantaggio, e raramente una fanciulla è presa, a meno che non abbia una certa parzialità per quello che la insegue. Si sa che fra i Cafri gli uomini bruttissimi, sebbene ricchi, non riescono a prendere moglie, e più volte si sono vedute delle fanciulle proposte ad un uomo, fuggire con un amante preferito. E potrebbero citarsi molti altri esempi di tale natura.
Al presente, nelle nazioni civili, l’elezione sessuale non agisce nella sua purezza come in passato, perchè oggi, nella scelta di una sposa, o di uno sposo, non si tiene conto solamente dei caratteri fisici, ma eziandio, e sovente in modo eccessivo, della intelligenza, dei caratteri morali, del senno e della posiziono sociale. Di più, i bisogni dell’esercito sottraggono grande numero di uomini ben conformati, nella pienezza della vita, alla riproduzione; ed altrettanto fanno alcuni culti religiosi, i quali prescrivono il celibato.
Note
- ↑ Dei caratteri sessuali del cranio dirò più diffusamene in prosieguo.