Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750/328
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Anno di | Cristo CCCXXVIII. Indizione I. SILVESTRO papa 15. COSTANTINO imperadore 22. |
JANUARIO e GIUSTO.
S’incontra il primo console appellato anche Januarino. Seguitò nell’anno presente ad esercitar la prefettura di Roma Anicio Giuliano. Le poche leggi3281 che abbiamo appartenenti a quest’anno ci fan vedere Costantino in Nicomedia, capitale della Bitinia, e poi in Oiscos, o Escos, luogo della Dacia, o piuttosto della Mesia inferiore, oggidì Bulgaria. Qui la Cronica Alessandrina ci fa sapere che Costantino passò più volte di là dal Danubio, e che sopra quel fiume fece fabbricar un ponte di pietra. Anche l’uno e l’altro Vittore3282 attestano la fabbrica di questo ponte, nè si sa vedere perchè il Tillemont3283 la chiami affatto inverisimile. Noi sappiamo che Costantino, più di quel che si possa credere, fu avidissimo della lode e della gloria. Ben probabile è ch’egli non volesse essere da meno di Traiano, da cui fu fabbricato un simil ponte su quel fiume regale. Abbiamo anche medaglie3284, dove si mira quel ponte col motto SALVS REIPVBLICAE DANVBIVS. Questi movimenti di Costantino hanno poi fatto pensare a qualche erudito3285 che in quest’anno egli avesse guerra coi Goti e Taifali, popoli abitanti di là dal Danubio in faccia alla Mesia. E però il Mezzabarba3286 rapporta monete battute, a suo credere, nel presente anno col motto VICTORIA GOTHICA. Ma forse tali medaglie son da riferire nell’anno 322. Per altro ve n’ha di quelle, dove egli comparisce circa questi tempi imperadore per la vigesima seconda volta, e queste dovrebbono assicurarci di qualche vittoria da lui riportata verisimilmente contra de’ Barbari transdanubiani. In questi tempi appunto gli autori della storia ecclesiastica3287 muovono gravi querele contro la memoria di Costantino, perchè egli richiamò dall’esilio l’eresiarca Ario, e poi Eusebio, Mari e Teognide, vescovi protettori del medesimo: dal che vennero poi non poche turbolenze alla Chiesa di Dio, e cominciò la persecuzione contra di sant’Atanasio. Certo è da stupire come un sì saggio Augusto, dianzi veneratore dei decreti del celebre concilio niceno, e che avea banditi i vescovi suddetti, perchè disubbidienti al medesimo concilio, poscia retrocedesse, e tanto si lasciasse avviluppar da Eusebio, vescovo di Nicomedia, che da lì innanzi il tenne per uno de’ suoi più intimi consiglieri, e in riguardo suo molti falli commise in favore dell’arianismo. A simili salti è suggetto chiunque de’ principi non sa sceglier buoni ministri.