Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750/293

Anno 293

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Anno di Cristo CCXCIII. Indizione XI.
CAIO papa 11.
DIOCLEZIANO imperadore 10.
MASSIMIANO imperadore 8.
Consoli

CAIO AURELIO VALERIO DIOCLEZIANO AUGUSTO per la quinta volta e MARCO AURELIO VALERIO MASSIMIANO AUGUSTO par la quarta.

Settimio Acindino fu in quest’anno prefetto di Roma, e continuò in tal dignità anche nell’anno seguente. Si aspettava Carausio, occupator della Bretagna, la guerra dalla parte della Gallia, senza avvedersi che una più perniciosa, perchè occulta, gli si preparava in casa2771. Alletto, o sia Alesto, ministro di sua maggior confidenza, fosse per timore che piombasse il gastigo sopra i delitti da lui commessi, o pure per sola vaghezza di comandare, l’assassinò con torgli la vita: dopo di che prese col titolo d’Augusto il dominio di quelle provincie, ed ebbe forza e maniera per tenerlo lo spazio di alcuni anni. Questo accidente, per cui forse rimasero sconcertate alcune2772 segrete misure di Costanzo Cesare, cagion fu ch’egli per ora non impiegasse l’armi sue verso la Bretagna, ma che le volgesse contro de’ Cauchi, o Camavi, e dei Frisoni, che possedevano il paese bagnato dalla Schelda, cioè quel che ora vien chiamato i Paesi Bassi. Ancorchè in quei tempi un tal paese fosse pien di boschi e paludi, ossia di acque stagnanti, cioè di siti difficili a farvi guerra, tanta nondimeno fu l’industria e la ostinazion di Costanzo, che ridusse tutte quelle barbariche popolazioni a rendersi. Il che fatto, trasportò quella gente colle mogli e figliuoli nelle Gallie, dando loro terreno da coltivare, senza lasciar armi ad essi, acciocchè si avvezzassero ad ubbidire, senza più pensare a ribellarsi. Ciò che in questi tempi operassero i due Augusti e Galerio Cesare, resta ignoto. Dalle leggi che abbiamo, date nell’anno presente ed accennate dal Relando2773, si vede Diocleziano soggiornante nell’Illirico, o nella Tracia, provincie governate da esso Galerio, ma senza apparire quali imprese militari si facessero in quelle parti. Se vogliam credere ad Eusebio2774, cominciò Diocleziano in questi tempi a farsi adorare qual dio, cioè, per quanto io m’avviso, con obbligar le persone ad inginocchiarsi davanti a lui, come si usava coi boriosi re di Persia, da’ quali forse avea appreso questo costume, laddove bastava in addietro salutare i precedenti Augusti con inchinar la fronte, come si faceva anche coi giudici. S’egli pretendesse di più, nol saprei dire. Proruppe ancora in isfoggi di vanità, col mettersi a portar gemme nelle vesti, e fino nelle scarpe: dal che s’erano guardati quei precedenti imperadori che furono in concetto di moderati e savii.