Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750/126
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Anno di | Cristo CXXV. Indizione VIII. Sisto papa 9. Adriano imperadore 9. |
Consoli
Publio Cornelio Scipione Asiatico, per la seconda volta, e Quinto Vettio Aquilino.
Camminando noi sul supposto, che Adriano Augusto soggiornasse nel presente verno in Atene, allora dovette succedere ciò che narra Sparziano, cioè ch’egli volle intervenire1 alle sacre feste di Cerere, che si faceano nella città di Eleusi o sia Eleusina. Rinomati erano i misteri di que’ sacerdoti, cioè i riti e le cerimonie che si adoperavano nel culto di quella falsa deità, appunto perchè segreti e non veduti dal popolo. Per grazia pochi si ammettevano alla conoscenza e participazione di sì fatte superstizioni ed imposture. Adriano, ad esempio d’Ercole e di Filippo il Macedone, ne volle essere partecipe, e farsi ascrivere [p. 456]al ruolo di que’ divoti. Venne poi da Atene a visitar le città della Sicilia, ed anche ivi è da credere che con larga mano spargesse benefizii, dacchè abbiamo una medaglia, in cui vien appellato Restitutore della Sicilia. Volle quivi visitare il monte Etna, per vedere la nascita del sole, la quale si dicea che rappresentava l’arco baleno. Dopo tante girate finalmente si restituì a Roma.
Anno di | Cristo CXXVI. Indizione IX. Sisto papa 10. Adriano imperadore 10. |
Consoli
Marco Annio Vero per la terza volta, ed Eggio Ambibulo.
Il primo de’ consoli Annio Vero, sappiam di certo che fu avolo paterno di Marco Aurelio imperadore; non così certo è il suo prenome di Marco. Ho io appellato il secondo Eggio Ambibulo, fondato sopra un’iscrizione da me rapportata altrove2, ed esistente nel Museo Capitolino. Credette il cardinal Noris3, ch’egli portasse i nomi di Lucio Vario Ambibulo, adducendone per prova due iscrizioni riferite dal Reinesio. Ma i marmi reinesiani non dicono che quel Lucio Vario Ambibulo fosse console, e perciò nulla si oppongono al marmo da me sopra citato. Il padre Pagi4 pieno della idea de’ quinquennali, decennali, quindecennali, ec. degl’imperadori, de’ quali sì spesso favella, pretende che il motivo d’Adriano per tornare a Roma, fosse affin di celebrare in quest’anno le feste che si usavano, allorchè gli Augusti compievano il decimo anno del loro imperio. Eusebio5, con cui vanno concordi l’autore della cronica alessandrina, e Paolo Orosio, scrive che nel presente anno dal senato romano fu conferito ad Adriano il titolo di Padre della Patria, e a Giulia Sabina sua moglie quello di Augusta. Ma che ciò succedesse in quest’anno, si può giustamente dubitarne, trovandosi iscrizioni6 e medaglie7, nelle quali prima di questi tempi Adriano si vede intitolato Padre della Patria. Abbiamo poi da Sparziano8 che continuando questo imperadore nel desiderio di visitar tutte le provincie dell’imperio, dopo essersi fermato qualche tempo in Roma, passò in Africa, dove non men si fece conoscere liberale di grazie e di benefizii verso quelle città, che fosse stato verso le altre di sopra menzionate. Veggonsi medaglie9, nelle quali è appellato Ristoratore dell’Africa, della Mauritania, della Libia. Terminata poi la visita di quelle provincie, tornò a Roma, per quivi soggiornare nel verno.
- ↑ Spartianus, in Hadriano.
- ↑ Thesaurus Novus Inscript., p. 323, n. 2.
- ↑ Noris, Espistol. Consular.
- ↑ Pagius, Critic. Baron.
- ↑ Eusebius, in Cron.
- ↑ Gruterus, Thesaur. Inscript.
- ↑ Mediobarbus, in Numismat. Imp.
- ↑ Spartianus, in Hadriano.
- ↑ Mediobarbus, in Numismat. Imp.