[p. 129modifica]LA FILOSOFIA DEL DRAMMA
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NEL PENSIERO DELL’AUTORE
Come è raccontato nella prefazione, questo
dramma è stato scritto in pochi mesi, in poche settimane
anzi, appena Leo si stabili definitivamente a
Parigi. Esso era però stato pensato lungamente, per
se stesso e nella filosofìa che il dramma contiene.
La prova è data dalle pagine che seguono. E’
una collezione di pensieri filosofici, che furon trovati
nei taccuini di Leo fra il 1922 e il 1927, sotto la
rubrica «Per il dramma». Leo ha scritto «Angelica», guardando fisso a questi pensieri, che riassumono
la filosofia sua e del dramma.
Nel mondo moderno si è perso il senso
della giustizia perchè tutto quello che la
nostra civiltà cerca di sviluppare e rassodare
nell’uomo è l’amore di sè.
— • Questo amóre di sè — che è nella
natura dell’anima umana — deve essere
da una vera civiltà compresso invece che
acceso, perchè l’amore di sè è infinito e
conduce quindi a imprevedibili guai —
mentre l’amore degli altri è facilmente
regolato dal costume e conduce a vantaggi
prevedibili.
— La giustizia non esiste che tra
uomini altamente onesti — o almeno tra
uomini in cui le tradizioni abbiano frenato
l’amore di sè. [p. 132modifica]Pagina:Ferrero - Angelica, 1937.djvu/164[p. 133modifica]Pagina:Ferrero - Angelica, 1937.djvu/165[p. 134modifica]Pagina:Ferrero - Angelica, 1937.djvu/166[p. 135modifica]Pagina:Ferrero - Angelica, 1937.djvu/167[p. 136modifica]Pagina:Ferrero - Angelica, 1937.djvu/168[p. 137modifica]Pagina:Ferrero - Angelica, 1937.djvu/169[p. 138modifica]Pagina:Ferrero - Angelica, 1937.djvu/170