Andria/Atto quarto/Scena I

Atto quarto - Scena I

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Publio Terenzio Afro - Andria (II secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Luisa Bergalli (1735)
Atto quarto - Scena I
Atto quarto Atto quarto - Scena II


 
CARINO, PANFILO, DAVO.

Carino
POtrebbesi egli credere, o si è mai

Udito, che vi sieno uomini di
Tanta malignità, che si rallegrino
Del male altrui, e che faccian lor comodo
Gli altrui fastidj? O può esser ei vero?
Anzi v’ha pur cosi pessima razza
D’uomini, i quali promettono, ed hanno
Vergogna a dir di no. Poi quando è tempo
Di mantener la parola, si traggono,
A marcia forza, la maschera, e temono,
E trovanosi aver promesso cosa,
Che non ponno attenere. Allora egli escono
Con queste sfacciatissime parole.
Chi se’ tu? Ch’ hai a far meco? Perchè
Hotti a dar la mia roba? Orsu, orsu
Io sono il mio più stretto amico. O vadasi
A dir loro; dov’ è la fede? stanno
Con faccie invetriate; e allor non hanno
Vergogna; dove sare’ di bisogno
Averla, perche fallan della loro
Parola; o l’ hanno poi soprabbondante
Quando sta male, cioè sul promettere;
Che si vergognan dir di no. Ma intanto,
Che farò io? L’ affronterò; farò
Risentimento di quest’ onta? lo
Caricherò di villanie? E’ si
Dirà: non ne hai guadagno: eh, io ne avrò;
Ch’ io so, che a lui darò fastidio, e me
Sfogherò?

Panfilo
O Carinò, se gli dei

Non ci ajutano, io ho messo in rovina
Voi, e me da balordo.

Carino
Da balordo.

Infine poi l’avete ritrovata
La scusa. Ecco attenuta la parola.

Panfilo
Che vuol dir questo, infine?


Carino
Amor tentate

Infinocchiarmi con le vostre chiacchere?

Panfilo
Che cosa è questa?


Carino
Dappoiche v’ ho detto

Ch’io n’era innamorato, voi ve ne
Struggeste tosto di lei. Tristo a me,
Che ho misurato il vostro sul mio animo.

Panfilo
Siete in errore.


Carino
Non vi parea intero

Il piacer vostro, se a me, che l’amo,
Voi non davate pasto, e non mi aveste
Tenuto a bada, con falsa Speranza.
Ma abbiatevela pure.

Panfilo
Ch’io mel’abbia?

Deh, non sapete, rovinato me,
Tra quante male venture io sia,
E in quai travagli questo manigoldo,
Co’ suoi consigli, m’ha messo.

Carino
E ve ne

Fate tal maraviglia, s’ ei può toglierne
Da voi lo esempio?

Panfilo
Non direste già

A questo modo, se voi conosceste
Me, e il mio amore.

Carino
So ogni cosa. E’ fu

La gran battaglia fra voi testè, e vostro
Padre, e perciò egli ha ora gran rabbia
Con voi; perchè non potè mai piegarvi,
Che la toglieste.

Panfilo
Certo no: perciò

Voi non sapete le mie angosce. Queste
Nozze eran finte, e non era persona,
La qual sognasse a darmi moglie.

Carino
E questo

So anche, che l’ avrete, perchè fu
Volontà vostra.

Panfilo
State cheto: no

Non la fapete ancora.

Carino
Questo so

Per certissima cosa, che dovrete
Pigliarla.

Panfilo
Deh, perchè mi trafiggete?

Ascoltatemi un poco: non ristette
Costui di stuzzicar, d’infradiciarmi,
Ch’io dicessi a mio Padre, ch’ io sarei
Per menarla, e si fe’ con suoi Scongiuri
Con sue persuasioni, che m’ ha spinto.

Carino
Chi è costui.


Panfilo
Davo.


Carino
Davo?


Panfilo
Egli mise

Ogni cosa scompiglio.

Carino
Ma perchè?


Panfilo
Non so, so solamente, che il dimonio

L’avea con me; ch’ io ho fatto a modo suo.

Carino
Questo si è fatto, Davo?


Davo
Fatto.


Carino
Ah, che

Dì tu, impiccato? Dieti il Cielo il male
Che meriti: ma dimmi, se volevano
I suoi inimici vederlo impacciato
In queste nozze, che altro consiglio
Potevan dargli, che questo?

Davo
Io mi sono

Ingannato: però non ho perduta
L’usata valentia.

Carino
Lo so.


Davo
La cosa

E’ ita mal per questa strada, vadasi
Per un’altra, sennon pensaste, che,
Perchè s’è ita mal la prima volta,
Questo malanno non abbia riparo.

Panfilo
Anzi ei ne avrà: e spero, che se tu

La guiderai destramente, faraimi
Far due paja di nozze in vece d’una.

Davo
Panfilo per la servitù, che ho

Con voi deggio adoprar, e mani, e piedi
E metter la mia vita a ripentaglio,
E di giorno, e di notte per giovarvi:
Ma se qualche non buono avvenimento,
Contra il nostro sperare, ci è accaduto;
Tocca a voi perdonarmi. La faccenda
Non ha avuto buon fine? io l’ ho però
Maneggiata di cuore. O se potete
Trovar da voi qualche miglior partito;
Lasciate me da banda.

Panfilo
Bene sta:

Ma rimettimi tu nel primo stato.

Davo
Io vi rimetterò.


Panfilo
E’ non ci è tempo

Da perdere.

Davo
Oh zitto, che s’è aperta

La porta di Gliceria.

Panfilo
Non ha a fare

Questo con te.

Davo
Io vo pure pescando

Qualche riparo.

Panfilo
Oime tu l’hai ancora

A pescare?

Davo
Io ve ’l do presto trovato.