Amor, poi che del mio mal non vi dòle

Rustico Filippi

Aldo Francesco Massera XIII secolo Indice:AA. VV. – Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli, Vol. I, 1920 – BEIC 1928288.djvu sonetti Amor, poi che del mio mal non vi dòle Intestazione 23 luglio 2020 25% Da definire

Tutto lo giorno intorno vo fuggendo A nessun omo addivenne giá mai
Questo testo fa parte della raccolta I. Rustico Filippi
[p. 22 modifica]

XLIII

Invoca la morte, che lo liberi dai suoi affanni.

Amor, poi che del mio mal non vi dòle,
piú siete inver’di me fèro, che fèra;
Amor, guardate inver’le mie parole:
4s’aggio fallato, piacciavi ch’io péra.
E, s’io non ho mancato, come sòie,
lo mio cor ritornate a quella spera,
ch’è tanto, quanto guarda o gira il sole;
8piú doglioso di me merzé non chera.
Oi Morte, chi t’appella «dura Morte»,
non sente ciò, ched io patisco e sento:
11ché, se mi vuoli aucider, mi conforte.
Ché la mia vita passa ogni tormento;
oi Morte, perché l’arma non ne porte,
14e falle far dal secol partimento?