Amor, da che ti piace
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Che la mia lingua parle
De la sola beltà del mio bel sole:
Questo a me non dispiace,
5Pur che tu voglia darle
A tant’alto soggetto alte parole,
Che accompagnate o sole
Possano andar volando
Per bocca de le genti:
10E con soavi accenti
Mille belle virtù di lei narrando,
Faccian per ogni core
Nascer qualche desio di farle onore.
Sai ben che non poss’io
15Parlarne per me stesso,
Chè la mia mente pur non la comprende;
Perch’ella è, com’un dio,
Da tutto il mondo espresso,
Ma non inteso, e sol sè stesso intende:
20Il suo bel nome pende
Prima dal suo bel viso,
E dai celesti lumi
Pendono i suoi costumi;
Tal che scesa qua giù dal Paradiso
25A tempo iniquo ed empio
Fa di sè stessa a sè medesma esempio.
Quando che a gli occhi miei
Prima costei s’offerse,
Come stella ch’appare a mezzo giorno;
30Stupido allor mi fei,
Perchè la vista scerse
Cosa qua giù da far il cielo adorno:
Benedetto il soggiorno
Ch’io faccio in questa vita,
35Ove, s’ebbi mai noia,
Tutto è converso in gioia,
Vedendo al mondo una beltà compita,
Nella quale io comprendo
Quell’alme grazie che nel cielo attendo.
40Poi che quell’armonia
Giù nel mio cuor discese,
Ch’uscìo fra ’l mezzo di coralli e perle;
Entro l’anima mia
Il suon così s’apprese
45Di quelle note, che mi par vederle,
Non che in l’orecchi averle.
O fortunato padre
Che seminò tal frutto,
E tu che l’hai produtto,
50Beata al mondo sopra ogni altra madre!
E più beata assai,
Se quel ch’io scorgo in lei veder potrai!
Ancor dirò più innante,
Pur ch’e’ mi sia creduto;
55Ma chi nol crede possa il ver sentire:
Sotto le care piante
Più volte ho già veduto
L’erba lasciva a prova indi fiorire:
Visto ho, dove il ferire
60De’ suoi begli occhi arriva,
In valle, piaggia, o colle
Rider l’erbetta molle,
E di mille color farsi ogni riva,
L’aer chiarirsi, e il vento
65Fermarsi al suon di sue parole attento.
Bensì come a rispetto
De l’ampio ciel stellato
La terra è nulla, o veramente centro,
Così del mio concetto
70Quello ch’ho fuor mandato
È proprio nulla a par di quel ch’ho dentro:
Veggio ben ch’io non entro
Nel mar largo e profondo
Di sue infinite lode,
75Chè l’animo non gode
Gir tanto innanti che paventa il fondo:
Però lungo le rive
Va ricogliendo ciò che parla e scrive.
So, canzonetta mia, ch’avrai vergogna
80Gir così nuda fuore:
Ma vanne pur, poi che ti manda Amore.