Alcuni ritratti di donne illustri delle provincie veneziane/Elisabetta Caminer Turra

Elisabetta Caminer Turra

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Luisa Bergali Gozzi


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ELISABETTA CAMINER TURRA


Suoi genitori furono Domenico Caminer, estensore di un Giornale, ed Anna Maldini, donna di antichi costumi. Fu educata ad una scuola di lavoratici di biancherie e di cuffie sino ai 14 anni, ed ivi tratta da ignota forza lasciava a quando a quando i donneschi lavori o per leggere o per iscarabocchiare. Tornandosene dalla scuola alla casa fu visto chi sfacciato le susurrava all’orecchio, del che la madre la sgridò, e per punirla la collocò tra i copisti che tenea il padre. Elisabetta da quel materiale ministero trasse buon costrutto, apprendendo di per sè la facilità del comporre e l’idioma francese; da cui tradusse l’ Onesto Capriccio, dramma che rappresentato nel teatro di s. Luca ebbe esito felicissimo. Incoraggiata dal capo de’ comici, gli apparecchiò altre versioni, che mandò anche a stampa, e spezialmente quella del Disertore francese, che ebbe oltre venti recite. Le avvenenze e lo spirito resero della donzella innamorato Francesco Albergati Cappacelli che volea farla sua sposa, ma aveala in vece destinata la sorte ad Antonio Turra, medico di Vicenza, e [p. 336 modifica]botanico di qualche fama. Non cessò mai, anche dopo essere divenuta moglie, dalle letterarie occupazioni, e già addestrata alla compilazione de’ Giornali, lavorato avendo in compagaia del padre nell’ Europa letteraria, assumer volle il difficile incarico di compilarne uno di per sè stessa, di cui uscirono parecchi volumi col titolo di Nuovo Giornale enciclopedico. Non contenta di questo lavoro, mirò eziandio a rendere alla sua nazione familiari i più celebrati libri che venivano d’oltremonte. Gli Idillj di Gessner furono fra noi conosciuti per la prima volta mediante una sua versione; e lo stesso dicasi del Quadro di Storia moderna di Mehegan. Ardente era il suo trasporto pel recitare, ed in Vicenza potè riuscire ad innalzar un picciol teatro dove videsi per sua infaticabil solerzia allevato all’arte uno stuolo di giovani che bellissima riuscita fecero. Ma in questo teatro volle il destino che la infelice donna trovasse la causa della troppo acerba sua fine. Stava assistendo a’ preparativi d’una rappresentazione quando, rivoltosi a lei un soldato ubbriaco, le colpì il petto con percossa tale che la contusione degenerò in tumore. Non valse l’amputazione di questo a salvarle la vita, che compiè con eroico coraggio nel giugno dell’anno 1796.