Alcippo (1834)/All'illustrissimo signor Pier Giuseppe Giustiniano

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All'illustrissimo signor Pier Giuseppe Giustiniano
Alcippo (1834) Persone della favola
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all’illustrissimo signor
PIER GIUSEPPE GIUSTINIANO.


Come in ampia Cittate
     Amor forte saetti,
     Per leggiadra beltate
     Di grave piaga i petti;
     E come forte d’un bel guardo a i rai
     Altrui l’anima accenda;
     E come lacci ei tenda
     A farne servi, pienamente il sai,
     S’altri in Cittate il seppe,
     O gentil Pier Giuseppe.
Per certo Amor t’accese;
     Nè io l’affermo invano;
     Che da spirto cortese
     Ei non sa star lontano;
     Ora io ti chiamo, e tra foreste ombrose,
     E tra selvaggi sassi
     Mi fo scorta a’ tuoi passi;
     Vieni a veder, come su piagge erbose
     Si distruggono i cori
     Di Ninfe e di Pastori.
Ah che non meno ardenti
     Hanno sospir nel seno;
     E se ne van dolenti
     Lor querele non meno;
     Nè men pensosi, e solitarj errando
     Muovono i passi tardi,
     Ed abbassano i guardi:
     Ne men dal sonno desiato in bando
     Le notti han per costume
     Travagliar sulle piume.
Dunque vago di pene
     Volando in ciascun loco
     Amor n’empie le vene
     D’inestinguibil foco?
     Sempre scote la face, e tende l’arco,
     E fa volarne strali
     Per percosse mortali?
     Voce è di verità; attende al varco,
     Ed a morir ci mena,
     Se ragion non l’affrena.