../XIII

../XV IncludiIntestazione 24 aprile 2015 75% Da definire

XIII XV

XIV



«Buonasera a tutti gli ascoltatori di Affronti e confronti. Con questa puntata si conclude una settimana, nel corso della quale abbiamo intervistato Enea Galetti, un non vedente di quarant’anni. L’intervista, naturalmente, riprenderà anche la prossima settimana. Questa sera continueremo – e probabilmente concluderemo – il discorso, iniziato dal nostro amico nella puntata del martedì, inerente agli anni di vita relazionati ai principali avvenimenti che Enea Galetti ricorda di aver vissuto. Prego, signor Galetti».

Salutai Biagi e gli ascoltatori, quindi incominciai.

«Questa sera partiremo dal 1981 e dal Festival di Sanremo, che venne vinto in quell’anno da Alice con Per Elisa, canzone che non ha nulla a che vedere con la bagatella per pianoforte di Beethoven, come pure non si riferisce ad una donna di nome Elisa, anche se, apparentemente, potrebbe sembrare. In breve, Elisa è la droga; non è la prima volta che si parla di droga. Abbiamo già ricordato Lilly di Venditti, poi, nel 1978, Franco Simone incise Cara droga, canzone di odio nei confronti di quei piaceri artificiali, una vera e propria crociata contro la droga che stermina intere generazioni di giovani. E adesso tocca ad Alice.

Loretta Goggi canta Maledetta primavera, piazzandosi al secondo posto. A seguire, nell’ordine, ci sono Tu cosa fai stasera di Dario Baldan Bembo, Roma spogliata di Luca Barbarossa, Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri, e Hop hop somarello di Paolo Barabani; ricordiamo, inoltre, Caffè nero bollente di Fiorella Mannoia, Ancora di Edoardo de Crescenzo e I ragazzi che si amano dei Collage. In gara vi sono anche due canzoni straniere. Orietta Berti, dopo anni di successi, propone La barca non va più.

Claudio Cecchetto, presentatore della nota manifestazione canora, ci allieta con la divertentissima Gioca jouer, che per tre sere diventerà la sigla di apertura del festival. Nelle classifiche estive troneggiano Malinconia di Riccardo Fogli, mentre Donatella Rettore, ormai conosciuta semplicemente come Rettore, incide Donatella, ma da quel momento in poi si farà chiamare solo col cognome, Umberto Tozzi ci propone Notte rosa, Marcella Canto straniero, Ron avrà sempre maggior successo con Al centro della musica, Alberto Camerini ci divertirà con Rock ’n roll robot, e Claudio Baglioni ci farà ascoltare Strada facendo.

Tra le straniere ricordiamo Bette Davis eyes di Kim Carnes, Enola Gay degli Orchestral Manoeuvres in the Dark, Woman in love di Barbra Streisand, Johnny and Mary di Robert Palmer, Tunnel of love dei Dire Straits e, soprattutto, (Out here) On my own di Nikka Costa, la quale aveva scippato la canzone a sua madre, vincendo a soli sette anni il Festivalbar.

Ritorna il revival, grazie all’album 2060 Italian Graffiati, di Ivan Cattaneo, con canzoni come Il ballo del mattone, Nessuno mi può giudicare e tante altre.

La musica francese, dimenticata ormai da anni, ritorna anche da noi. Lio ci presenterà la mai dimenticata Amoureux solitaires, mentre Plastic Bertrand è in classifica con Hula hoop e Sans amour.

Qualche mese più tardi, Franco Battiato incide l’album La voce del padrone, che contiene sette canzoni, una più famosa dell’altra, mentre gli Abba sono ancora in classifica con The winner takes it all inciso nel 1980. Di questo brano esiste anche la versione italiana di Wilma Goich, dal titolo Allora prendi e vai. Nell’estate dell’anno successivo alcune delle canzoni del già citato album di Battiato sono ancora in classifica.

Durante l’estate, esattamente il 28 luglio, il principe Carlo d’Inghilterra e Lady Diana Spencer si sposano. A tal proposito vi sono molte discussioni.

Lutto nel mondo della canzone italiana, a Roma, il 2 giugno, muore il cantante Rino Gaetano a causa di un tragico incidente automobilistico. A questo punto, però, dobbiamo lasciar da parte la musica ed occuparci di alcuni fatti di cronaca, da ricordare nell’ordine, esattamente come sono avvenuti.

Il 13 maggio sembra essere un mercoledì come tanti. Giovanni Paolo II sta celebrando, come ogni mercoledì pomeriggio, l’udienza generale in Piazza San Pietro. Improvvisamente, al termine, qualcuno spara al pontefice, lo ferisce, ma non lo uccide. L’attentatore si chiama Mo-hammed Alì Agca, un terrorista turco appartenente all’organizzazione dei “lupi grigi” e, come dirà più tardi, con quel colpo era sicuro, senza possibilità di errore, di uccidere il papa. Ma il papa si salva miracolosamente e attribuisce questa salvezza ad un miracolo della Madonna di Fatima, la quale è appunto apparsa a tre pastorelle, di cui suor Lucia è l’unica superstite, molti anni prima, esattamente il 13 maggio 1917.

Il pontefice si farà riconsegnare il proiettile e lo farà incastonare nella corona tempestata di pietre preziose della statua della Vergine di Fatima, ma, soprattutto, perdonerà – sono parole sue – il “fratello” che lo ha colpito. Da quel momento in poi, papa Wojtyla svolgerà il suo operato in modo instancabile, ma non sarà più la stessa persona di prima.

L’eco dell’attentato al papa non si è ancora spento quando a Vermicino, Alfredo Rampi, un bambino di otto anni, chiamato affettuosamente Alfredino, cade in un pozzo artesiano molto profondo, vicino a Frascati. Qualcuno tenterà di salvarlo, lanciandogli una tavoletta attaccata ad uno spago, ma inutilmente. Il soccorritore, dal dolore, avrà anche un infarto; per Alfredino non ci sarà più nulla da fare. Durante quella triste vicenda, ci sarà un’edizione straordinaria del telegiornale che durerà un’intera nottata, nella quale gli italiani rimarranno alzati per assistere ad ulteriori sviluppi; anche l’allora presidente Sandro Pertini si recherà sul posto per seguire l’evolversi della tragedia.

Nel giugno di quello stesso anno viene rapito Roberto Peci, il quale aveva convinto il fratello Patrizio, ex terrorista delle Brigate Rosse, a pentirsi, o forse non lo ha neppure convinto; sta di fatto che Patrizio si è ormai dissociato dal gruppo terroristico e il rapimento e l’uccisione del fratello non sarà altro che l’estrema e triste conseguenza.

Anni più tardi verrà trasmessa una sequenza del processo di Roberto Peci, da parte delle Brigate Rosse, ammesso che di processo si possa parlare. Gli fu chiesto, in particolare, quale concetto avesse della parola “tradimento”. La sua risposta, di non aver tradito nessuno, è più che sufficiente per una condanna a morte. Il suo corpo verrà trovato appeso ad un albero, crivellato di proiettili.

Il numero 12 ritorna per la seconda volta nella vita di Eugenio Montale. Il grande poeta genovese morirà il 12 settembre. Chissà perché il famoso poeta, appartenente ai “crepuscolari”, viene considerato un poeta minore, forse solo per il fatto di essere uno degli ultimi poeti che si studia a scuola, di sfuggita!

Passano altri mesi. Questa volta il protagonista di un altro rapimento si chiama Giulio Ravizza ed è il re della famosa Pellicceria Annabella di Pavia; verrà liberato alcuni mesi dopo.

Intanto Raiuno trasmette le prime puntate di Dallas, con il cattivo di turno, J.R. Ewing. Mike Bongiorno presenta Flash, dove per la prima volta, come concorrenti arrivano Mario Marini – sfegatato comunista e ateo – ed un sacerdote, don Licio Boldrin, nei confronti del quale Mike Bongiorno sarà accusato addirittura di vilipendio. Contemporaneamente Mike è presente su Canale 5 con I sogni nel cassetto.

Nel giugno di quello stesso anno anche Dallas abbandonerà la Rai per passare alla tv privata.

Il 1982 vede vincitore a Sanremo Storie di tutti i giorni di Riccardo Fogli, Al Bano e Romina si piazzano al secondo posto con Felicità, mentre Drupi è al terzo con Soli.

Al quarto posto, per la prima volta, abbiamo un frate. Si chiama Giuseppe Cionfoli, che avrà successo con Solo grazie, una preghiera rivolta a Dio. Ma il frate può dire “solo grazie” anche a Sanremo. Una leggenda metropolitana, ma la cosa potrebbe anche essere vera. vorrebbe che il Cionfoli, dopo diversi successi musicali, lasciasse il suo ministero sacerdotale e con esso i voti di castità, obbedienza e povertà, per il gentil sesso. Pare anche che si sia sposato.

Julie, ovvero la già citata Angela Bini, parteciperà a Sanremo con Cuore bandito. La cantante vorrebbe duettare col suo ex compagno Giulio Todrani, alias Juli, ma il tentativo fallisce e, benché le caratteristiche vocali di Julie sfruttino appieno la sua voce, la canzone citata in titolo non avrà alcun successo, tanto che si piazzerà negli ultimissimi posti. Al ventunesimo posto, invece, si classificherà Una notte che vola via di Zucchero Fornaciari. Il successo è assicurato e per il cantante, che da quel momento in poi si farà chiamare Zucchero, inizierà una lunga carriera che dura tuttora.

Ancora una volta Cecchetto, in veste di presentatore, ne approfitta per proporci Ska chou chou. A dire la verità, a me piaceva molto di più Gioca jouer.

Ospite fuori programma è Johnny Halliday con Solo una preghiera, una versione rockeggiante in stile ultramoderno dell’Ave Maria di Schubert.

Prima di concludere il discorso su questa edizione, una curiosità. Due sere prima della serata finale, Giucas Casella inciderà su una cassetta il nome del vincitore. La sua registrazione verrà fatta ascoltare alcuni secondi prima che Claudio Cecchetto possa annunciarlo ufficialmente; Casella, dunque, decreta in modo ufficioso che il vincitore è Riccardo Fogli. E così sarà.

L’estate è particolarmente calda e torrida, ma con molte canzoni. Alberto Camerini ci presenta Tanz bambolina, Elton John avrà grande successo con Blue eyes, Claudio Baglioni rimarrà per molto tempo in classifica con Avrai, Miguel Bosè arriva con una frizzante Bravi ragazzi, i mostri sacri Paul McCartney e Stevie Wonder ci faranno gustare la loro Ebony and ivory, nella quale i due colori si armonizzano perfettamente, quasi a dire che non dovrebbero esserci distinzioni nella razza umana; arriva anche il cosiddetto “stile Battiato”. Ad esempio, Loredana Bertè canta Non sono una signora, Giusto Pio ci presenta Legione straniera, Giuni Russo è in classifica con Un’estate al mare, Alice canta Messaggio, lo stesso Battiato è in classifica con diverse canzoni. Un altro caso da segnalare è quello di un gruppo tedesco chiamato Trio con una stupidissima Da Da Da (I don’t love you you don’t love me). In fatto di stupidità, ci si mettono anche gli italiani con Lamette di Rettore, con i celebri versi “Dammi una lametta che ti taglio le vene, ti faccio meno male del trapianto del rene”. Complimenti alla sanità e alla chirurgia!

Dopo la funerea C’era un’atmosfera del 1979, Kim & the Cadillacs si propongono in classifica con una rockeggiante Stop, una canzone del 1980 in stile Beach Boys. Nel 1982 saranno ancora in classifica con un’altrettanto frizzante Non stop twist.

Continua la scalata del gruppo Rondò Veneziano, nato nel 1981 che suona, e in alcuni casi inventa, musica barocca, anche grazie alla bravura del suonatore di oboe Gian Piero Reverberi e della sua orchestra.

Plastic Bertrand, e qui ritorniamo a Sanremo, ci propone Ping pong, i Dire Straits sono in classifica con due canzoni, Industrial disease e Private investigation entrambe tratte dall’album Love over gold.

I Cavalieri del Re, dopo La spada di re Artù del 1981, ci proporranno l’indimenticabile Lady Oscar. E mentre i bambini si rimpinzano a sazietà con i cartoni animati, le ragazzine teenager impazziranno per il film Il tempo delle mele, con la famosissima Reality di Richard Sanderson. L’estate di quell’anno è caratterizzata dai Mondiali; l’Italia andrà in finale, giocherà in Spagna contro la Germania e conseguirà una grande vittoria.

Siamo nel mese di settembre, l’estate sta per terminare quando due gravi fatti di cronaca turbano l’orizzonte a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro. Il 3 settembre la mafia colpisce e uccide il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e la moglie Emanuela Setti Carraro. Il 14 l’attrice Grace Kelly, moglie del principe Ranieri, muore in un gravissimo incidente stradale.

Il 14 novembre, all’età di quasi novant’anni, muore Maria Luisa Boncompagni, nota conduttrice assieme all’altrettanto noto Silvio Gigli, di Sorella radio della quale abbiamo già parlato.

Il Sanremo del 1983 vede alcune novità. Innanzitutto l’orchestra viene sostituita dalle basi registrate. Vincitrice di Sanremo è Sarà quel che sarà di Tiziana Rivale. Al secondo posto abbiamo Volevo dirti di Donatella Milani. Al terzo si classifica Dori Ghezzi con Margherita non lo sa, canzone che ruota attorno a droga e poliziotti, “...sotto questo cielo...”. Questa è la classifica ufficiale. Ma poi c’è un nuovo meccanismo, legato al “Sistema Totip”, attraverso il quale, anche i telespettatori potranno votare ed è grazie a questo nuovo meccanismo che il pubblico decreterà la vittoria (morale) di Toto Cutugno con L’Italiano, piazzatasi al quinto posto, nella quale più volte verranno ripetute le parole “Buongiorno Italia”, guarda caso le stesse con le quali Enrica Bonaccorti e Mino D’Amato erano soliti salutare i telespettatori della loro trasmissione Italia Sera, mandata in onda un anno prima.

Complimenti di Stefano Sani, che un anno prima si era presentato a Sanremo con Lisa, si piazzerà in settima posizione. All’ottavo posto c’è Morandi con La mia nemica amatissima, Giuseppe Cionfoli scivola all’undicesimo posto con Shalom, Bertin Osborne con la sua Eterna malattia si classificherà al quattordicesimo, mentre la ventunesima posizione è occupata da Mi sono innamorato di mia moglie di Gianni Nazzaro. In aprile il mondo intero viene a conoscenza di un sensazionale fatto di cronaca. I principali quotidiani e i mass media, per alcuni giorni, ci bombarderanno con la notizia del ritrovamento dei diari segreti di Hitler, diari che, alla fine, si riveleranno falsi.

Siamo arrivati quasi all’estate, con canzoni come Juliet di Robin Gibb – ex Bee Gees – o I like Chopin di Gazebo; il neonato gruppo di origine torinese, i Righeira, cantano la celebre Vamos a la playa; da molto tempo Dario Baldan Bembo è in classifica con Amico è, mentre dopo Il tempo delle mele arriva Il tempo delle mele 2. Ad incidere la canzone è questa volta Cook da Books con Your eyes.

Siamo dunque in pieno sole d’estate, ma quella bella stagione viene oscurata da alcune nubi. Il 17 giugno – guarda caso è un venerdì – il noto conduttore di Portobello, Enzo Tortora, su una segnalazione falsa da parte di alcuni pentiti appartenenti alla camorra, viene arrestato.

Altro grave fatto di cronaca è quello che accade il 23 giugno, quando Emanuela Orlandi, figlia di un funzionario del Vaticano, viene misteriosamente rapita. Il caso è veramente misterioso. I rapitori chiedono al papa di perdonare il suo attentatore – cosa che in realtà aveva già fatto –, e chiedono un contatto diretto – cosa che in realtà, forse, non avviene – con il cardinale Agostino Casaroli, oltre naturalmente alla liberazione del terrorista turco più volte citato. L’ultimatum scadrà il 20 luglio. Da quel momento in poi non si avranno più notizie della Orlandi, che all’epoca del rapimento aveva 15 anni. A distanza di alcuni giorni un ennesimo rapimento, quello della studentessa Mirella Gregori, della quale non si avranno mai più notizie.

Vi sono altri due rapimenti da citare. Il primo riguarda il sequestro di Anna Bulgari e del figlio diciassettenne Giorgio Calissone, al quale, il 25 dicembre, verrà tagliato un orecchio. I due, di lì a poco, verranno liberati. L’altro episodio – forse il primo della storia – è quello del rapimento di Elena Luisi, una bambina di appena diciassette mesi. Secondo i piani, le cose non dovevano avvenire in quel modo; al posto di Elena doveva essere rapito il padre. Il sequestro di una bambina così innocente fece litigare gli stessi rapitori. Dopo alcuni appelli di sensibilizzazione – perfino da parte di alcuni detenuti – la bambina verrà liberata.

Intanto Canale 5 trasmette una fiction in sei puntate. Si tratta di Uccelli di rovo, dove il personaggio chiave, padre Ralph de Bricassart, si innamora di Maggie. La chiesa avrà un giudizio molto negativo su questo film. Il 1984 vede vincitore di Sanremo Ci sarà di Al Bano e Romina, mentre Toto Cutugno si classifica al secondo posto con Serenata. Sanremo vede anche l’introduzione di un altro filone, quello delle nuove proposte, tra le quali si classificherà al primo posto Eros Ramazzotti con Terra promessa.

Fabrizio De Andrè incide il suo primo album completamente in genovese, si intitola Creuza de mä.

Dopo i falsi diari di Hitler, arrivano le false teste del Modigliani. Tre abilissimi studenti, servendosi di alcuni scalpelli e di un Black & Decker, riusciranno a costruire tre teste, in piena regola d’arte, attribuite al noto scultore. Gli studenti le faranno ritrovare in un canale, ma, soprattutto, riusciranno a imitare lo stile del Modigliani, al punto che faranno accorrere esperti d’arte da mezzo mondo, i quali dichiareranno che quelle teste sono opera del Modigliani.

A questo punto, dottor Biagi, la mia memoria comincia a vacillare, anche perché da quel momento in poi, non ho più seguito le classifiche. Già in precedenza avrei voluto citare altre canzoni, come pure altri avvenimenti di quegli anni che abbiamo appena analizzato. Tutto questo, purtroppo, non è possibile, ma, anche se lo fosse, occorrerebbero molte altre trasmissioni. Infine, se proprio dovessi scrivere un libro su questi avvenimenti – lo ha detto lei, dottor Biagi, non io – sarei costretto a fare moltissime ricerche in internet, e allora non si finirebbe più. Dunque, mi limiterò a parlare di ciò che ancora ricordo. Prendiamola come viene!

Natale di sangue, il 23 dicembre qualcuno ha piazzato una bomba sul treno rapido 904.

Nel 1985 il Festival di Sanremo viene vinto da Se m’innamoro dei Ricchi e Poveri, mentre al secondo posto si piazza Ragazzi di oggi cantata da Luis Miguel, un ragazzino di 14 anni. Al terzo troviamo Chiamalo amore di Gigliola Cinquetti, mentre al decimo ci sono i Matia Bazar con Souvenir.

Nelle classifiche troviamo un album che spopola a tutto spiano. Si tratta di Usa for Africa, un album a scopo benefico, il cui ricavato andrà a beneficio delle popolazioni del terzo mondo. Di tutte le canzoni che lo compongono basta ricordarne una, la celebre We are the world. Impazzano i “paninari”, caratterizzati dal loro modo di vestirsi e riconoscibili per le scarpe Timberland, il cui costo – ripeto, siamo nel 1985 – è di oltre trecentomila lire. Accanto ai “paninari” impazzano i Duran Duran con Wild boys, il cui idolo Simon Le Bon è oggetto di ammirazione da parte di ragazze e ragazzine al punto che una di queste, si tratta di una ragazza italiana, di lì a poco, gli dedicherà un libro intitolato Sposerò Simon Le Bon.

Sandro Pertini termina il suo mandato. Il nuovo presidente della Repubblica italiana è Francesco Cossiga.

Il 6 gennaio del 1986 Pippo Baudo si sposa con Katia Ricciarelli, ma nello stesso giorno una navicella spaziale esplode. Alcuni mesi dopo, altra sciagura. Si tratta del disastro di Chernobyl. A quell’epoca, in Russia, c’era Mikhail Gorbaciov, andato al potere nel 1985. Dalla morte di Leonid Brezhnev, avvenuta nel 1982, si sono succeduti Jurij Andropov e Constantin Cernienko. Sempre nel 1986, in America, c’è Ronald Reagan, eletto per la seconda volta presidente degli Usa due anni prima. E mentre in Russia si deve affrontare il grave disastro – a causa di un guasto – della centrale nucleare di Chernobyl, negli Usa va in onda una storica puntata di Dallas, nella quale muore Bobby Ewing, fratello del perfido J.R., al quale, alcuni anni prima, qualcuno aveva sparato.

Un altro grave fatto di quell’anno fu lo scandalo del vino al metanolo. Un mio amico, avendo bevuto del vino alterato, fu intossicato e perse la vista, quando ancora in radio ed in televisione non se ne parlava. Solo più tardi scoppiò lo scandalo e se ne parlò per lungo tempo.

Il 1986 è l’anno dei Mondiali in Messico, ma l’Italia viene squalificata quasi subito.

Ho dimenticato di parlare di Sanremo, sul quale c’è ben poco da dire, salvo il fatto che viene vinto da Eros Ra-mazzotti con Adesso tu, mentre al terzo, o forse al secondo posto, si classifica Il clarinetto di Renzo Arbore. Gianni Ravera, storico organizzatore di Sanremo e rivale di Claudio Villa, muore la domenica mattina, ovvero il giorno seguente alla finale del festival.

Nel 1987 a Sanremo vince il trio Moran-di-Tozzi-Ruggeri con Si può dare di più, mentre al secondo posto troviamo Toto Cutugno con Figli, il quale, un anno prima, si era presentato a Sanremo con Azzurra malinconia con scarso successo. A distanza di un anno dalla morte di Ravera, dopo un ricovero ospedaliero ed un intervento chirurgico, muore anche Claudio Villa, che era stato portato in ospedale in condizioni gravi. Ironia della sorte, Villa muore mentre viene trasmessa la serata finale di Sanremo, proprio come un anno prima avvenne per Ravera. C’è da ricordare che il “reuccio della canzone” fu un grande contestatore di Sanremo, riuscendo per questo a scatenare le ire del suo acerrimo nemico Ravera.

Per quanto riguarda la politica, il Psi propone alcuni referendum, tra cui quello contro la caccia e quello sulla responsabilità dei giudici. Ricordo inoltre che il suddetto partito propose anche la cosiddetta “lira pesante”, consistente nella eliminazione di tre zeri; questo progetto di legge non fu mai attuato.

A volte, la politica inizia a far discutere in tv, persino negli spettacoli. Durante Fantastico 6 Adriano Celentano terrà un vero e proprio comizio politico contro la caccia, proprio la sera prima della consultazione referendaria, la qual cosa non è proprio corretta. Il “molleggiato” lancia dalla tv una vera e propria campagna di propaganda politica, ignorando che la cosa, di per sé, sia vietata dalla legge. Eppure, il giorno seguente molti elettori disegneranno una foca sulla scheda elettorale, ponendovi in calce la frase di Celentano, secondo la quale la caccia è contro la natura. Un anno prima a Fantastico 5 anche Beppe Grillo si era lanciato in politica, accusando addirittura i socialisti di rubare. Il “grillo parlante” aveva già sentito puzza di Tangentopoli.

Il 13 febbraio – un venerdì – Enzo Tortora ricomincia a presentare Portobello, ritornando ai propri telespettatori con la storica frase: “...da dove eravamo rimasti...”.

Non so se il noto presentatore fosse superstizioso, sta di fatto che il 13 gli è andato bene solo in parte; sul venerdì 17, poi, la cosa si commenta da sé. Tortora è stato scagionato da ogni accusa, ma in quegli anni di carcere, per lui, non è stato certo facile. Morirà di un male incurabile poco più di un anno dopo.

Intanto su Canale 5 Mike Bongiorno, nella sua trasmissione Bis, sponsorizza i risotti, le zuppe e le minestre della Knorr, oltre ai prodotti Glad. Un giorno il grande Mike commetterà, al termine della trasmissione, una clamorosa gaffe, mettendo in relazione la pasta e fagioli della già citata Knorr nientemeno che con il Glad Magic Water. Il pubblico, naturalmente, ride e Mike tenta di giustificarsi dicendo che questi due prodotti in casa sono indispensabili.

Occorre a questo punto segnalare un fatto tragico, un lutto nel mondo della canzone. Il 3 maggio a Montmartre muore Dalida, sempre in conflitto con la vita e con se stessa. Vent’anni prima, a distanza di un mese dalla morte per suicidio di Luigi Tenco, la nota cantante, sua fidanzata, aveva tentato di suicidarsi con una dose massiccia di barbiturici, dieci anni dopo – siamo nel 1977 – arrivò il secondo tentativo, sempre con la stessa modalità, ed ora il suo terzo ed ultimo tentativo le è stato fatale.

Ecco, dottor Biagi, in un balzo, siamo arrivati al 1988. A Sanremo vince Massimo Ranieri con Perdere l’amore, mentre Emozioni di Toto Cutugno si piazza al secondo posto, presentandoci una canzone con ritmi diversi da quelli con cui il noto cantante ci aveva abituati. Al terzo abbiamo L’amore rubato di Luca Barbarossa, mentre Rosalino, ormai conosciuto come Ron, dopo diciotto anni di assenza dai palchi sanremesi ci propone Il mondo avrà una grande anima, che, però, si piazzerà solo al ventunesimo posto. Per la prima volta al festival, Franco Califano, con la sua Io per le strade di quartiere, si piazzerà al tredicesimo posto. C’è poi un’altra canzone che occupa la sesta posizione e che ha successo solo per qualche settimana, poi verrà per così dire messa nella naftalina – o in cantina – ad invecchiare bene, per poi essere ripescata molti anni dopo, Italia di Mino Reitano.

Tra le canzoni che ci accompagneranno durante l’estate possiamo ricordare Gimme hope Joanna di Eddy Grant, Pregherei di Scialpi, cantata con Scarlet, la cui versione inglese è intitolata Let the day, e, soprattutto, A groovy kind of love di Phil Collins.

A proposito di questa canzone apro una parentesi molto interessante. Anzitutto occorre dire, e questo sono ben pochi a saperlo, che alcune note di questa canzone risalgono ad una suonata più o meno conosciuta di Muzio Clementi, quindi, stiamo parlando del diciottesimo secolo. Poi, nel 1966, su quelle note qualcuno ha pensato di comporre una canzone molto romantica, dal ritmo più lento rispetto a ciò che aveva composto il Clementi due secoli prima. Nel 1966, dunque, la canzone fu incisa da Wayne Fontana & the Mindbenders. In quello stesso anno, i Camaleonti ne incisero anche una versione italiana intitolata Non c’è più nessuno. Nel 1979 Ivan Graziani la rimaneggiò nuovamente intitolandola Agnese. Infine, eccoci arrivati a Phil Collins. Quanta acqua è passata sotto i ponti! Ricordo che, quando in quell’anno la ascoltai nella versione dell’ex leader dei Genesis, dissi a me stesso che quella era Agnese. Poi, su un’altra radio privata, scoprii che quella versione in realtà era un remake di quella incisa dal già citato Wayne Fontana. Quindi scoprii la versione italiana. Poi, nel 1991, durante un saggio di pianoforte al quale anch’io partecipai, riscoprii quelle stesse note suonate in modo molto più accelerato. Le confesso, dottor Biagi, che se potessi scrivere un libro solo su questa canzone lo intitolerei A groovy kind of love: da Clementi a Phil Collins.

Lasciamo ora cadere questo discorso per parlare di qualcosa di più drammatico. Continuano ad imperversare i sequestri di persona. Marco Fiora, un bambino di otto anni, è ancora nelle mani dei rapitori. Verrà liberato, dopo molto tempo, nel mese di agosto. I rapitori gli avevano fatto il lavaggio del cervello, inculcandogli che i suoi genitori non volevano pagare il riscatto, oltre a tante altre cose. Vengono rapiti anche Cesare Casella e Carlo Celadon. Saranno i rapimenti più lunghi, verranno rilasciati nel 1990.

Lutto nel mondo della musica. A Miami Beach, il 16 agosto muore a causa di una leucemia Herbert Pagani, al quale ebbi modo di stringere la mano nel 1970, mentre mi trovavo in vacanza con i miei genitori a Rimini. Tra le sue canzoni più famose ricordiamo Cin cin con gli occhiali, storia di un ragazzo ed una ragazza, entrambi miopi e che quindi indossano gli occhiali, Albergo a ore, storia di un albergatore che porta il caffè nelle camere, compresa quella di due amanti che concluderanno la loro vicenda nel più tragico dei modi, infine L’amicizia, un vero e proprio inno alla fratellanza.

Il 19 novembre muore Christina Onassis, la figlia del celebre armatore greco Aristotele, morto a Parigi il 15 marzo del 1975.

Alcuni mesi prima vi fu un grave fatto di cronaca, conosciuto come “il delitto della Magliana”, o “la vendetta del canaro”, perché messa in atto da un tosacani nei confronti di Giancarlo Ricci, un pugile ventisettenne tossicodipendente, che aveva commesso qualche piccolo furto nei confronti appunto del “canaro”. Quest’ultimo si vendicherà nel modo più orribile, non ammazzandolo, ma mutilandolo prima di dargli il colpo di grazia.

Il 1989 è un anno molto importante. A Sanremo vincono Fausto Leali ed Anna Oxa con Ti lascerò, Toto Cutugno colpisce ancora con Le mamme, mentre dopo molti anni di assenza riappare Renato Carosone con ’Na canzuncella doce doce, mentre Marisa Laurito ci presenta Il babà è una cosa seria e Mietta canta Canzoni.

Passiamo oltre. Alcuni mesi prima, ancora nel 1988, George Bush senior è stato eletto nuovo presidente degli Stati Uniti.

Mike Bongiorno, da poco diventato papà di Leonardo, da lui chiamato affettuosamente Leolino, presenta la prima edizione della trasmissione La ruota della fortuna. Dopo anni di vere e proprie lavande intestinali di risotti e minestrine in brodo, Mike Bongiorno si dedica alla sponsorizzazione dei prodotti Yomo con gli yogurt tradizionali, quelli di nuova generazione, per non parlare dei formaggi e dell’indimenticabile Belgioioso che – sono parole di Mike – “...non è un formaggio, ma è più di un formaggio”.

Nell’ottobre del 1989 accade un avvenimento molto importante, il crollo del muro di Berlino.

In Italia, intanto, il vecchio Pci non esisterà più. Cinque anni prima, nel giugno del 1984, era morto Enrico Berlinguer ed ora il nuovo partito si chiamerà Pds, e sarà guidato da Alessandro Natta, mentre lo “zoccolo duro” dell’ex Pci si chiamerà Rifondazione Comunista.

Il 29 novembre Mikhail Gorbaciov e la moglie Raissa arrivano in Italia, dove si tratterranno quattro giorni, durante i quali verranno anche ricevuti in udienza dal papa, per un colloquio che si rivelerà molto rilevante. Il 21 dicembre Nicolae Ceauçescu, dittatore della Romania dal 1967 al 1989, e sua moglie Elena verranno catturati e uccisi il 25, dopo un processo sommario. E dire che i due volevano una sentenza regolare, espressa da quei tribunali che essi stessi avevano creato!

Ed eccoci arrivati al 1990. Per quanto riguarda il Festival di Sanremo possiamo ricordare Uomini soli dei Pooh, la canzone vincitrice, e Vattene amore di Amedeo Minghi e Mietta. Nel 1990 e nell’anno successivo viene riproposto lo stesso esperimento abbandonato nel 1971, quello cioè di proporre i brani in doppia versione, questa volta in inglese. Fortunatamente l’esperimento durò pochissimo tempo. Alcune canzoni, riprese dalle versioni italiane, sono abbastanza belle, benché, come detto più volte, io preferisca le originali. Fra queste ne ricordo due, tra le più orecchiabili, Angel of the night di Dee Dee Bridgewater, corrispondente alla già citata Uomini soli, e All for the love, cantata da Nikka Costa, ormai diciassettenne, che per l’occasione ha tradotto la versione italiana di Vattene amore. Toto Cutugno ci propone Gli amori, che però, nella versione inglese di Ray Charles, Good love gone bad, viene resa praticamente irriconoscibile.

Lutto nel mondo della politica, il 24 febbraio alla veneranda età di 94 anni muore l’uomo più amato dagli italiani, l’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini.

Storica puntata di Telemike, presentata, naturalmente, da Mike Bongiorno. Il grande Mike, già attivo con La ruota della fortuna, non finisce mai di sorprenderci. Prima di descrivere quell’episodio, occorre fare un passo indietro. Bisogna sapere, infatti, che le puntate del giovedì sera vengono registrate il mercoledì, e quindi mandate in onda in differita la sera successiva. I giornali, in questa memorabile occasione, ne parlano come se la puntata del 3 maggio, non ancora trasmessa, fosse già andata in onda. Ecco i fatti. Quel giovedì sera, Mike Bongiorno è piuttosto nervoso. Alla trasmissione si presenta una concorrente, Maura Livoli, che, durante un numero dei maghi di Tokyo, si sente male e sviene durante la pubblicità. In conseguenza di ciò, la concorrente chiede di rinunciare alle domande del raddop-pio, che quella sera, essendo la Livoli in vantaggio sugli altri concorrenti, sarebbe pari a 120 milioni. Mike si rivolge a Ludovico Peregrini, meglio conosciuto come il “signor no”. Al posto della concorrente, piuttosto di quella figura, io avrei fatto scena muta, senza rispondere alle domande. La Livoli entra in cabina e, durante la lettura della domanda relativa alla vita di Guglielmo Marconi, nasconde nel reggiseno un foglietto con alcuni appunti su quella materia. Mike vede tutto, la concorrente si difende molto timidamente. Lui la rimprovera aspramente e la squalifica. Per il noto presentatore si tratta di una truffa davanti a milioni di telespettatori, soprattutto in vista di un raddoppio così considerevole. Poi sviene di nuovo. Apriti cielo! L’impareggiabile Mike crede che quello svenimento faccia parte di una messa in scena.

L’estate è caratterizzata, come sempre, da numerose canzoni. Purtroppo, però, io in quel periodo non seguivo le classifiche. Ma c’è una canzone che fece successo durante quell’estate che voglio comunque segnalare. A proporcela sono Gianna Nannini ed Edoardo Bennato, che, per la verità, la incisero un anno prima. La canzone fu pubblicata nel febbraio del 1990 ed ebbe successo solo in occasione dei Mondiali. Si intitola Un’estate italiana e ciò, in concomitanza con i Mondiali, avrebbe dovuto essere di buon auspicio, tanto che Giorgio Moroder ne proporrà una versione in inglese dal titolo ancor più incisivo To be number one, ossia “essere il numero uno”. Addirittura, nella versione di Moroder si parla maggiormente della competizione calcistica e della voglia di vincere. Purtroppo, però, l’Italia, come nel 1986, sarà nuovamente sconfitta.

Il mondo dell’editoria ci presenta un autore poco famoso ma che lo diverrà grazie al successo del suo libro. Si chiama Marcello d’Orta, un maestro elementare di Arzano, in provincia di Napoli, che come titolo del suo libro prende spunto dalla frase finale di un tema svolto da un suo alunno: “Io speriamo che me la cavo”. Il maestro ha deciso di pubblicare in versione integrale alcuni temi, fatti di strafalcioni grammaticali, ma anche di tristi realtà. Ciononostante il divertimento è assicurato.

L’estate, però, ancora una volta si tinge di giallo. Il 9 agosto, in via Poma a Roma, verrà rinvenuto il corpo senza vita di Simonetta Cesaroni, orrendamente trucidata con ventinove coltellate. Ancora oggi il colpevole di questo delitto non è stato assicurato alla giustizia.

In politica estera c’è un episodio che scatena le ire di George Bush senior contro Saddam Hussein, l’occupazione da parte dell’Iraq del Kuwait.

Lutto nel mondo del cinema. Il 27 ottobre, a causa di un’emorragia cerebrale, muore il grande Ugo Tognazzi. Aveva 68 anni.

Il 1991 si apre con la guerra in Iraq, preceduta, fin dal giorno prima, da imponenti manifestazioni ed iniziative contro di essa. Il 15 gennaio, alla vigilia della guerra, tutte le radio, all’unisono, mandano in onda Give peace a chance di John Lennon. Sarà una guerra dura, che vede la sconfitta di Saddam, ma a quale prezzo! Qualche mese più tardi scoppierà vicino a noi la guerra in Bosnia-Erzegovina e va da sé che si presenterà ancor di più il problema dell’emigrazione.

A questo proposito, il 24 e 25 febbraio – anche se la cosa non ha a che fare con la Bosnia – Raiuno manda in onda Felipe ha gli occhi azzurri, la storia di un bambino straniero emigrato in Italia, che si trova al centro di uno sfruttamento minorile che coinvolge sia lui, sia un suo compagno siciliano che lo scherza e lo deride burlandosi di lui. I due si trasferiscono al nord, ma le cose, soprattutto per il siciliano, non andranno bene. Felipe si troverà coinvolto in una storia fatta di sfruttamenti e traffici di bambini clandestini.

Intanto il nostro Mike Bongiorno si cimenta nella sponsorizzazione dei prodotti Rovagnati, con il famoso prosciutto Gran Biscotto, che, secondo il noto presentatore di quiz, è talmente bello a vedersi, da non dover essere venduto nelle salumerie, ma nelle gioiellerie. Davvero, non riesco ad immaginare una forma di prosciutto esposta in una vetrina tra collier, girocolli e Rolex da polso e da taschino. In ogni caso, per meglio convincere le massaie, Mike dà loro la dimostrazione secondo la quale per ben guardare il marchio sulla forma di prosciutto – rigorosamente Gran Biscotto – occorre sollevarsi sulle punte dei piedi, visto che il bancone del salumiere è troppo alto e la forma di prosciutto – mi scusi, dottor Biagi, per il giro di parole – è appesa troppo in alto. Strano che a Mike non sia venuto in mente di trovare per le casalinghe la soluzione adeguata nell’indossare un paio di scarpe con tacchi a spillo!

Sanremo viene vinto da Se stiamo insieme di Riccardo Cocciante.

Ancora politica estera. In Unione Sovietica c’è un colpo di stato che vede detronizzato il leggendario riformatore della “perestroika”, Mikhail Gorbaciov. In Italia le cose non vanno meglio. Francesco Cossiga si rivela un vero e proprio picconatore. Quando sulle pagine dei più importanti quotidiani si incomincia a parlare di Gladio, lo stesso Cossiga dirà, senza mezzi termini, di avervi appartenuto.

Il 1992 vede vincitore di Sanremo Portami a ballare di Luca Barbarossa, mentre al secondo posto si piazzano Aleandro Baldi e Francesca Alotta con Non amarmi, le cui note iniziali – dobbiamo dirlo – sono state prese in prestito, per non dire plagiate, da una canzone incisa nel 1988 dai Gipsy King, la famosa Djobi djoba. La coppia ha un grande successo, specialmente la Alotta. Aleandro Baldi è non vedente, ma all’avventura sanremese non è nuovo. Nel 1986, infatti, si era presentato tra le nuove proposte con La nave va, con poco successo. Questa volta il successo di Baldi è discreto.

Ora passiamo ad altro. Il 17 febbraio finisce in manette Mario Chiesa e con lui si apre la triste pagina di Tangentopoli. Qualche settimana più tardi, in occasione del Festival di Sanremo, Pierangelo Bertoli si esibirà con Italia d’oro. Naturalmente la canzone era stata incisa qualche tempo prima della nota manifestazione canora, quando il capitolo su Tangentopoli ancora non esisteva. Eppure, due anni prima, Fabrizio De Andrè aveva cantato Don Raffaè, riferita a Raffaele Cutolo, in cui si parlava di mafia, di corruzione e di scandali politici.

Con Tangentopoli – siamo ritornati al 1992 – si aprirà un vastissimo capitolo, il cui eroe di turno ha nome Antonio Di Pietro. Sarà lui ad assestare il colpo di grazia a politici appartenenti a qualsiasi partito. Sarà ancora lui a indagare su moltissimi casi di tangenti nell’operazione “mani pulite”, a far venire alla luce scandali e ad arrestare numerose persone. Umberto Bossi lo acclama e lo applaude. Bossi vuole, a modo suo, fare baccano, trascinando la popolazione a votare la sua lega, che vorrebbe sancire la suddivisione dell’Italia in tre repubbliche indipendenti da Roma. Il motto è “Roma ladrona!”.

Il 2 maggio, dopo un difficile settennale, Francesco Cossiga darà le dimissioni da presidente della Repubblica. Vi saranno tre settimane di disordini, durante le quali non vi saranno né governi, né presidenti. Lo scrutinatore che procede allo spoglio delle schede per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica si chiama Oscar Luigi Scalfaro. Vi saranno durissimi scontri tra avversari politici. Il solo avvenimento che li metterà tutti d’accordo, purtroppo, sarà un grave fatto di cronaca. Il 23 maggio la mafia uccide il giudice Giovanni Falcone, assieme alla moglie Francesca Morvillo. Lo Stato, pur con dolore dovuto a questo tragico avvenimento, rialza la testa. Due giorni dopo, tutti trovano l’accordo e proprio Scalfaro sarà eletto presidente della Repubblica, ma, come ripeto, il prezzo da pagare è stato troppo alto. Non sono passati nemmeno due mesi e, questa volta, tocca al giudice Paolo Borsellino e alla sua scorta rimanere vittime dell’ennesimo agguato di mafia. Intanto spunta il nome di un mafioso, Salvatore Riina, detto Totò ’u curto, perché piccolo di statura.

Infine, il giorno della vigilia di Natale, viene arrestato Bruno Contrada, accusato di appartenere ai servizi segreti del Sismi.

Il grande Mike intanto sponsorizza gli elettrodomestici innovativi della Imetech, invitando i consumatori a regalarli in prossimità delle feste natalizie.

Il 1993 inizia con alcuni fatti di cronaca. Il 6 gennaio, dopo 522 giorni di coma a causa di un gravissimo incidente automobilistico, muore Giulia Occhini, amante e in seguito seconda moglie del grande Fausto Coppi, nota come “la dama bianca”. I due ebbero un’appassionata ma contestatissima storia d’amore, tanto che, entrambi divorziati, per poter convolare in seconde nozze dovettero sposarsi in Messico. Poi ebbero un figlio a cui fu messo il nome di Angelo Fausto Coppi.

Il 15 gennaio dopo una lunga latitanza viene arrestato Totò Riina. Il giorno dopo, altro arresto eccellente, si tratta di un contadino di Mercatale, Pietro Pacciani, accusato – anche se lui si ritiene innocente – di essere il “mostro di Firenze”, l’autore che ha perpetrato l’assassinio di ben otto coppie. I delitti sono quindi sedici e al Pacciani ne vengono contestati quattordici. La tecnica omicida, nel giro di decenni è sempre la stessa. A sparare è sempre la stessa pistola, una calibro 22. Oltre a ciò, le donne, con un taglio fatto da mano esperta, vengono private delle loro parti intime. Nell’orto di Pacciani vengono trovati sotto terra alcuni proiettili corrispondenti alla pistola usata. Si pensa inoltre che il Pacciani abbia avuto altri “compiti” e, soprattutto, complici.

Ora lasciamo la cronaca per occuparci brevemente di Sanremo, che viene vinto da Mistero di Enrico Ruggeri, mentre Renato Zero si classifica al quinto posto con Ave Maria.

Per la politica interna Bettino Craxi, leader del Psi ed ex presidente del consiglio, si trova a Roma in esilio presso l’Hotel Raphael, ma è costretto ben presto a farsi le valige e ad andarsene all’estero, onde evitare un vero linciaggio di folla, dopo Tangentopoli. Se ne andrà in Tunisia, dove, malato di diabete, morirà sette anni dopo.

La mafia colpisce ancora, a maggio scoppia una bomba presso la Galleria degli Uffizi a Firenze. Il 27 luglio tocca a Roma e Milano; l’attentato più grave ha luogo a Milano in via Palestro la sera del 27 luglio, moriranno cinque persone.

Alcuni giorni prima, a causa di Tangentopoli e della vicenda Enimont, ci sono stati due suicidi, il 20 luglio Gabriele Cagliari si è tolto la vita soffocandosi con un sacchetto di plastica, tre giorni dopo, Raul Gardini si suicida, o così si crede, con un colpo di pistola alla tempia.

Il 2 novembre Oscar Luigi Scalfaro viene pesantemente accusato di appartenere al Sismi; in quell’occasione si difenderà dai duri attacchi pronunciando la famosa frase: “Io non ci sto!”. In questo clima Donatella Di Rosa, più nota come “lady golpe”, ed il marito, il colonnello Aldo Michittu, vengono indagati circa un presunto progetto di colpo di stato contro le istituzioni. La Di Rosa sostiene di aver incontrato il terrorista Gianni Nardi qualche giorno prima. Sarà un vero bluff, visto che il Nardi era morto ormai da diversi anni.

In mezzo al caos più totale, Silvio Berlusconi fa il suo ingresso in politica dichiarando di voler “scendere in campo” con un nuovo partito, Forza Italia. Sarà al centro di aspre polemiche, in particolare per il cosiddetto “conflitto di interesse”, essendo proprietario di giornali e tv.

Intanto, in televisione, alcuni presentatori, tra cui il “grande Mike”, reclamizzano il “Quizzi”, un piccolo telecomando multimediale che, attraverso un sofisticato meccanismo che qui non sto a descrivere, dovrebbe offrire a coloro che sono a casa la possibilità di giocare durante la messa in onda di alcune trasmissioni a quiz. Verrà anche pubblicato il settimanale Tutto Quizzi, con al suo interno altri giochi interattivi. Peccato che il dispositivo, il cui costo era di trentacinquemila lire, di lì a poco non servirà più a niente, un vero fiasco! Dico questo perché anch’io l’ho comprato e poi, un bel giorno, non è servito più a niente e a nessuno. Ho anche fatto diverse telefonate, ma nessuno mi ha saputo dire perché l’apparecchio sia diventato improvvisamente inservibile. Questa volta apriamo il 1994 con il Festival di Sanremo. Aleandro Baldi vince tra i big con Passerà, mentre il vincitore delle nuove proposte sarà Andrea Bocelli con Il mare calmo della sera. I due protagonisti sono entrambi non vedenti. Il successo di Baldi è piuttosto scarso, mentre Bocelli riesce, come si suol dire, a colpire nel segno. Un’altra canzone sanremese da ricordare è Signor tenente di Giorgio Faletti, il cabarettista piemontese che con inconfondibile accento siciliano racconta il dramma dei carabinieri, troppo spesso vittime di gravi attentati nei quali, appunto, perdono la vita. Ma la canzone sarà oggetto di polemiche per la ripetizione ossessiva della parola “minchia”. Infine va ricordata Una vecchia canzone italiana del gruppo Squadra Italia, il cui nome fa quasi pensare al neonato partito di Berlusconi e che, come canzone, richiama invece atmosfere folkloristiche di altri tempi. Degli undici cantanti che compongono il gruppo basta ricordarne due, Lando Fiorini e Riccardo Del Turco. Sembra quasi un inno nostalgico-patriottico dedicato agli italiani all’estero che hanno dovuto lasciare la loro Italia tanto cara.

Parliamo ancora una volta di Mike Bongiorno. Se dovessi citare tutte le sue gaffe bisognerebbe scrivere un libro a parte, ma questa merita proprio di essere ricordata. Un lunedì sera, durante La ruota della fortuna, Mike Bongiorno propone una frase, che, come al solito, i concorrenti dovranno scoprire aprendo le caselle con le varie vocali e consonanti. La frase in oggetto ha a che fare con le Amazzoni. Ora, il concorrente dà la soluzione: “Vinsero battaglie grazie alla loro foga”. Questa sarebbe stata la soluzione corretta, ma è sufficiente che il concorrente – non si sa se deliberatamente oppure no – nella parola “foga” sostituisca la “o” con la “i” che il gioco è fatto. Mike è come stordito da questa risposta così inaspettata – ma forse la frase è stata messa lì apposta perché qualcuno pronunciasse quella parola al solo scopo di fare un po’ di audience – e non ha neppure bisogno di preoccuparsene eccessivamente perché la cosa finisca a Striscia la notizia quella sera stessa.

E parliamo, appunto, di Striscia la notizia. Fra i vari inviati c’è Stefano Salvi, un giornalista che sembra essere stato messo lì per provocare, per poi buscarsi calci e botte. La cosa va avanti per qualche anno. Fra i vari episodi ne ricordo almeno tre: quello in cui il Salvi si reca da un sacerdote per farsi dire ciò che Giulio Andreotti, sospettato di appartenere alla mafia, gli ha confessato; quello dove, dopo aver provocato Marina Ripa di Meana, quest’ultima gli tira un calcio nelle palle; quello in cui anche l’onorevole Gianfranco Fini perderà la pazienza proprio nel momento in cui Salvi gli dice che non si può fare “di ogni erba un fascio”.

Vorrei scusarmi per gli episodi che ho rammentato, come pure vorrei scusarmi con Mike Bongiorno, perché per ciò che lo riguarda conservo un ricordo personale. Non sto a raccontare tutta la storia. Dirò soltanto che nel 1984 ho potuto partecipare come pubblico alla trasmissione Super-flash, dove alla fine ho anche avuto modo di avvicinarlo per qualche istante per ottenerne l’autografo ed una foto scattata insieme a lui, che conservo gelosamente. Parentesi chiusa. Proseguiamo.

Per la cronaca il 1994 inizia con una notizia che suscita molto clamore e sgomento. Sono trascorsi appena alcuni giorni dall’inizio del nuovo anno, è l’11 gennaio e Ilenia Carrisi, figlia di Al Bano e Romina Power, è scomparsa. Alcuni giorni dopo si viene a sapere che una ragazza in Mississippi, si è buttata nel fiume ed è annegata. Pare anche che, prima di buttarsi nel fiume, abbia detto: “La mia vita non è su questa terra; io appartengo all’acqua”. Si pensa sia proprio Ilenia. Pochi mesi dopo, salta fuori un oscuro investigatore privato, tale Raniero Rossi, che rivela che Ilenia è viva e che la famiglia sa esattamente dove si trovi. Il caso di Ilenia porterà alla rottura del sodalizio musicale, oltre che del matrimonio, della celebre coppia.

Il 27 marzo si va alle urne e Forza Italia, con a capo Silvio Berlusconi, vince le elezioni. Nove mesi più tardi ci sarà una crisi di governo che costringerà Berlusconi alle dimissioni. Al suo posto ci sarà Lamberto Dini. Intanto proseguono gli arresti per Tangentopoli.

Lutti. Il 4 giugno si spegne il giovanissimo Massimo Troisi che qualche mese prima era stato interprete del film Il postino. Il 4 agosto muore Giovanni Spadolini. Il 6 agosto l’Italia ed il mondo intero piangono per l’improvvisa morte di Domenico Modugno. Il 15 settembre tocca all’attrice e pornostar Moana Pozzi, il cui decesso ancora oggi risulta avvolto dal mistero.

Nel 1995 Sanremo viene vinto da Giorgia con Come saprei, mentre Andrea Bocelli si piazza al quarto posto con la famosissima Con te partirò, che lo consacrerà definitivamente al successo insieme ad altre canzoni, tra cui la celeberrima Vivo per lei.

Il 9 aprile, domenica delle palme, si spegne all’età di 85 anni Edda Mussolini, moglie di Galeazzo Ciano, morta a seguito di una malattia renale dovuta, pare, al fumo e all’alcol. Poco prima di morire sembra avesse manifestato l’intenzione di perdonare suo padre, colpevole della morte di Ciano. Su questa vicenda non aggiungo ulteriori considerazioni; non ho mai capito come la figlia prediletta del duce si sia vista privare del marito in modo così crudele.

Il 12 maggio muore Mia Martini, la celebre cantante di origine calabrese morta esattamente come aveva descritto nelle sue canzoni.

In settembre muore Vincenzo Muccioli, fondatore carismatico di San Patrignano, la tanto contestata comunità di recupero per tossicodipendenti.

La politica internazionale viene colpita da un grave episodio di cronaca. Il 4 novembre Rabin, capo del governo israeliano e premio nobel per la pace nel 1994, viene assassinato.

Verso la fine dell’anno esce Anthology 1, il doppio cd dei Beatles con ben 59 canzoni, una raccolta molto ricca, se si considera che viene realizzata in due cd. Di tutte le canzoni, 58 sono quelle dei provini inediti incisi in studio di registrazione. Molti comprano quella raccolta non tanto per ascoltare quei provini, ma, soprattutto, per la prima traccia che dà inizio al primo cd. È intitolata Free as a bird, una canzone che il grande e compianto John Lennon incise molti anni prima, accompagnandosi con la chitarra, senza mai pubblicarla. Per l’occasione, nel 1995, i rimanenti Beatles la incisero armonizzandola con i vari strumenti e cori sulla voce di Lennon. Qualcuno polemizza per l’utilizzo di questo metodo, quasi a sottolineare l’impossibilità per i vivi di cantare insieme ad un cantante defunto. Nessuno, però, ha da dire altrettanto sul fatto che un anno più tardi, Natalie Cole, la figlia del grande Nat King, seguirà lo stesso esperimento incidendo una nuova versione di When I fall in love, nella quale canterà duettando insieme al padre morto nel 1965, che a sua volta incise la canzone nel 1957.

Ed eccoci, di volata, al 1996, per ricordare che il Festival di Sanremo viene vinto da Ron con Vorrei incontrarti fra cent’anni, mentre al secondo posto troviamo La terra dei cachi, canzone che ci viene presentata da Elio e le Storie tese, mentre Aleandro Baldi, con scarso successo, ci presenta Soli al bar, canzone che viene quasi copiata da Gli altri siamo noi, presentata da Umberto Tozzi a Sanremo nel 1991, e Amedeo Minghi ci presenta Cantare d’amore. I Nomadi sono al loro terzo album, Tu quando ci sarai. Dopo la morte – avvenuta nel 1992 – di Augusto Daolio, leader e voce del gruppo, i Nomadi si sono ricostituiti con una nuova formazione nel 1993, incidendo il loro primo album La settima onda. Il nuovo leader, con la voce quasi somigliante a quella di Daolio, si chiama Danilo Sacco.

Il 1996 è anche l’anno delle Olimpiadi che si svolgeranno ad Atlanta. Alla vigilia dell’inaugurazione, un aereo della TWA precipita a New York, mentre alla Casa Bianca si riconferma Bill Clinton come presidente degli Stati Uniti, dopo che era stato eletto per la prima volta nel 1992.

Il 1997 sarà l’anno in cui in Italia avrà inizio il fenomeno dell’immigrazione degli albanesi. Su Sanremo c’è ben poco da dire, salvo il fatto che fu vinto dai Jalisse con Fiumi di parole, mentre Silvia Salemi ci propone A casa di Luca. Anche Toto Cutugno, come aveva già fatto nel 1996 con Voglio andare a vivere in campagna, si ripresenta nuovamente a Sanremo.

Ritorna ancora il revival grazie a Fabio Fazio che presenta Anima mia e a Claudio Baglioni che, insieme ad altri cantanti, ci fa rivivere l’atmosfera di quegli anni. Fra le varie canzoni vorrei segnalare Pippi Calzelunghe, che Riccardo Cocciante ci canta sulle note di Sincerità. Spesso quelle canzoni vengono rivisitate e riproposte con accordi diversi ed in modo un po’ ironico.

L’estate viene turbata da un grave episodio di cronaca. In uno spaventoso incidente automobilistico muoiono Lady Diana Spencer ed il suo compagno Dodi Al Fayed.

Ma passiamo al 1998. A Sanremo i non vedenti, ancora una volta, fanno storia. La vincitrice di turno è Annalisa Minetti con Senza te o con te, al secondo posto si classificano gli Avion Travel con Dormi e sogna, mentre al terzo troviamo Lisa con Sempre.

Il 13 agosto, con un colpo di carabina, si suicida Nino Ferrer, il celebre cantante di Agata e La pelle nera, nonché la celebre Donna Rosa, dedicata alla mamma di Pippo Baudo.

Il 9 settembre, all’ospedale San Paolo, muore Lucio Battisti. Il noto cantante ha partecipato una sola volta a Sanremo, in coppia con Wilson Pickett, con Un’avventura, ma non ha mai partecipato ad altre trasmissioni televisive. Eppure era famoso.

Ancora. Romano Prodi, presidente del consiglio, viene costretto a dimettersi. Al suo posto Massimo D’Alema.

Ricordo ancora che nel febbraio del 1998 una teleferica del Cermis precipita a Cavalese, che Sanremo viene pre-sentato, fra gli altri, anche dal celebre professor Dulbecco e che l’ottantacinquenne professor Luigi Di Bella, scopre, o meglio sostiene di aver scoperto, una cura per il cancro. Sul finire dell’anno, direttamente dalla Turchia, viene estradato in Italia Abdullah Öcalan che, altrimenti, verrebbe condannato a morte. La sinistra esulta.

Ora, Dottor Biagi, per quanto riguarda Sanremo 1999 mi limiterò a ricordare che fu vinto da Anna Oxa, ma non mi chieda quale sia il titolo della canzone, perché non lo ricordo. Ricordo, invece, che l’11 gennaio morì Fabrizio De Andrè, il cui ultimo album si intitola Anime salve, scritto in collaborazione con Ivano Fossati nel 1996. De Andrè si è più volte professato ateo, ma, lo dico con grande sincerità, scrisse canzoni molto belle, fatte di ballate, racconti e poesie. Ogni tanto ne ascolto qualcuna ed ogni volta che ascolto questo grande cantante, ne provo una grande ammirazione.

Le sue canzoni sono fatte di storie comuni e concrete, di prostitute, di guerre, di condanne a morte. Vorrei, a questo punto ricordarne una davvero singolare. Si tratta di una delle numerose canzoni interpretate in originale da Georges Brassens e che il cantante genovese ha saputo tradurre egregiamente in italiano. È intitolata Il gorilla, di cui possiedo anche la versione milanese di Nanni Svampa. È la storia di un gorilla portato sulla piazza di un’ignota località da un gruppo di zingari. Il gorilla, chiuso in una gabbia, riesce a scappare e con la libertà lo sfizio che vorrà togliersi sarà quello di perdere la verginità, della quale è ancora schiavo. Ma, si sa, dottor Biagi, non c’è miglior schiavo di chi voglia liberarsi della propria schiavitù, con tutto rispetto naturalmente per il gorilla. Il gruppo di donne intorno è numeroso. Le comari sono contentissime, perché giovani e belle. Sono spinte dalla curiosità di quell’animale e sono felici, perché sanno che il gorilla ci proverà con una di loro. Troppo bello per essere vero!

Vengono avvertite invano che il quadrumane potrebbe essere particolarmente pericoloso, perché rimasto isolato per troppo tempo, senza mai vedere una scimmia.

A questo punto le donne scappano. Il gorilla ha via libera; sulla sua strada ormai sgombra si imbatte in una vecchia, la canzone francese la definisce centenarie, ed un giudice, unici spettatori rimasti.

Per la vecchia sarebbe bello provare con il gorilla, ma nello stesso tempo pensa che una cosa del genere, vista la sua età, sarebbe impossibile. Il giudice non può di certo essere scambiato per una scimmia, e può mettersi l’animo in pace, ma si sbaglia. Il gorilla invece no e lo dimostra avventandosi sul giudice, che viene preso violentemente per un orecchio e trascinato via. Ciò che è accaduto – anche se la canzone non lo dice – lo possiamo immaginare. Il giudice può solo piangere, gridare “mamma” e ripensare all’orribile sentenza da lui emessa il giorno prima nei confronti di un uomo a cui ha fatto tagliare il collo.

Non è la prima volta che il cantante se la prende con i giudici. Nel 1971 nel suo album Non al denaro, non all’amore né al cielo, si fa riferimento ad un giudice nano; il testo – sono parole scritte da lui e qui Spoon River non c’entra nulla – così recita: “un nano è una carogna di sicuro perché ha il cuore troppo troppo vicino al buco del culo”. Nel 1973 il bombarolo protagonista di un’altra celebre canzone di De André dice: “Vostro onore, sei un figlio di troia”.

In maggio Carlo Azeglio Ciampi sarà il nuovo presidente della Repubblica.

Il 7 maggio in via Maciachini a Milano, un gioielliere viene rapinato. Accortosi del tentativo di rapina, estrae la pistola, regolarmente denunciata, ed uccide il rapinatore. La pistola di quest’ultimo risulterà essere un arma giocattolo.

Le Brigate Rosse – delle quali non si sente parlare ormai da anni – colpiscono ancora. Il 20 maggio, a Roma, alle 9 di mattina, uccidono il sindacalista Massimo D’Antona.

L’8 giugno, a causa di un tumore ai polmoni, muore Corrado.

Il 13 e 14 giugno si sono svolte le elezioni provinciali. A Milano si presentano Livio Tamberi per l’Ulivo e Ombretta Colli per Forza Italia. Vince quest’ultima. A Bologna Forza Italia vince dopo quasi cinquant’anni di governi di sinistra. Insomma in Italia c’è uno sconvolgimento totale. Giorgio Guazzaloca è sindaco di Bologna, mentre Milano, da alcuni anni, è governata dal sindaco di centro-destra Gabriele Albertini, che verrà riconfermato nel 2001.

A proposito, il 2000 è ormai alle porte. Tutti si preparano ad affrontare il problema del “millennium bug” che, alla fin fine, si sgonfierà come una bolla d’aria. In sostanza, se non fosse stato risolto, avrebbe provocato ingenti danni ai sistemi informatici. In altre parole, la data 01/01/00, sarebbe stata interpretata come una data del 1900, e non del 2000. Ma ciò, fortunatamente, non è accadudo.

Il Festival di Sanremo del nuovo millennio viene vinto dagli Avion Travel con Sentimento. Nascono nuove compagnie telefoniche.

Buon Compleanno, Canale 5. Il 29 settembre, la tv privata compie vent’anni e da qualche settimana va in onda, per la prima volta, su esempio di altri paesi europei, nonché degli Usa, Il grande fratello. E negli Stati Uniti, nel novembre dello stesso anno, si tengono nuove elezioni presidenziali. Il nuovo eletto è George W. Bush, figlio di quello stesso Bush anch’egli presidente diversi anni prima.

Il 2000, però, verrà soprattutto ricordato come l’anno del Giubileo o Anno Santo, che dir si voglia. Verrà inaugurato il 24 dicembre 1999 e si concluderà il 6 gennaio 2001. Il papa, ormai ottantenne, in quell’occasione, si dimostrerà eccezionalmente infaticabile.

L’edizione 2001 di Sanremo viene vinta da Elisa con Luci, ma altri sono gli avvenimenti da ricordare.

In febbraio avviene un grave fatto di cronaca. Erika di Nardo, una ragazza quindicenne, dà l’allarme ai carabinieri. La madre ed il fratellino dodicenne – dice lei – sono stati trucidati a coltellate ed affogati nella vasca da bagno da una banda di albanesi. In seguito si verrà a sapere che gli albanesi non c’entrano affatto, ma i due delitti ci sono stati sul serio e sono stati commessi proprio da lei e da Omar, il suo ragazzo, non si sa se sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o a mente lucida. E dire che la madre, accortasi della trappola, le stava perdonando il terribile delitto che stava per commettere, a condizione che lasciasse in pace il fratellino, quest’ultimo eliminato perché testimone scomodo di un crimine già di per sé abominevole.

Il 13 maggio si tengono nuove elezioni politiche in Italia e questa volta Berlusconi vince con grande consenso da parte degli elettori. A tutt’oggi è ancora in carica e se lo rimarrà fino al termine sarà forse l’unico presidente del consiglio a rimanere regolarmente a capo del governo per cinque anni, fino allo scadere del suo mandato.

Il 20 luglio, a Genova, si svolge il G8, che rimarrà tristemente famoso. I “no global” assaltano una camionetta della polizia. Fra i “no global” vi è anche l’attivista Carlo Giuliani, il quale tenta di scagliare contro la camionetta un estintore. Un agente, Mario Placanica, gli spara due o tre colpi, uccidendolo. Ci sarà a questo proposito un vespaio di polemiche.

L’11 settembre 2001 è la data tristemente famosa del grave attentato alle torri gemelle di New York, di cui abbiamo già parlato. In base ad alcune sue considerazioni ed opinioni, Oriana Fallaci firmerà un famoso articolo sul Corriere, dal quale scaturirà la pubblicazione del libro La rabbia e l’orgoglio.

Lutto nel mondo della musica. Il 30 novembre, un venerdì, muore George Harrison, ex componente dei Beatles. A me dispiace che il leggendario gruppo di Liverpool si sia separato nel lontano 1970. Se Lennon e Harrison fossero ancora vivi e facessero parte dei Beatles, probabilmente, nel corso di questi decenni, ci avrebbero offerto tante altre belle canzoni. C’è da dire, però, che anche da separati, hanno dato il meglio di sé. Di Lennon, McCartney e Harrison ci sono molti brani famosi. Di Ringo Starr non ne ricordo nemmeno uno, forse perché, rispetto agli altri tre, non fu poi così prolifico.

Lunedì 3 dicembre Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti stanno presentando Striscia la notizia, come ogni sera. Ad un certo punto, ecco arrivare un servizio riguardante un episodio che ha dell’incredibile! La teleimbonitrice Vanna Marchi, assieme alla figlia Stefania Nobile, vengono arrestate. Ma ciò che fa sensazione non è tanto il loro arresto – il sedicente mago Mario Pacheco Do Nascimento, contro il quale verrà emesso un mandato di cattura, è intanto latitante –, quanto, piuttosto, la megatruffa che man mano viene smascherata a danno di moltissime persone. Non sto nemmeno a descriverla.

Con il primo gennaio 2002 arriva l’euro. La lira gli sopravvivrà due mesi. Non sto a riferire i suoi effetti sull’aumento dei prezzi, perché le polemiche, nel bene e nel male, sono state davvero numerose. Mi limiterò a dire che, per noi non vedenti, è stata una vera salvezza, per le caratteristiche percettive e tattili. Infatti il rischio di confondere le varie banconote è molto minore rispetto a quelle in lire, e quello di confondere le varie monete è praticamente inesistente.

Il Festival di Sanremo viene vinto dai Matia Bazar con Messaggio. La serata finale di Sanremo avrà luogo il 2 marzo.

Ma ora dobbiamo fare un piccolo passo indietro.

Il 30 gennaio, a Cogne, in Valle d’Aosta, Samuele Lorenzi, un bimbo di soli tre anni, viene trovato cadavere, con il corpo martoriato da diciannove coltellate. Alcuni giorni dopo, la madre, Annamaria Franzoni, di cui alcuni ipotizzano una presunta parentela con la moglie di Romano Prodi, verrà arrestata. Sarà liberata il 30 marzo. Successivamente darà alla luce un altro bambino che chiamerà Gioele. Il “caso Franzoni” non è ancora stato risolto e ha visto l’Italia dividersi tra colpevolisti ed innocentisti. La Franzoni, infatti, non ha mai dato segni di cedimento, anche se i giudici sembrano sicuri della sua colpevolezza, ma in questa trasmissione, dottor Biagi, non mi metterò certo a discutere su opinioni non ancora provate, soprattutto perché la Franzoni è ancora sotto processo.

Il 19 marzo l’economista Marco Biagi sta rincasando in bicicletta. Le Brigate Rosse lo uccidono sul portone di casa. Il delitto presenta per gli esperti impressionanti analogie con quello di Massimo D’Antona.

Un altro fatto da ricordare riguarda un grave avvenimento di cronaca avvenuto nel mese di settembre. Desirée Piovanelli, una ragazza di 14 anni, viene barbaramente uccisa da alcuni ragazzi nei pressi di una cascina. Più tardi si scoprirà anche la presenza di Giovanni Erra, un uomo di 36 anni, l’uomo di Leno che verrà arrestato con l’accusa di omicidio.

Il 24 ottobre una trentina di terroristi ceceni si impadroniscono con le armi di un teatro russo. La polizia, nel giro di alcuni giorni, riuscirà a porre fine a questo sequestro, grazie all’uso di speciali gas, ma come si sa, il gas non ha cervello e non può sapere chi colpire e chi non. Così, oltre ai terroristi ceceni, perdono la vita anche molti ostaggi.

Il 31 ottobre, a San Giuliano di Puglia, crolla una scuola. Sotto le macerie ci sono poco più di cinquanta persone, tra bambini ed insegnanti. Ne moriranno ventisette e fra le vittime vi è anche la figlia del sindaco del paese. Che triste conclusione!

Il 2003 – siamo al primo di gennaio – inizia con un lutto nel mondo della musica leggera, a 64 anni muore Giorgio Gaber, il grande Gaber che ci ha tenuto compagnia con le sue canzoni, fatte di racconti, di storie comuni e tanto altro. Verso la fine di quello stesso mese muore anche Giovanni Agnelli.

Non ricordo chi abbia vinto a Sanremo. Pazienza! Il 2 marzo, Nadia Desdemona Lioce e Mario Galesi, due terroristi, stanno viaggiando in treno. Non si sa quale sia il loro incarico. Forse, una volta arrivati alla fermata di destinazione, quello di processare o eliminare la loro compagna Cinzia Banelli, conosciuta in codice con il nome di “compagna So”. Un agente di polizia, Emanuele Petri, sta facendo un normale controllo di routine ed è salito nel loro scompartimento. Galesi dapprima sorride, ma poi estrae la pistola e uccide l’agente. Quest’ultimo, però, ha fatto in tempo ad estrarre la pistola d’ordinanza e a colpire Galesi in pieno petto. La Lioce riesce a scappare, ma alcuni giorni dopo verrà arrestata. Galesi morirà di lì a poco. Nell’ottobre, la polizia arresta sei brigatisti, implicati negli omicidi di Biagi e D’Antona, tra cui la Banelli. Il 19 marzo i soldati statunitensi e britannici invadono da sud l’Iraq con l’obiettivo di disarmare e distruggere il regime di Saddam Hussein, accusato di collusione con il terrorismo internazionale. Tre settimane dopo Saddam verrà destituito e si darà alla fuga. Verrà catturato dagli americani il 14 dicembre. Alcuni giorni prima dell’azione di guerra voluta da George W. Bush, il papa aveva proposto una giornata di digiuno. A proposito di questo grande papa va detto che la sua voce è ormai molto affaticata, ma le sue facoltà mentali continuano a stupire.

Il 12 novembre diciannove soldati italiani verranno trucidati a Nassiriya in Iraq. Insomma, la guerra non è affatto terminata come vuole far credere Bush, anzi, la guerra contro l’occidente sembra ancora più spietata, da quando Saddam Hussein non è più al potere.

Veniamo ora al 2004. Questa volta faremo passare Sanremo in secondo piano e non inizieremo immediatamente a parlare di cronaca. Lei, dottor Biagi, certamente saprà, come pure chi ci ascolta, che il primo gennaio, da diversi decenni a questa parte, viene dedicato ad un appuntamento per me imperdibile. Si tratta del Concerto di Capodanno che ormai da tempo viene trasmesso da Vienna, con l’orchestra dei Berliner Philharmoniker, che ha visto la guida di diversi direttori d’orchestra, tra cui due italiani, Claudio Abbado e Riccardo Muti. Quest’ultimo ne ha diretti diversi. Mi piace anche ricordare che Abbado per una sola volta ha diretto il Concerto di Capodanno nel 1991. Un’altra cosa da sottolineare, anche se tutti voi la sapete già, è che i vari concerti vengono dedicati alla dinastia degli Strauss, di cui vengono eseguiti i loro pezzi più o meno noti. Ritornando al 1991, Abbado inserì due brani – non mi chieda quali –, composti da Mozart, in occasione del bicentenario della sua morte.

Un’altra nota degna di essere ricordata riguarda proprio la programmazione dei concerti. In particolare, dobbiamo parlare della parte finale, che è costituita da un brano fuori programma, considerato come bis, e da due brani famosissimi che vengono da anni ripetuti secondo uno schema rigido ed immutabile. Il primo è Il bel Danubio blu. A questo proposito, ormai da tempo si verifica un episodio curioso, con il quale l’entrata in scena dell’orchestra viene resa più simpatica. L’orchestra infatti inizia con l’attacco vellutato degli archi. Il direttore fa segno di fermarsi ed il pubblico ride ed applaude, poi ci sono gli auguri di tutti gli orchestrali ed il discorso del direttore, quindi si può finalmente ascoltare il brano appena citato.

Il secondo brano è la Marcia di Radetzky, dove il pubblico si sbizzarrisce a battere le mani tenendo il tempo.

Mi scusi, dottor Biagi, se mi sono soffermato su questo grande avvenimento, ma l’ho fatto per dare importanza a quanto sto per dire. Per la prima volta, il primo gennaio del 2004 anche l’Italia ha il suo Concerto di Capodanno, trasmesso dal Teatro La Fenice di Venezia e composto da brani squisitamente italiani. E come per i due pezzi conclusivi del concerto di Vienna – trasmesso in eurovisione – anche l’Italia ha deciso di fare altrettanto, inserendo nel finale due tra i brani più famosi, ovvero il Va Pensiero, con il coro del Nabucco, ed il valzer intitolato Libiamo nei lieti calici, meglio conosciuto come Valzer del brindisi della Traviata.

Le dirò che ci sono state tante polemiche. Da una parte, c’è chi asserisce che da Vienna veniamo ormai da decenni bombardati sempre dagli stessi brani. Occorre quindi cambiare registro e far conoscere al pubblico brani e compositori della patria in cui viviamo. Dall’altra, vi sono i conservatori, ovvero coloro che sostengono che proponendo un nuovo grande concerto nello stesso giorno si rovinerebbe la magica atmosfera e la bellezza dei concerti viennesi. Ma così non è stato, perché i concerti sono stati trasmessi entrambi e, soprattutto, in orari diversi.

Sanremo viene vinto da Marco Masini.

Il 2004 è ricco di episodi da ricordare.

Il 12 aprile, in Iraq, alcuni terroristi sequestrano quattro soldati italiani. Tre di loro verranno rilasciati l’8 giugno. Fabrizio Quattrocchi verrà ucciso il 14 aprile. Prima di morire dirà queste parole: “vi farò vedere come muore un italiano”.

Nuove elezioni amministrative in Italia il 13 giugno. A Milano vince Filippo Penati dei Ds. La destra perde potere. Fra l’altro c’è il sospetto che i tre italiani liberati siano stati rilasciati, forse dietro riscatto, proprio in vista delle elezioni.

Il 14 agosto iniziano le Olimpiadi ad Atene.

Il 24 agosto in Iraq viene rapito il giornalista Enzo Baldoni. Verrà ucciso il 27. Inoltre, sono state rapite anche due ragazze italiane, operatrici umanitarie. Si tratta di Simona Pari e Simona Torretta, delle quali aspettiamo con fiducia la loro liberazione. Agli inizi di settembre – quindi pochi giorni fa – un gruppo di ceceni ha preso possesso di una scuola, facendola saltare in aria. Centinaia di persone, fra cui molti bambini, hanno perso la vita. Alcuni dei terroristi sono stati catturati.

A Mazara del Vallo da alcuni giorni è scomparsa una bambina di tre anni, Denise Pipitone. Una scomparsa che ricorda molto quella di un’altra bambina, Angela Celentano, di quattro anni, avvenuta nel 1996 sul monte Faito. Le loro madri le stanno ancora aspettando. La piccola Denise è scomparsa da pochi giorni, speriamo che venga ritrovata viva al più presto.

A questo punto, dottor Biagi, ho terminato. Lei mi scuserà se ho tralasciato di parlare di tanti argomenti. Ho dimenticato, ad esempio, di citare il caso sportivo che nel 1988, durante le Olimpiadi di Seul, coinvolse Ben Jhonson, che vinse il salto in alto, ma poi fu squalificato, perché nel suo sangue gli furono trovate sostanze dopanti.

Vi sono, poi, argomenti che non mi sono molto chiari e sui quali ho preferito non esprimermi. Inoltre non ho voluto parlare più di tanto di ciò che sta accadendo in Iraq contro l’Occidente, nonostante Saddam sia stato ormai catturato.

E poi, se dovessi anche ricordare tutto ci vorrebbero chissà quante puntate di questa trasmissione».

«Non fa niente, signor Galetti. Lei ha dimostrato una grande capacità nel ricordare tutto ciò di cui ha parlato. Ora, però, vorrei farle una domanda. Alcuni giornalisti, mi hanno riferito che oggi, nell’albergo in cui soggiorna, lei abbia fatto fuoco e fiamme. Ci può dire cosa è successo?».

«Beh, dottor Biagi, se avessi con me la telecamera, le farei vedere il filmato. Se vuole, ne parleremo la prossima volta».

«D’accordo. Anche perché sono ormai le ventitre e trentacinque ed abbiamo sforato alla grande. Ma, mi dica, come mai lei si è portato la telecamera a Roma?».

«Perché, con l’aiuto di un vedente, io possa filmare ciò che avviene». «Bene, signor Galetti. Per questa sera abbiamo finito. Le auguro buon weekend. Ci risentiremo lunedì alla solita ora. Buonanotte».

«Buonanotte, dottor Biagi».