Adiecta (1905)/III/XXXI
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DUE OMBRE
L' infamia di Creti.... Dante Inf. xii, 12. |
Non puoi dunque dormir, Re Ferdinando,
tra i putridi antenati
che, il sozzo lembo del sudario alzando,
4levi la testa e guati?
E dici — «Ah, se il Signor non mi prendeva,
sarei pur degno anch’io
di questa civiltà che mi diceva
8la negazion di Dio!
Sovra i sudditi miei fatti ribelli
piover le bombe io feci,
ma l’Europa civil manda i vascelli
12al massacro de’ Greci.
Nel sepolcro che fai che non ti levi,
general Filangieri?
Vieni a veder come i tuoi degni allievi
16ammazzan volentieri;
vieni a palpar, come a Messina, i buchi
fumanti del bersaglio;
vieni a veder quanti fedeli eunuchi
20fan la guardia al Serraglio;
come sanno schiantar da la trincea
la croce insanguinata,
come ingrassano i corvi a la Canea
24di carne battezzata!
Domani impiccheranno. Intanto i morti
marciscon senza tomba....
Eppure io non negavo il beccamorti
28e mi chiamavan Bomba!»
Così ben dici, o vecchio Re, contento
di questi tuoi nepoti,
oggi birri del turco e, al buon momento,
32birri dei sacerdoti.
Ben dici e sfreni con superba gioia
il riso alto e sonoro,
tu che, regnando con la forca e il boia,
36fosti miglior di loro.
Ma questo almen ti affligga e dei ferini
gaudi il tripudio arresti,
che tra i bombardatori e gli assassini
40non c’è chi tu vorresti.
Vedi? Quando le navi alzan la gala,
manca la tua bandiera,
e il tricolor che sventolò a Marsala
44non guida più la schiera;
nè tra gli squilli che, salendo in alto,
vibrano in ciel sublimi,
s’ode la tromba che suonò all’assalto
48sotto Calatafimi.
Memori ancora de la nostra istoria,
del Gianicolo in vetta,
cinta d’un trionfal nimbo di gloria,
52vediamo un’ombra eretta
che, su la cima quirinal lontana
figgendo le pupille,
chiede: «Potresti ereditar Mentana
56e mitragliare i Mille?»