Adiecta (1905)/III/XL
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NON IO
I.
Mi chiede la pagina bianca:
perchè, sciagurato, non scrivi
e i versi di cui mi fiorivi
4racchiudi nell’anima stanca?
Riprendi coraggio, rinfranca
la fiamma dei versi giulivi:
ritorna nel mondo dei vivi
8che ai forti l’applauso non manca!
Ed io sonnolento rispondo:
Io vissi. De’ morti nel regno
11riposo in un sonno profondo.
Tu d’arte mi parli e d’ingegno
ed io per l’applauso del mondo
14non ho che il fastidio e lo sdegno.
IL
Ah l’arte! Ne’ chiusi salotti
lusinga le dame annoiate,
abbrevia le lunge giornate
e il sonno concilia alle notti;
o tenta gl’ignavi e i corrotti
coi canti e le danze sfacciate,
o chiede alle tazze vuotate
il lercio profluvio dei motti.
La disser già pura e modesta,
ricinta di candide bende
il vergine seno e la testa,
e invece del ricco che spende
rallegra le pompe e la festa....
Ah l’arte si compra e si vende.
III.
Nel grigio tramonto il villano
con l’impeto cieco del bruto
incombe sul vomere acuto
4e squarcia i maggesi del piano.
Vedrà biondeggianti di grano
i campi che ignudi ha veduto,
ma indarno! Sul solco mietuto
8ben altri distese la mano!
Ah, i vinti! Parlate con loro
dell’arte che i cieli spalanca
11tessendo ghirlande d’alloro!
Non io. Qui, dinanzi alla stanca
mia man che rifiuta il lavoro,
14rimanga la pagina bianca.