Adiecta (1905)/III/XI
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IV.
NOTTE D'AUTUNNO
Infuria il vento e nella bieca notte
fredda la piova incalza.
L’acqua che stroscia dalle gronde rotte
4sui ciottoli rimbalza.
Entro l’oscurità profonda e vuota
delle vie taciturne
guizzan, specchiate nell’immonda mota,
8le fiammelle notturne
e nel sordido fango e nel pattume
putrefatto del suolo,
miserabile spettro, agita il lume
12e fruga il ciccaiolo.
Quand’ecco dal silenzio esce il lontano
scalpito d’una rozza
e tra la pioggia, il vento ed il pantano,
16appare una carrozza
che in un dirugginìo di chiavistelli
trabalza oscenamente,
col profilo dei birri agli sportelli
20e le lanterne spente.
E il ciccaiol che vive razzolando
nel brago e nel fetore,
sente lo schifo e brontola sputando:
24«Passa un commendatore!»