Adiecta (1905)/II/XXXIII
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DISSE....
Cadde squarciato il velo
dagli occhi del Veggente!
Il fantasma giungea col capo al cielo,
4guizzava come un serpe il crine ardente,
aprìa le fredde mani,
stringea gli aguzzi artigli
sovra i più sacri degli affetti umani,
8sulla vita dei padri e il cor dei figli.
«A lagrime di sangue
«piangete, o figli d’Eva!
«Io son la forza che giammai non langue;
12«nulla placar mi può!» — Così diceva -
«E per voler divino,
«finché sarete al mondo,
«vi muterò in veleno il pane e il vino,
16«vi strazierò con l’ugna il cor profondo.
«Non c’è tra voi chi possa
«vincer la forza mia.
«Io vi stritolerò le carni e l’ossa
20«dall’utero materno all’agonia.
«No. Per staccar la fiera
«ugna dal vostro core
24«non giovan le bestemmie o la preghiera,
«ma bisogna morir. Sono il Dolore!»