Adiecta (1905)/II/LXI
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SOLE D'INVERNO
(in bicicletta)
I.
Nel pallido meriggio alle romite
vie che corsi ed amai son ritornato
ed ho visto fiorir le margherite
4bianche tra le tenaci erbe del prato.
Un cinguettar di passere stordite
nel tepor luminoso e profumato,
come un canto di nozze acconsentite
8pel deserto sentier m’ha seguitato
e le ruote leggere hanno volato
sotto l’impulso mio, quasi rapite
11meco nel sogno dell’aprii rinato.
Oh, col bacio del sol morbido e mite,
quanti dolci pensier m’han visitato,
14quante rose nel cor mi son fiorite!
II.
E con le rose ho fatto una ghirlanda
per la sepolta giovinezza mia,
la giovinezza cara e memoranda
4ch’era saggezza e mi parea follìa.
La riveggo nel sogno e mi domanda
un buon ricordo, una parola pia,
povera morta che si raccomanda
8nel nome santo della poesia!
Corro così la solitaria landa
e m’accompagna sol la fantasia
11che sospinge le ruote e le comanda
e vivo e volo! Ah, benedetta sia
quest’ora lieta che il destin mi manda,
14questo raggio d’amor che il sol m’invia!