Adelchi (1881)/Usanze caratteristiche alle quali si allude nella tragedia
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USANZE CARATTERISTICHE, ALLE QUALI SI ALLUDE NELLA TRAGEDIA.
Atto i, Scena ii, Verso 149. — Il segno dell’elezione de’ re longobardi era di mettere loro in mano un’asta[1].
Scena iii, Verso 212. — Alle giovani longobarde si tagliavano i capelli, quando andavano in marito: le nubili sono dette nelle leggi: figlie in capelli[2]. Il Muratori dice, senza però addurne prove, ch’erano anche chiamate intonse; e vuole che di qui sia venuta la voce tosa, che vive ancora in qualche dialetto di Lombardia[3].
Scena v, Verso 335. — Tutti i Longobardi in caso di portar l’armi, e che possedevano un cavallo, eran tenuti a marciare; il Giudice poteva dispensarne un piccolissimo numero[4].
Atto iii, Scena i, Verso 78. — Ne’ costumi germanici, il dipendere personalmente da’ principali era, già ai tempi di Tacito, una distinzione ambita[5]. Questa dipendenza, nel medio evo, comprendeva il servizio domestico e il militare; ed era un misto di sudditanza onorevole, e di devozione affettuosa. Quelli che esercitavano questa condizione erano dai Longobardi chiamati Gasindi: ne’ secoli posteriori invalse il titolo domicellus; e di qui il donzello, che è rimasto nella parte storica della lingua. Questa condizione, diversa affatto dalla servile, si trova ugualmente ne’ secoli eroici; ed è una delle non poche somiglianze che hanno quei tempi con quelli che Vico chiamò della barbarie seconda. Patroclo, ancor giovinetto, dopo aver ucciso, in una rissa, il figlio d’Anfidamante, è mandato da suo padre in rifugio in casa del cavalier Peleo, il quale lo alleva, e lo mette al servizio d’Achille, suo figlio[6].
Scena iv, Verso 212. — L’omaggio si prestava dai Franchi in ginocchio, e mettendo le mani in quelle del nuovo signore[7].Atto iv, Scena ii, Verso 221. — Una delle formalità del giuramento presso i Longobardi era di metter le mani su dell’armi, benedette prima da un sacerdote[8].
Coro nell'atto iv, st. 7. — Carlo, come i suoi nazionali, era portato per la caccia[9]. Un poeta anonimo, suo contemporaneo, imitatore studioso di Virgilio, come si poteva esserlo nel secolo IX, descrive lungamente una caccia di Carlo, e le donne della famiglia reale, che la stanno guardando da un’altura[10].
Coro suddetto, st. 10. — Si dilettava anche molto dei bagni d’acque termali; e perciò fece fabbricare il palazzo d’Aquisgrana[11].
Il vocabolo Fedele, che torna spesso in questa tragedia, c’è sempre adoprato nel senso che aveva ne’ secoli barbari, cioè come un titolo di vassallaggio. Non trovando altro vocabolo da sostituire, e per evitar l’equivoco che farebbe col senso attuale, non s’è potuto far altro che distinguerlo con l’iniziale grande. Drudo, che aveva la stessa significazione, ed è d’evidente origine germanica[12], riuscirebbe più strano, essendo serbato a un senso ancor più esclusivo. Nella lingua francese, il fidelis barbarico s’è trasformato in féal, e c’è rimasto; e le cagioni della differente fortuna di questo vocabolo nelle due lingue, si trovano nella storia de’ due popoli. Ma c’è pur troppo, tra quelle così differenti vicende, una trista somiglianza: i Francesi hanno conservata nel loro idioma questa parola a forza di lacrime e di sangue; e a forza di lacrime e di sangue, è stata cancellata dal nostro.
Note
- ↑ Cui (Hildeprando) dum contum, uti moris est, traderent. Paul. Diac., l. 6, c. 55.
- ↑ Si quis Langobardus, si vivente, suas filias nuptui tradiderit, et alias filias in capillo in casa reliquerit... Liutprandi Leg., l. 1, 2.
- ↑ V. la nota al passo citato, Rer. It., t. I, p. II, pag. 51.
- ↑ De omnibus Judicibus, quomodo in exercitu ambulandi causa necessitas fuerit, non mittant alios homines, nisi tantummodo qui unum caballum habeant, idest homines quinque, etc. Liutpr. Leg., lib. 6, 29.
- ↑ Insignis nobilitas, aut magna patrum merita principis dignationem etiam adolescentulis assignant: caeteris robustioribus, ac jampridem probatis aggregantur: nec rubor inter comites aspici. Tacit., German., 13.
- ↑ Homer., Il., l. 23, v. 90.
- ↑ Tassilo dux Bajoariorum.... more francico, in manus regis, in vassaticum, manibus suis, semetipsum commendavit. Eginh., Annal.; Rer. Fr., t. V, pag. 198.
- ↑ Juret ad arma sacrata. Rotharis Leg., 364. Vedi Murat., Ant. It., dissert. 38.
- ↑ Assidue exercebatur equitando ac venando, quod illi gentilium erat. Eginh., Vit. Kar., 22.
- ↑ Rer. Fr., t. V, pag. 388.
- ↑ Delectabatur etiam vaporibus aquarum naturaliter calentium... Ob hoc etiam Aquisgrani Regiam extruxit. Eginh., Vit. Kar., 22.
- ↑ Treu, fedele.