A torto sì gran scorno
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VIII
Povertà con buona coscienza.
A torto sì gran scorno
Oggi sostien fra gli uomini
La bella povertà:
Vada tamburo attorno,
5Duce di lor, che bramano,
Me non assolderà.
Che venne manco al mondo,
Quando gli anni volgeano
Tanto cantati ancor?
10O lieto e ben giocondo,
E di vero oro secolo
Ricchissimo senz’ôr.
Oro, forte veneno,
Onde l’anima assetasi
15Pure in mezzo del ber:
Dunque un giorno sereno
Uom, che di te sia povero,
Dispererà goder?
Ah che in fregiata poppa
20Senz’affanni, che il rodano,
Ammiraglio non è.
E su gemmata groppa
Aspre cure accompagnano
L’arcion d’ogni gran re.
25Qual ricchezza di Creso,
A conforto di Sisifo,
Dicamisi, che val;
Mentre riguarda appeso
Il sasso, che minacciagli
30La percossa mortal?
Ma quai piogge, o quai venti
Allor che il bosco atterrasi,
Non son fiorito April
Al Guardian d’armenti,
35Cui l’Universo serrasi
Dentro l’angusto ovil?
O mortali, è diletto
In sofferire inopia,
Diletto è l’abbondar
40Se non ci latra in petto
Il simorso implacabile
Nemico del peccar.