Ècci venuto Guido a Compostello
Questo testo è incompleto. |
◄ | Coralmente me stess'ho'in ira, ca ppo- | Chi udisse tossir la malfatata | ► |
Questo testo fa parte della raccolta V. Niccola Muscia
Di Guido Cavalcanti, che non condusse a compimento un suo pellegrinaggio.
— Ècci venuto Guido a Compostello,
o ha recato a vender canovacci?
Ch’e’ va com’oca, e cáscali ’l mantello;
ben par che sia fattor de’ Rusticacci.
È in bando di Firenze, od è rubello,
o dòttasi che ’l popol nol ne cacci?
Ben par ch’e’ sappia i torni del camello,
ché s’è partito sanza dicer: — Vacci! —
— Sa’ Iacopo sdegnò, quando l’udío;
ed egli stesso si fece malato:
ma dice pur che non v’era botío.
E, quando fu a Nímisi arrivato,
vendé i cavalli, e non li diè per Dio;
e trassesi li sproni, ed è albergato. —