Trattato completo di agricoltura/Volume I/Dei terreni/7

Mezzi di correggere la qualità chimica del suolo— Concimazione—Valore dei concimi

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mezzi di correggere le qualita’ chimiche del suolo. — concimazione.

§ 220. Dal conoscere l’importanza e la necessità dei principj organici ed inorganici per la nutrizione e pel regolare sviluppo dei vegetali, e dal sapere che non tutti i vegetali richiedono gli stessi principj, e che non tutti i terreni possono fornire alle piante qualunque principio esse richiedano, facilmente intender dovete che non basta correggere le qualità fisiche d’un terreno, ma che bisogna eziandio dotarlo di quelle sostanze delle quali manca, e che sono necessarie alla buona riuscita delle varie coltivazioni. Alcuno potrebbe dire che sarebbe sufficiente l’adattare le piante alle varie qualità fisiche e chimiche del terreno, ma in fatto lo possiamo noi? e se lo potessimo basterebbe forse? No. L’agricoltore il più [p. 224 modifica]delle volte non può coltivare quelle piante che vuole, e deve appigliarsi a quelle che hanno un più facile smercio ed un maggior valore; a quelle che sono necessarie alla sua famiglia, al resto della popolazione, quali sono i cereali; oppure a quelle che sono indispensabili alla buona condotta del fondo, quali sono le erbe da foraggio. Pongasi pure che il terreno si prestasse a tutte quelle coltivazioni che l’agricoltore richiede, perchè fosse fisicamente e chimicamente costituito in modo da potervi supplire, ma chi riparerà i principj organici ed inorganici che mano mano gli verranno levati coll’esportazione de’ suoi prodotti? Gli elementi atmosferici non bastano, il lavoro non basta; e ci troveremo nella necessità di dare o di restituire al terreno, anche in quantità maggiore, quelle sostanze che gli vennero tolte coi raccolti.

Forse alcuno di voi mi dirà: Come avviene dunque che un bosco, che non s’ingrassa mai, ed al quale non si lasciano che le foglie cadute dalle piante e le erbe che sotto vi crescono, cose tutte che in fine sono dello stesso terreno, quanto più invecchia, non solo mostra una più ricca vegetazione, ma migliora altresì il terreno? La risposta è facile. Come già sapete, le foglie delle piante hanno la proprietà di assimilarsi il carbonio dell’aria ed anche una minima porzione di azoto, e ciò basta per un bosco, quando non cresca in terreno affatto ghiajoso e che sia ajutato dalla pioggia; perchè quand’anche parte della legna fosse esportata per l’uso domestico, pure cederebbe ancora ogni anno al terreno gran parte di quanto si appropriò dall’aria, colle foglie che cadono e coi rami morti, che colla fermentazione o lenta combustione cui vanno in seguito soggetti, si convertono in humus, scarso d’azoto, ma sorgente abbondantissima di gas acido carbonico favorevole alla successiva rigogliosa vegetazione. Guardate in qual condizione si trovano ora i boschi e le larghe siepi antiche, cui si leva ogni foglia caduta ed ogni erba che vi cresca per entro, e vedrete quanto sia stentata la loro [p. 225 modifica]vegetazione mancando del naturale loro concime. Ma tornando al primo caso, se il terreno viene arricchito di humus, in esso però non aumenteranno nè gli alcali, nè i fosfati, nè i solfati, che anzi, avendo questi servito all’aumento delle piante già cresciute, saranno stati in parte asportati colla legna tagliata. Se ad un bosco, dal quale voglionsi delle foglie e della legna, basta il carbonio somministrato dall’aria e dall’humus sottoposto, nell’agricoltura, mirandosi più frequentemente ad avere dei grani, pei quali non basta nè il carbonio nè un poco d’azoto, saranno indispensabili gli alcali ed i sali che l’aria non può somministrare, e che solo si possono trovare naturalmente nel terreno od artificialmente negli ingrassi.

Questa operazione adunque di fornire il suolo dei principj necessari ad alcune coltivazioni, e di restituirgli quanto gli venne tolto coi raccolti, costituisce la correzione chimica del terreno, che fu detta concimazione, ed ingrassi o concimi si chiamarono le sostanze per ciò adoperate.

Valore dei concimi.

§ 221. Anche oggidì molti calcolano il valore dei concimi soltanto dalla quantità d’azoto in essi contenuto. Ma quanto sia falsa questa maniera di giudicare del valore dei concimi, ve lo provano i seguenti fatti. Adoperate per esempio del letame di vacca pel frumento? e voi lo vedete prosperar bene in primavera, far molte foglie e poi voltarsi in terra perchè troppo tenero, e ne ricavate uno scarsissimo raccolto di grano. Piantate un gelso e gli date una buona dose di letame da stalla minutissimo, ben consumato? ed il gelso dopo pochi anni intristisce e non fa bella riuscita. Coltivate pomi di terra, e profondete loro una quantità grandissima di quel letame? e li raccogliete piccoli ed acquosi. E che avviene in seguito a ciò? Voi cominciate ad abborrire l’ingrasso pel frumento, perdete la fiducia nei vantaggiosi effetti dei concimi, e finite [p. 226 modifica]col dire: «È inutile ingrassare, se la roba vuol venire, viene egualmente, e quando ho ingrassato di più, fu proprio quando ho raccolto meno, ed altre volte anche senza ingrassi ho avuto dei buoni prodotti.» Ma avete voi fatto riflesso alla qualità del terreno, alla stagione, al genere che avete coltivato prima e dopo, ed alla qualità della pianta che avete coltivata e dell’ingrasso che gli avete dato? Ora vi dico che non tutti i concimi sono buoni per tutti i prodotti, ossia che non si deve calcolare ii loro valore da un solo dei principj in essi contenuti. Infatti, sono forse le piante tutte composte degli stessi principj, perchè s’abbia a dar loro sempre lo stesso concime? No. Le tavole che vi ho date della varia composizione di alcune di esse, vi avranno abbastanza fatto conoscere, non solo che possono differire di molto nei loro componenti, ma eziandio che ogni parte della stessa pianta li contiene in proporzioni assai differenti; altro per esempio vedete nel fusto, altro nelle foglie, ed altro nei grani. Ecco dunque perchè lo stesso concime, ossia un sol principio non può sempre dare un buon risultato, e perchè riesca erroneo il giudicare del loro valore dalla sola quantità d’azoto.

§ 222. Perchè meglio intendiate quanto vi dissi, vi darò due tavole, in una delle quali sarà espressa la quantità dell’azoto contenuto nei concimi più usitati, e nell’altra le quantità d’acido fosforico e di alcali in confronto dell’azoto che contengono. [p. 227 modifica]

Quantità approssimativa d’azoto contenuto in varj ingrassi per ogni cento parti di essi.

Guano      14,80
Sterco di colombi 9,00
Polverina, o Poudrette 4,40
Urina di vacca 3,80
Strame di bachi da seta 3,40
Escrementi di majale 3,30
         »          di montone 2,90
         »          di vacca 2,50
         »          di cavallo 2,20
Letame ordinario di stalla 2,20
Nero delle raffinerie 1,90
Ossa abbruciate 0,00


Valore comparativo di alcuni ingrassi dietro le quantità di alcali, acido fosforico ed azoto.

Acqua su 100 parti Alcali, potassa e soda per 100 Acido fosforico per 100 Azoto per 100
Concime d’albergo 60,60 0,52 0,20 0,79
Urina umana 93,00 1,06 0,39 0,72
Sangue di bue 82,00 0,54 0,53 2,95
Escrementi umani 73,00 0,90 4,83 3,85
Guano 11,30 5,28 13,69 14,80
Ossa abbruciate 0,00 4,78 28,42 0,00


Confrontate ora queste tavole con quelle dei varj componenti delle piante, e troverete come il frumento ingrassato non solo col letame da stalla, ma anche con qualunque altro ricchissimo d’azoto, per esempio col guano, vi avrà data [p. 228 modifica]una rigogliosa vegetazione e poco prodotto; che se invece aveste adoperato il nero delle raffinerie, che contiene 1/7 d’azoto in confronto del guano, vi avrebbe date poche foglie e molto grano, perchè esso contiene una quantità d’acido fosforico proporzionatamente molto maggiore di quella dell’azoto; ed il letame di stalla anch’esso vi sarà stato di poco frutto, perchè contiene una minima quantità d’acido fosforico indispensabile alla formazione dei fosfati. Osservate quelli spazj di terreno ove si fanno i mucchi di letame e che in seguito vengono coltivati a cereali; voi vedrete che colà il grano non sarà in proporzione colla quantità delle foglie e colla bella vegetazione del gambo. Come pure ora intenderete perchè il gelso, che contiene il 45 per cento di calce, peso secco, concimato con una grande quantità di letame minuto da stalla, produrrà nei primi anni abbondanza di fogliame, e perchè in seguito dovrà intristire, essendo che il detto letame, oltre al consumarsi presto, non contiene che una minima parte di calce necessaria all’intima sua costituzione. E finalmente se vi siete lagnati d’aver fatto uno scarso raccolto di pomi di terra, quantunque abbiate molto ingrassato col solito letame da stalla, ne troverete la causa nel guardare che il pomo di terra contiene il 50 per cento di alcali (soda e potassa), laddove il letame da stalla non ne contiene che l’un per cento del suo peso fresco. Anche nei tempi antichi questa cosa era riconosciuta in fatto, poichè si trova raccomandata la cenere per la coltivazione dei fichi e dei persici; la loppa di frumento ed i graspi d’uva nella piantagione delle viti; gli avanzi dei panelli d’olio per gli ulivi, e lo sterco umano per la coltivazione dei cereali.

§ 223. Se perciò il valore d’un concime non può calcolarsi dalla sua ricchezza d’azoto, quale dunque sarà il migliore? Io risponderò che tutti i concimi sono buoni, quando si sappia appropriarli al prodotto pel quale si adoperano. In una parola; il miglior concime per una pianta sarà quello che per la qualità [p. 229 modifica]e quantità dei suoi componenti più si avvicini alla qualità e quantità di essa. Quindi gli avanzi della stessa pianta già stata coltivata dapprima, sotto qualunque forma essi siano, indi quelle sostanze che contengono gli stessi loro princjpj e possibilmente nelle stesse porzioni. Infatti, fareste voi fondere del vetro per avere dei chiodi, oppure fonderete del ferro? Seminate voi indifferentemente ogni seme per aver del frumento? Queste domande sembrano assurde; eppure molte volte il modo che si usa nel concimare potrebbe paragonarsi a chi fondesse del vetro per aver dei chiodi, ed a chi seminasse melgone per aver frumento, se si adopera un concime che non contiene che in piccolissima proporzione quelle sostanze che voglionsi ottenere con una data coltivazione.

Ecco perchè tante volte il prodotto non compensa le spese di coltivazione e di concimazione; ecco perchè tante volte avete delle foglie invece d’aver dei grani; ecco perchè non vi possono essere ingrassi universali, e perchè sia necessaria la chimica anche in agricoltura, quando si voglia ritrarre il massimo prodotto colla minor possibile spesa.

Da quanto vi dissi riconoscerete la necessità ch’io v’abbia a parlare separatamente delle varie sostanze che possono servire a correggere chimicamente il terreno, ossia dei varj concimi, onde, conosciuta la qualità del terreno e la composizione della pianta che volete coltivare, sappiate scegliere quello che sia il più opportuno.

Intanto prima di tutto vi parlerò del modo più naturale con cui si può in certe circostanze ottenere un miglioramento nella condizione chimica del terreno.