Note

../Elogio funebre ../Epigrafi IncludiIntestazione 13 luglio 2012 100% Cristianesimo

Elogio funebre Epigrafi

[p. 46 modifica]

NOTE.



(1) Fu peritissimo nell’antiquaria e nella numismatica. Il suo privato Museo era un capo d’opera. Nello scrivere in istile lapidario pochi lo pareggiavano. Aveva anche da giovane l’ornamento della musica.

(2) Sciant Sacerdotes scripturas sacras et canones, ut omne opus eorum in prædicatione et doctrina consistat. Conc. Tolet. IV. Si Sacerdos est, sciat legem Domini: si ignorat legem, ipse se arguit, non esse Domini Sacerdotem. S. Hieron. in c. 2 Aggaei. Legem exquirent ex ore ejus (Sacerdotis) Malach. II. 7.

(3) I suoi genitori furono D. Carlo, oriundo dalla celebre famiglia Castiglioni di Milano, e D. Sanzia di Jesi della nobilissima famiglia Ghislieri: onde il nostro Castiglioni vantava fra’ suoi maggiori due Sommi Pontefici, dal lato paterno Celestino IV, e dal materno un S. Pio V.

(4) Il collegio Montalto di Bologna, così denominato, perchè eretto dal gran Sisto V, nato in Montalto allora piccola terra, per la gratuita istruzione, ed educazione de’ suoi concittadini.

(5) Ne’ serj studj ebbe per maestri il P. Hyturiaga ex - Gesuita Portoghese, ed il Canonico dell’Oca di Bologna, ed apprese la filosofia sotto della celebre dottoressa Laura Bassi. [p. 47 modifica]

(6) È certo che travagliò col Devoti nella bell’opera dell’Instituzioni canoniche, e si ritengono per sue le copiose ed erudite note, che a guisa di commentario perpetuo l’accompagnano, e la rendono completa. V. l’Effemeridi letterarie di Modena tom. XV. all’art. Memorie di religione e di morale di Pio VIII.

(7) È stato Vicario Generale di Monsignor Devoti Vescovo d’Anagni, di Monsignor Severoli Vescovo di Fano (che fu poi Cardinale) sino all’invasione francese, ed infine dell’Eminentissimo Cardinale Archetti, Vescovo amministratore di Ascoli.

(8) Nel 1800 fu eletto Vescovo di Montalto, a cui era stato già designato da Pio VI. Nel 1808 fu deportato nella fortezza di Mantova, poi nella città di Milano con altri Vescovi della Marca. Ritornò alla sua Diocesi nel 1815, e nell’anno seguente fu trasferito al Vescovato di Cesena, ed onorato della sagra Porpora. Nel 1821, alla morte dell’Eminentissimo Cardinal de Pietro fu eletto Penitenziere maggiore, passò al Vescovato suburbicario di Frascati, ed in fine nel 1829 li 31 marzo fu elevato al sommo Pontificato.

(9) Si vegga il Sinodo di Monsignor Cadolini moderno Vescovo di Cesena, da cui si sono estratte le lodi in questo secondo punto rapportate.

(10) Le citate Effemeridi, fedeli interpreti del comune giudizio de’ Saggi, hanno applaudito, pag. 261, annot. 19 alla trionfante e dignitosa risposta data [p. 48 modifica]dal Cardinal Castiglioni all’Eccellentissimo Signor Visconte di Chateaubriand ambasciatore Francese al Conclave. Ecco come si esprime l’autore del Giornale. «Direbbesi quasi che il Porporato aveva un secreto presentimento della sua elevazione, e che parlava già al Cattolico mondo come successore di Leon XII. E mentre l’Ambasciatore esponeva le sue idee al Collegio, e che perdevasi nella rigenerazione attuale, mostrando di volervi strascinare la Chiesa; il Cardinale, elevandosi ad una maggior altezza, cercava in Cielo le promesse divine, onde ricordarle autorevolmente all’ambasciatore, ed insegnargli che il Cattolicismo è ben superiore all’umana civiltà ed alle mondane rivoluzioni, e che desso può ben soffrirne, ma non restarne oppresso giammai».

(11) È fama che in conclave sentendo il Cardinal Castiglioni essere caduta l’elezione sulla sua persona, e temendo di qualche abbaglio o equivoco in quella votazione, ricusasse di accettare il Papato, se non si faceva un nuovo e più esatto scrutinio, mentre egli intanto si pose in orazione. Nella seconda votazione fu verificata la sua elezione non colla maggioranza, ma colla pienezza de’ voti dei Porporati, che furono sommamente edificati della sua magnanima umiltà, e del suo disinteresse sommo.

(12) Gregorio XIII e Benedetto XIV fecero dono della rosa d’oro alla Metropolitana di Bologna, come può vedersi dalla Bolla Quarta dello stesso [p. 49 modifica]Benedetto XIV de’ 24 marzo 1751. Il dotto e virtuoso suo concittadino Monsignor Appignanesi fu eletto da Pio VIII a recare a Cingoli la rosa d’oro, di cui si parla nell’orazione.

(13) Nel passato settembre o ottobre Pio VIII avea nominato il degno e zelante Canonico Cav. D. Pietro Ximenes per Vescovo di Cinna in partibus infidelium, destinandolo per Vicario Apostolico dell’immense regioni di Buenos Ayres, Rio della Plata, Monte Video, di tutto il Paraguai, di Santafè, della Crux, ec. e rivestendolo di straordinarie facoltà Apostoliche.

(14) L’amor verso de’ poveri si può dire, che crebbe in lui sin dall’infanzia, e in lui perseverò sino alla tomba. Da giovane si era ascritto alla confraternità delle Stimmate, e da Papa gloriavasi con un degno e dotto Religioso riformato, che anch’egli era figlio di S. Francesco, ed aveva portate le divise del Patriarca de’ poveri.

(15) Rilevasi dal suo testamento, che tranne una porzione destinata a fondare una Prelatura, il rimanente delle sue mediocri sostanze fu distribuito fra i suoi congiunti più bisognosi con quell’ordine che la carità stessa prescrive.