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[p. 409 modifica] proteggevano le illusioni come in Italia, senza però lasciarnela profittare né procurarsene punto di vita, massime esterna e sociale.


*   A tutto quello che ho detto di Teofrasto si può aggiungere come altra cagione della qualità che ho notato in lui il suo sapere enciclopedico che apparisce dal catalogo delle sue opere, la massima parte perdute. Il qual sapere e la quale speculazione intorno ad ogni genere di scibile egli non lo faceva servire, come Platone, all’immaginativa, per fabbricarne un [p. 410 modifica]sistema fondato sul brillante e sul fantastico, ma, come Aristotele, alla ragione, per discorrere delle cose sul fondamento del vero e dell’esperienza. Nel qual caso l’estensione e varietà del sapere influisce necessariamente sulla profondità dell’intelletto e il disinganno del cuore.


*   Insomma conviene che il filosofo si ponga bene in mente, che la vita per se stessa non importa nulla, ma il passarla bene e felicemente o, se non altro, anzi soprattutto, il non passarla male e infelicemente. E perciò non riponga l’utilità in quelle cose che semplicemente aiutano, conservano ec. la vita, considerata quasi fosse un bene per se stessa, ma in quelle che la rendono