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186 pensieri (74-75)

que la disposition habituelle de l’âme ne saurait y gagner». Queste parole sono una solennissima condanna degli orrori e dell’eccessivo terribile tanto caro ai romantici, dal quale l’immaginazione e il sentimento in vece d’essere scosso è oppresso e schiacciato, e non trova altro partito a prendere che la fuga, cioè chiuder gli occhi della fantasia e schivar quell’immagine che tu gli presenti.


*   Nell’autunno par che il sole e gli oggetti sieno d’un altro colore, le nubi d’un’altra forma, l’aria d’un altro sapore. Sembra assolutamente che tutta la natura abbia un tuono, un sembiante tutto proprio di questa stagione, piú distinto e spiccato che nelle altre, anche negli oggetti che non cangiano gran cosa nella sostanza; e parlo ora riguardo a un certo aspetto superficiale e in parità di oggetti, circostanze ec., e per rispetto a certe minuzie e non alle cose piú essenziali, giacché in queste è manifesto che la faccia dell’inverno è piú marcata e distinta dalle altre che quella dell’autunno ec.


*   Una delle cagioni del gran contrasto delle qualità degli abitanti del mezzogiorno notata dalla Staël (Corinne liv.6, ch.2, p.246, troisiéme èdition 1812), (oltre quella, «qu’ils ne perdent aucune force de l’ame dans la société», com’ella dice ivi, onde la natura anche per questo capo resta piú varia, e non cosí obbligata e avvezzata alla continua uniformità, come succede per lo spirito di società e d’eccessivo incivilimento in Francia) è che il clima meridionale essendo  (75) il piú temperato, e la natura quivi (come dice la stessa piú volte) in grande armonia, essa si trova piú spedita, piú dégagée, piú sviluppata; onde, siccome le circostanze della vita son diversissime, cosí trovandosi i caratteri meridionali per la detta cagione pieghevolissimi e suscettibili d’ogni impressione, ne segue il contrasto