Le feste di San Giovanni in Firenze/Parte terza/Capitolo IX

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§ IX


Nel 15 di settembre di quest’anno 1864, fu sottoscritta a Parigi la convenzione fra la Francia e l’Italia, in seguito della quale il Governo italiano, con atto il più ardito e coraggioso di politica nazionale, decretò il trasferimento della capitale da Torino a Firenze. La regina dell’Arno chiamata all’onore di essere sede del Governo dovè rinunziare alle pubbliche feste che avevano rapporto a memorie municipali, e come regina di una grande nazione celebrò quelle soltanto che ricordavano il Nazionale riscatto.

Quando poi gli eventi del 1870, dischiusero la via del Campidoglio, Firenze, patria di Dante e di Macchiavelli [p. 75 modifica]divinatori dell’imita nazionale, depose senza esitazione la sua corona, e sostenne imperturbata il sacrifizio di ogni locale interesse.

Per questo inaspettato avvenimento che alterò profondamente le condizioni economiche della città, anche la Società di S. Giovanni Battista, vide quasi ridotto alla metà il numero dei suoi soci, e quindi dovè provvedere con qualche straordinario espediente alle spese delle feste sacre e popolari, ed al conferimento delle doti e medaglie; questa estrazione dal 1863 al 1868 fu eseguita nel gran salone di Palazzo Vecchio, da quell’anno in poi si fece nella sala della Filarmonica in via ghibellina.

Negli anni 1869, 70 e 71 furono estratte delle pubbliche tombole, nelle quali, oltre i premi che venivano conferiti, ogni altro avanzo, dedotte le spese, andava a profitto di tal Società.

Nell’anno 1870, fu pensato di fare eseguire nella sala della Filarmonica, da distintissimi artisti di canto a grande orchestra, la Messa solenne dell’immortale Rossini diretta dal prof. Teodulo Mabellini.

Le feste che ebbero luogo in questi ultimi anni si limitarono al trattenimento musicale nella sera del 24 giugno, prima nel consueto spazio della piazza di S. Giovanni dal lato del Bigallo, quindi sulla piazza del Duomo al lato sinistro del tempio, e finalmente nell’anno 1876, sotto la Loggia dell’Orgagua. Nella mattina della festa fu celebrata nel tempio di S. Giovanni una messa piana alla quale intervenne il Sindaco con alcuni assessori del Municipio. Nella domenica poi susseguente al 24 di giugno si procede nella sala della Filarmonica alla estrazione delle doti e medaglie, per le quali fino dall’anno 1868 era stato variato il conio, sostituendo alla vecchia leggenda, nel [p. 76 modifica]l’esergo della medaglia, il nome del socio favorito dalla sorte.

Le feste di S. Giovanni, come si è veduto nel corso di questi cenni storici, si celebrarono nei tempi antichi solennemente. Il culto del protettore di Firenze, congiunto alle feste pubbliche promosse o dal Governo o dal popolo, fu a noi tramandato dai nostri avi e mantenuto di generazione in generazione, e la Società di S. Giovanni Battista da oltre sedici lustri si adoprò alacremente e con varia vicenda a che queste feste e questo culto si mantenessero a decoro e vantaggio della nostra città.

Tale patriottico intendimento si è in quest’anno 1877 maggiormente ridestato nell’animo dei fiorentini; e quindi essi hanno volenterosi risposto all’appello fatto da un Comitato costituitosi all’oggetto di solennizzare la festività di S. Giovanni, e la commemorazione di una delle date più gloriose dell’italiano risorgimento.

Questo Comitato si è proposto di fare eseguire delle feste popolari, che al pubblico divertimento congiungano il ben’essere della città.

Esso poi, con tale lodevolissima impresa, dimostra aver compresi e seguiti gli intendimenti della fiorentina repubblica, che voleva che le feste di S. Giovanni si celebrassero solennissime, non tanto per onorare il protettore di Firenze, quanto perchè la città dal maggior concorso di popolo, e dalla mostra dei prodotti e delle industrie paesane, ritraesse un particolare vantaggio.

Nel chiudere questi cenni storici, scritti così alla buona, dettati però da sincero affetto alla patria, e dal desiderio che la memoria delle feste antiche e moderne di S. Giovanni, sia di eccitamento a celebrarle anche per l’avvenire, in quel modo sempre maggiore che possa tornare a decoro [p. 77 modifica]ed utile della nostra città, non resta che riportare il Programma delle Feste che avranno luogo in quest’anno 1877, tanto a cura della E. Società di S. G-io. Battista, quanto per provvedimento del Comitato per le Feste popolari in Firenze.