Parte II

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Parte I Nota storica
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PARTE SECONDA.

Il Marchese in altr'abito alla Francese, caricato, e Castagna.

Marchese.   Le madame d’oggidì

  Quasi tutte fan così:
  Han la bella proprietà
  Di pigliar di qua e di là.
  Chi ha provato, già lo sa;
  Chi nol crede, lo vedrà.
Madama non si vede;
Ancora è ritirata. Aspetterò,
Che un piacere sì bel perder non vuò.
Ehi Castagna.
Castagna. Signore.
Marchese. Voglio che ci prendiamo un po’ di spasso
Con questa Cantarina;
Ha un’arte soprafina. Io l’ho provata;
E una burla gentil le ho preparata.
Castagna. L’ho conosciuta anch’io,
Perchè so il fatto mio quanto mi basta;
Son tutte d’una pasta,
Caro signor padrone,
Quelle che vivon di conversazione.
Marchese. Hai tu spirto bastante
Da sostenere un finto personaggio?
Castagna. Non mi manca coraggio.
Farò quel che comanda il mio padrone.
Marchese. Ti darò l’istruzione.
Frattanto ch’io l’aspetto in queste soglie
Sotto mentite spoglie,
Da Guascon caricato alla Francese,
Vatti a vestir con qualche strano arnese.
Poi torna qui.

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Castagna. Ritornerò, e m’impegno,

Che vedrete, signor, se ho dell’ingegno.
Marchese. Concerteremo il modo
Di far quel che ho in pensiero.
Burlar un cavaliere
Impunemente non si dee così:
Vuò di lei vendicarmi.
Castagna. Signor sì.
Cli uomini che han giudizio,
Insegnino alle donne che san fare,
La convenienza e il modo di trattare.
  Se avesser gli uomini
  Miglior cervello,
  Non si vedrebbono
  Con questo e quello
  Le donne fingere
  La fedeltà.
  Ma così va.
  Da noi s’adorano,
  Da noi s’inchinano,
  Ed esse ridono
  Di chi lo fa. (parte
Marchese. Dice bene Castagna. È un servitore
Che intende la ragione;
Ha cervello, e ne sa più del padrone.
Eccola ch’ella viene. Vuò vedere,
Se fa con il Francese
Quel che fè col Tedesco e col Marchese.
Non mi conoscerà. (si mette un naso posticcio
Madama. Chi è, che mi vuole?
Marchese. Un votre servitor
Tres umble de madam de tu1 mon cor.
Madama. Coman v’appelè vu 2?

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Marchese. Monsieur Guascon.

Madama. Etè vu de Parì?
Marchese. Non pa, madamosele,
Jè sui de Guascogne.
Et3 è ma Baronìe dans 4 la Burgogne.
Madama. Antandè vu, monsieur,
L’Italian?
Marchese. Uì, madame.
Madama. Parlate, si vu plè.
Marchese. Come piace a madam, jè parlerò.
Ha incantato mon cuore
Sans du, madamigella,
Votre rara beltà tre volte bella.
Madama. Signor, troppa finezza. (s’inchina
Marchese. Tres5 umble servitor. (s’inchina
Madama. Monsieur, votre servan. (come sopra
Marchese. De tu mon cor. (come sopra
Madama. (In complimenti e inchini
Lasciar ch’egli mi vinca, non conviene). (da sè
Marchese. (Affé, mi pare di portarmi bene). (da sè
Madama, perdonate.
Nella vostra masone
Verran molte persone.
Madama. Oh non signore,
Se mi farà l’onore
Di venire da me, son sempre sola.
Marchese. Sempre sola, madama?
Sturbare io non vorrei...
Madama. Starò contenta in compagnia con lei.
Marchese. Avec muè?
Madama. Sì, con monsieur Guascone.
(Tutti così). (da sè
Marchese. (La solita lezione) (da sè
Jè vu doman pardon.

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Dar un prove d’amore

A madama vorrei.
Madama. Gradirò tutto quel che vien da lei.
Marchese. Questo petit anello,
Si vu piè, jè vu donè.
Madama. Caro signor Barone,
Le di lei grazie ricusar non so.
Marchese. Non, attandè; vu donerè un plu grò.
Madama. Questo mi piace assai.
Marchese. Jè donerè
Un più grosse a madam cattre fuè.
Madama. Quando, signore?
Marchese. Bien presto.
Madama. Ma quando?
Marchese. Orsoduì6.
Madama. (S’han tutti uniti a regalar così). (da sè
Marchese. Jè tornè a ma meson;
Jè vu domand perdon.
Madama. Ritornerà da me?
Marchese. Sans du7; m’impegno.
Madama. Mi potrebbe lasciar l’anello in pegno.
Marchese. C’est8 une petì sose9,
Che vual cent luì d’or.
Pur prou de mon amor
Il fo donè de più.
Un de tremile ecù,
Madam, vu porterè.
Madama. Quando, quando, monsiù10?
Marchese. Candè vu plè.
  Jè sui11le Baron
  Marchì de Guascon.
  Jè vu donerè
  Tu ce12 che vu piè.

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  Bocù de diaman

  Tujur dell’arsan,
  Anfen le tresor
  De tu le mon cor.
  Mademoselle ah!
  Jè suì le votre ih!
  Ma belle canton,
  Ma belle danson,
  Che vive Madam,
  Che vive Guascon. (parte
Madama. Oggi, per dir il vero,
Son stata fortunata,
M’hanno profusamente regalata.
Un italian Marchese,
Un Tedesco, un Francese,
M’han donato un anel per ciascheduno;
Ma nelle dita non ne tengo alcuno.
Ecco qui il mio Lorino;
Con questo poverino
Esser potrei sicura, ma... non so....
Miserabile è ancor. Ci penserò.

Lorino e la suddetta.

Lorino. Riverisco madama.

Madama. Che vuol dire
Codesta gravità, Lorino mio?
Lorino. Metter mi voglio in cerimonie anch’io.
Madama. Davvero?
Lorino. E se verranno
Conti, Duchi, Marchesi,
Italiani, Inglesi,
Tedeschi, Oltramontani,
Turchi, Tartari, Indiani,
A mettermi paura,
Farò a tutti veder la mia bravura.

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Madama. Donde vien tal linguaggio?

Lorino. Eh suora mia,
Il denaro, il denaro fa allegria.
Madama. Denar? ne avete?
Lorino. Ne averò fra poco.
Madama. Sperate forse guadagnarli al gioco?
Lorino. Eh che non son sì pazzo.
Un giovine, un ragazzo ancora sono,
Ma non senza il perchè parlo e ragiono.
Madama. Confidatemi dunque...
Lorino. Ho fino ad ora
Sofferto di costoro l’insolenza.
Ho portato pazienza.
Ma in avvenir, cospetto,
Vederanno chi son, ve lo prometto..
Madama. Ma via, caro Lorino,
Consolatemi un poco.
Lorino. Sì, aspettate,
Che consolar vi voglio:
Eccone la ragione in questo foglio.
Leggete.
Madama. Date qui. Mi batte il cuore.
Il vostro Genitore (legge
Son due mesi ch’è morto.
Non fece testamento;
Onde, a quel che si vede.
Delle sue facoltà siete l’erede.

Bravo, Lorino mio.
Lorino. (Ora mi voglio vendicare anch’io). (da sè
Madama. Or che siete padron, ricco sarete,
E la vostra Geltruda or sposerete13.
Lorino. Non so.
Madama. Come? porreste
La cosa in dubbio?

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Lorino. Forse sì.

Madama. Perchè?
Lorino. Vuò consigliarmi un pocolin14 da me.
Madama. Vi scordate l’amor?
Lorino. Me lo ricordo,
Che non son mica sordo, e mi sovviene,
Che mi faceste sospirar ben bene.
Madama. Son la vostra Geltrude.
Lorino. Siete la madamina
Amabile, cortese,
Del generai Tedesco e del Marchese.
Madama. (Fortuna che non sa dell’altro ancora). (da sè
Son quella che v’adora,
Che in avvenir non tratterà che voi.
Lorino. Dell’avvenir ci parleremo poi.
Or parliam15 del passato;
Mi avete tormentato fieramente:
Ed ora non ne vuò saper più niente.
Madama. Barbaro, crudelaccio,
Mi vedrete morire.
Lorino. Eh vi sarà
Chi vi consolerà.
Madama. Lorino mio,
Deh non mi abbandonar.
Lorino. Madama, addio. (fa atto di partire
Madama. (Possibile ch’ei vada!) (da sè
Lorino. (Oh, non ho cuore.
D’abbandonar la cruda). (da sè
Madama. Ehi, Lorino, mio ben.
Lorino. Che vuoi, Celtruda?
Madama. Vuoi partire?
Lorino. Non so.
Madama. Vuoi lasciarmi così?

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Lorino. Ci penserò.

Madama.   Per quel primo dolce amore
  Che provai per te nel cuore:
  Per quel bene che ti voglio,
  Caro mio, non mi lasciar.
Lorino.   Per la fè che ti ho serbato,
  A dispetto ancor del fato,
  Questo cuor che ha gelosia,
  Cara mia, non tormentar.
Madama. Non temer. Sarò fedele.
Lorino. Ah crudele! lo dirai,
Ma poi dopo nol farai.
Madama. Sta sicuro.
Lorino. Non lo credo.
Madama. Te lo giuro.
Lorino. Non giurar...
(a due A qual pena cruda e ria
L’alma mia - dovrà provar!
Madama. Lorino caro....
Lorino. Via via di qui.
Madama. Lorino bello...
Lorino. Signora sì.
Lorino bello, Lorino caro,
Senza il denaro non era più.
Serva, signore, serva, monsieur,
Col generale, con il Marchese,
Tutta cortese per un anello;
Lorino caro, Lorino bello.
Non è più quello, signora no.
Madama. Basta... pazienza... io morirò.
  Non son più quella
  Geltruda bella
  Che gli piaceva.
  Che gli diceva,
  Non dubitare,

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  Ti voglio amare,

  Ti sposerò.
  Non son più quella,
  Signori no.
Lorino. Ah, che mi sento...
Madama. SI gran tormento...
(a due Che presto, presto,
Già creperò.
Madama. Caro Lorino...
Lorino. Geltruda cara...
(a due Doglia si amara
Non soffrirò.
Madama. Dammi la mano.
Lorino. Dammi il tuo cuore.
Madama. Dammela, caro.
Lorino. Dammela, bella.
Viva la stella
(a due Del nume d’amor.
Viva la face,
La pace - del cor. (partono

Il Marchese nei suoi primi abiti.

Marchese. Madama Cantarina

Che vuol meco passar per ritirata,
Vuò che sia scorbacchiata;
E in vece dell’anello,
Le voglio dar un regalin più bello.
Oh della casa! Vi è nessun? Madama.

Madama e il suddetto.

Madama. Eccomi. Chi mi chiama?

Marchese. Un vostro servitore,
Un vostro adoratore,
Madamina gentil, bella e cortese.

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Madama. Serva divota del signor Marchese. (s’inchina

Marchese. Ho portato l’anello.
Madama. Troppo onore (s’inchina
Che vuol fare a una serva il suo signore.
Marchese. Servitor umilissimo. (s’inchina
Madama. Serva sua riverente. (s’inchina
(Già non vede Lorin, Lorin non sente). (da sè
Marchese. Vi par che questo anello
Sii dell’altro più bello?
Madama. Certamente.
(Non lo dovrei pigliare,
Ma non ho cuore di lasciarlo andare). (da sè
Marchese. (E bello, anch’io lo so, ma non per lei...) (da sè
Madama. (Perderlo non vorrei.
Lo prenderò; ma questa
Sarà l’ultima volta). (da sè
Marchese. (Se tu credi d’averlo, affé, sei stolta). (da sè
Madama. Mi anderà bene al dito?
Marchese. Andrà benissimo.
Madama. Proviamolo?
Marchese. Aspettate.
Voglio che mi diciate,
S’altri ne aveste dai rivali miei.
Madama. Se me l’offrisser, li ricuserei.
Marchese. Certamente?
Madama. Sicuro.
Marchese. Non lo credo.
Madama. Lo giuro.
Marchese. Aspettate un pochino;
Voglio farmelo dir dall’Indovino.
Ehi galantuomo.
(chiama Castagna, in abito stravagante da Astrologo o Zingaro
Madama. Che fan costoro?
Marchese. Sol per divertimento.
Vi contentate voi?

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Madama. Ben; mi contento.

Ma l’anello, signore?
Marchese. Eccolo qui.
Lo tengo in mano mia;
Ve lo darò dopo l’astrologia.
Madama. Benissimo. Venite,
Guardatemi la mano. (a Castagna
Castagna. Eccomi a lei.
Madama. (Parlate in mio favor. Vi donerò
Una mancia badial). (piano a Castagna
Castagna. Vi servirò.

Lorino e detti.

Lorino. Come! siamo da capo? Oh questa è bella!

Marchese. Voglio far strologar vostra sorella.
Lorino. Eh sorella non più...
Madama. Caro, tacete:
Aspettate, godete.
Non vi mettete in pene,
Forse l’astrologia finirà bene.
Lorino. Sentiam che ne risulta.
Marchese. A voi, signore. (a Castagna
Castagna. Ecco, signora mia,
Il vaticinio16 dell’astrologia.
  Per quel che in fronte vedo,
  Per voi d’amor s’accese
  Certo signor Marchese,
  E un generale.
  Anche un17baron Francese,
  Ma in quelle tre persone
  Lo stesso mio padrone
  Fu celato. (si scopre

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a due Va, disgraziato.
Madama. Più non ti tollero. (a Castagna
Lorino. Voi18 di qua subito
Potete andar. (al Marchese
Marchese. (a due Cose19 da ridere.

Castagna.   Non da gridar.
Marchese. Bella mia, son cavaliere,
Tant’e tanto con piacere
Quest’anel vi donerò.
Lorino. Non lo vuole.
Madama. Signor no.
Castagna. Camerata, piglia piglia. (a Lorino
Marchese. Se lo sdegno vi consiglia,
Bella mia, vi placherò.
Madama. Non lo voglio.
Lorino. Signor no.
Marchese. Puntiglioso! Donna ingrata!
Castagna. Prendi, prendi, camerata. (a Lorino
Lorino. Disgraziato. (a Castagna
Madama. Malcreato. (a Castagna
(a due Mi farai precipitar.
Marchese. Il fratello alla sorella
Vuol far perdere l’anello.
Lorino. Più di lei non son fratello.
Marchese. (a due Cosa siete?
Castagna.
Lorino. Suo marito.
Marchese. (a due Egli è vero?
Castagna.
Madama. Così è.
Marchese. Mi rallegro, bravo, bravo.
Castagna.
Marchese. Cari sposi, vi son schiavo
Non vi voglio disturbar.

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Castagna. Camerata, di buon cuore

Io mi voglio consolar.
  In faccia vostra
Madama. (a due Noi ci sposiamo:
Lorino.   La man ci diamo
  Con tutto il cuor.
Marchese.   Se mi onorate
  Qual testimonio
  Del matrimonio,
  L’anel vi do.
Madama. Che l’accettiamo? (a Lorino
Lorino. L’accetterò.
Tutti.   Vivano i Sposi.
  Vivan gli amici.
  Ciomi felici
  Produca Amor.
  Più non si parli
  Di gelosia;
  Nell’allegria
  Giubbili il cor.


Fine.


Note

  1. Così il testo, per tout.
  2. È stampato quasi sempre: .
  3. Nel testo: Ej.
  4. Nel testo: don.
  5. Nel testo: trees.
  6. Certo per aujourd’hui.
  7. Qui è stampato: sandù.
  8. Nel testo: E ci.
  9. È stampato: ssose.
  10. Nel testo: Monsieur.
  11. Testo: Je sui.
  12. Testo: Tucè.
  13. Nel testo: sposarete.
  14. Testo: poccolin.
  15. Testo: parliamo.
  16. Testo: vatticinio.
  17. Testo: Anch’un.
  18. Forse è da leggere: Via.
  19. Testo: Cos’è.